Re: banche, derivati, e porcherie varie.

Inviato da  a_mensa il 16/6/2010 12:07:20
9° puntata
Adesso parliamo invece un po’ di banche europee (ma quelle oltreoceano non sono molto diverse)
Il mantra che si sente e si legge è legato alla famosa crisi della liquidità, ovvero al “credit crunch”.
A questa parte, premetto che quando parlo di BCE, banca centrale, banconote e denaro, non voglio che si creda che reputo quello attuale il miglior sistema possibile.
A mio avviso, il miglior sistema possibile sarebbe quello derivato da banconote con incorporato un foglio d’oro (invece della fascia metallica) del valore tra il 60 e il 70% del valore facciale.
Questo perché una sottile lamina non sarebbe falsificabile con tungsteno, incorporata nella banconota non sarebbe “limabile”, insomma sarebbe un modo di avere banconote con valore intrinseco almeno vicino al valore facciale. Questo impedirebbe emissione di denaro “fiat” e nel contempo ne permetterebbe una soddisfacente circolazione.
Tornando al “credit crunch” e per capire una volta per tutte cosa esso sia vedrò di spiegarlo con una ipotesi.
Supponiamo cioè che il denaro cominci a scarseggiare.
No , non avete capito. Non solo le banconote, ma il denaro , tutto, anche quello che si trova sui vostri conti correnti . Come ? Supponete che , come è accaduto in California, lo stato si ritrovi le casse vuote. Ha pagato i debiti in scadenza, ha cercato di emettere dei nuovi titoli per procurarsi del denaro, nessuno glieli ha imprestati, e il tesoro si è ripreso i suoi titoli, e , quando i vari ministri sono andati a chiedere soldi per pagare stipendi, bollette, ecc.. il ministro del tesoro abbia allargato le braccia e detto “le casse sono vuote”. La California ha cominciato ad emettere degli “I Owe You” ovvero delle cambiali, nel senso che i pochi dipendenti rimasti, invece di un accredito sul conto corrente o un pacco di banconote, si sono visti rifilare un pacco di cambiali. Sono andati in banca, hanno chiesto che gli venissero cambiate in soldi, ma i primi giorni le banche li hanno accontentati, poi basta. E nessuno voleva più quelle cambiali. Quei poveracci cosa hanno dovuto fare ? hanno attinto ai loro risparmi, ovvero hanno prelevato dai loro contri correnti.
E questi hanno cominciato a calare. Ecco se chi deve pagare non reperisce più denaro, in qualsivoglia forma, può solo dare dei certificati di debito (come sono le banconote, solo che queste avendo il corso legale, DEVONO essere accettate in pagamento, mentre un titolo di debito qualsiasi viene accettato se si ha voglia di accettarlo, ma può anche essere rifiutato.), che se non vengono accettati da coloro cui devo pagare dei beni, o rinuncio ai beni o ricorro alle “riserve” ovvero ai risparmi. E la cosa, nell’ambito della società, si propaga a valanga, perché se il verduraio per non veder marcire la merce, accetta le cambiali in pagamento, ma poi non riesce a rifilarle ai fornitori, tutti i commerci inaridiscono, gli scambi finiscono, e l’unica soluzione è tornare al baratto. O ai crediti personali, sempre che si abbia sufficiente credibilità.
Succederebbe su larga scala ciò che sperimentammo in Italia quando trasferirono la zecca, in cui per due anni non vennero più coniate monete.
Sapendo di tale blocco, chi necessitava di monete per lavorare, es. distributori automatici, si accaparrarono grossi quantitativi di monete, e così vennero a mancare sul mercato. Era un piccolo inferno, perché non si riusciva più a pagare, non si riusciva a dare il resto, ecc…
Intervennero le banche che emisero i famosi miniassegni.
La cosa era legale perché i miniassegni erano a tutti gli effetti assegni circolari, per cui potevano circolare per un tempo indefinito, da 50, 100, 150, 200, 250, 300 lire.
Erano emessi dalla Comit, dal S.Paolo, dalla BPM, dalla BNL, ecc… e poco per volta tutti emisero questi miniassegni.
Se avevi bisogno di moneta andavi in banca e “compravi” un bel pacchetto di miniassegni, esattamente come si faceva quando si cambiava banconote in monete.
Non si faceva più caso a chi era la banca emittente, si guardava solo più l’importo.
I soliti furboni cominciarono a stampare miniassegni di banche inesistenti , e ovviamente cominciarono a spenderli.
Potevi anche comprare pacchi di miniassegni a prezzo scontato,tanto erano di banche inesistenti, ma circolavano benissimo lo stesso.
Solo che quando la zecca ricominciò a funzionare, e si rividero le monete metalliche, i miniassegni vennero ritirati, ogni banca ritirava i suoi, lasciando un mucchio di gente con i miniassegni delle banche inesistenti, con i loro bei pezzetti di carta variopinta in mano, a maledire chi glieli aveva rifilati. Ogni persona ci rimise qualche migliaio di lire, ma in complesso la truffa si rivelò di svariati miliardi.
Il comico fu che non si poté nemmeno denunciare i “furboni” perché essi non avevano falsificato proprio nulla, avevano solo inventato di sana pianta.
Ecco, questo per ricordare, a chi l’ha vissuto, cosa vorrebbe dire non avere una entità (la banca centrale e tutte le banche) che sorvegliassero continuamente ciò che circola sul mercato.
Quanto tempo pensate ci metterebbero, i soliti furboni, a duplicare eventuali “buoni” o cambiali (cambiali vere con firme di fantasia), o qualsivoglia titoli che sostituissero il denaro ? un mese ? due mesi ? e per che cifre ?.
