Re: cosa c'è che non và nelle teorie economiche

Inviato da  a_mensa il 18/6/2010 21:50:27
@ infettato
l'ottimo ashoka scrive bene e critica ancor meglio.
senz'altro , se dalla fine della ww2° si fosse adottato un sistema monetario come quello suggerito dalla scuola austriaca, non saremmo dove siamo.
ma in tutti i sensi.
forse staremmo ancora sgombrando le macerie della guerra, o forse staremmo producendo le prime 500.

ma queste sono illazioni.
quello che non leggo è come, prendendo atto della situazione attuale, potremmo traghettare verso quella che lui ritiene la soluzione finale, ovvero il gold standard.
da parte mia, pur apprezzando molto i suoi scritti e la sua visione, non condivido la diagnosi.

per me il problema è uno solo.
da troppi anni si è premiato il capitale a scapito del lavoro. e non parlo solo di italia, ma di tutti i paesi che hanno adottato la finanza "anglosassone".

questo fatto, se ha prodotto un elevato ammontare di capitali, che hanno finanziato investimenti enormi nella ricerca e sviluppo di nuovi beni e tecnologie, imprimendo alla crescita e allo sviluppo un fortissimo impulso, sono andati benissimo fino a che nel mondo ci sono stati enormi masse di popolazione da includere nel ciclo (prima facendoli lavorare con bassi stipendi per produrre beni a basso costo, poi, mano a mano trasformandoli a loro volta in acquirenti di quegli stessi beni.

oggi siamo alla frutta con questo modello, perchè o si va a colonnizzare marte, oppure le capacità produttive bastano e avanzano per dotare tutti gli abitanti del pianeta di quei beni e confort che noi, fortunati nati nel mondo "giusto" conosciamo da tempo.

ma il problema è che l'enorme massa di capitali formatesi, oggi, non riesce più a trovare allocazione produttiva, e allora si indirizza tutto dove può, a partire dalla finanza creativa alle bolle finanziarie.

il clima è giusto quello che in passato veniva risolto con una guerra di grosse dimensioni, ma, con l'avvento del nucleare, anche tale scappatoia, pare abbastanza, e per fortuna, preclusa.

attenzione che quando parlo di capitali enormi, oggi dedicati a finanziare in parte i debiti pubblici, in parte a creare bolle, o altre amenità, non sono un qualcosa di imponderabilmente vago.
no è ricchezza accumulata da persone, che, non sapendo che farsene in quanto già garantiti per le prossime 3 vite loro e dei loro figli, non riescono più a investirla in modo etico e produttivo.

quello che è mancato, nella visione di insieme, è stato il rendersi conto dell'avvicinamento di questo momento, che avrebbe dovuto semplicemente imporre una forte redistribuzione delle ricchezze, evitando così i danni dei troppi capitali "vaganti" e in cerca di un impiego qualsiasi, e dando alle classi meno abbienti i mezzi per sorreggere i mercati.

avvicinandosi al punto di "contagio" dell'intera popolazione mondiale, la forbice tra ricchi e poveri, anzicchè aumentare, avrebbe dovuto essere pesantemente ridotta, manovra unicamente a carico dello stato per mezzo della leva fiscale.
ma così non è stato, pertanto l'unica altra soluzione sono defaults a catena che abbattano tali capitali ( e sperando che sisalvino quelli dei poveracci che ci hanno messo la liquidazione).

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