Ecco oggi pensare di tenere in piedi la nostra società senza il denaro, sarebbe un pensiero da incubo.
E non parlatemi del Simec e Guardialele, perché essendo un esperimento limitato, a nessuno è venuto in mente di falsificare i Simec e andarli a spendere lì, ma se l’emissione di denaro “privato” fosse più ampia, chi garantirebbe per la sua validità ?
Nemmeno monete in oro, sarebbero sicure, visto che si può “dorare” il tungsteno, e fregare anche gli esperti orafi.
Tutto questo discorso per dire che noi conosciamo una società dove il denaro circola.
Ma se il denaro dovesse venire a mancare, si bloccherebbero gli scambi, nazionali, ma anche internazionali.
Con cosa pensate si pagherebbe il petrolio ? e il grano ? e tutto ciò ch importiamo ?
Ecco il ricatto del sistema bancario.
Ho detto e torno a sostenere che TUTTO il denaro in circolazione nasce da un debito.
Ripagare i debiti, e non emettere nuovi prestiti, vuol dire far calare la massa monetaria.
Ma le banche centrali hanno concesso prestiti praticamente illimitati.
Grazie , ma tale denaro si è fermato nelle banche, le quali preferiscono depositarlo sul loro conto presso la BCE che imprestarlo.
È vero che i privati hanno ridotto drasticamente il ricorso al credito bancario,ma molte aziende vorrebbero credito, ma non avendo adeguate garanzie, le banche preferiscono tenersi i soldi.
Notare che anche lo scambio interbancario (ho spiegato la volta precedente come dovuto ai movimenti di prelievo presso una banca e deposito su altre, si trovino banche a sforare il plafond, mentre altre hanno denaro in eccedenza, cosa che normalmente causa movimenti “overnight” tra banche.
Con le banche che non si fidano più le une delle altre, i movimenti overnight avvengono tra banca e BCE ed hanno raggiunto la media astronomica di più di 320 miliardi di euro.
L’altra cosa accaduta, è che molte banche hanno acquistato titoli di stato in euro con elevato rendimento ( es. della Grecia o dell’Irlanda) ed inseriti nel capitale di garanzia.
Questi titoli si stanno svalutando, ma soprattutto nessuno vuole più acquistarli, per cui non garantiscono più niente, visto che non possono essere utilizzati per compensare perdite valutarie.
La BCE, per non veder fallire le banche a catena si è offerta di acquistarli lei tali titoli, al valore nominale.
Se dovessero fallire tali stati, a ripagarli saremmo così tutti noi, con le banche felici di essersene liberate.
Ma la massa monetaria (considerando anche i mezzi propri delle banche) è talmente aumentata che, se per malaugurata sorte dovesse riversarsi sui mercati, salteremmo immediatamente a inflazioni a due cifre.
Ma il ricatto consiste anche nel diminuire la massa monetaria, con l’effetto di non avere più soldi per fare la spesa.
Insomma, il sistema bancario ha chiaramente fatto capire che, o lo si lascia in pace a continuare a far gonfiare con il trading, i valori di borsa, o chiude completamente i rubinetti del credito, oppure, opzione nucleare, concede credito a cani e porci, portando l’inflazione a valori ingestibili, ma provocando anche fallimenti a catena per incapacità di onorare i debiti.
Ma quali sono le conseguenze del permettere alle banche di fare trading in proprio ?
Innanzitutto quello di falsare il mercato dei titoli. Come ?
Il prezzo delle azioni viene fatto sulla base della domanda e dell’offerta.
È ovvio che una piccola quantità del flottante ( si chiama così la quantità di azioni che vengono normalmente scambiate. Il “pacchetto di controllo” ovvero quella quantità di azioni possedute da un singolo o da un “sindacato” che permette di controllare l’azienda, invece non viene mai venduto, penala perdita di controllo dell’azienda stessa), è ammesso che resti nelle mani degli operatori, ma semplicemente per compensare piccole differenze tra domanda e offerta.
Invece succede che le banche acquistino anche quantitativi di una certa rilevanza e appunto li parcheggino in quelle società fittizie chiamate “dark pool”.
Qual è l’intento? Quello di far crescere il valore delle azioni di certe aziende, contando che una veloce ascesa del loro valore induca coloro che già le possiedono , a non cederle, e si crei la domanda da parte di chi vorrebbe partecipare a questa fiera della ricchezza.
Come si alzi la richiesta, piano piano si svuoterà il “dark pool” di quelle azioni lucrando la differenza tra cosa pagato e cosa ricavato.
E tutto ciò a prescindere dai fondamentali dell’azienda, dai progetti , dalla redditività, ovvero da tutti quei parametri che costituiscono la base della valutazione di una azienda.
Avendo la possibilità di disponibilità infinita di denaro, ad esempio, è possibile vincere sempre al lotto, basta alzare continuamente la posta finché il numero non esce, al che si ricomincia daccapo.
Ecco questo è un po’ ciò che accade da quando le banche sono diventate players (giocatori) in proprio sul trading (commercio) di borsa, sfruttando la loro capacità di emettere denaro praticamente all’infinito, se quanto acquistato lo ricaricano come liquidità.
Se poi si considera che queste contrattazioni le svolgono computers superveloci, in frazioni di secondi, ci si può rendere conto di come alla fine possano esserci ricavi così alti.

continua

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