Re: cosa c'è che non và nelle teorie economiche

Inviato da  a_mensa il 15/5/2010 6:01:36
@ ashoka e melisva1
E per chiarire ulteriormente il mio pensiero, faccio un esempio.
In un sistema monetario con copertura al 100%, ovvero con moneta dal valore intrinseco uguale (o molto vicino) a quello facciale, ogni scambio si configura come un baratto.
Io do un bene a te e tu dai un altro bene (moneta) di valore equivalente a me. L’accordo tra noi ha stabilito tale equivalenza. Lo scambio è definitivo, ovvero non lascia nulla in sospeso.
In questo ambiente, un prestito è concepibile solo DOPO un risparmio, ovvero una operazione che ha comunque tolto dalla circolazione una cera quantità di denaro, diminuendo quindi la disponibilità totale.
Tale diminuzione causerà anche un rallentamento dei flussi economici, oppure dovrà essere compensata da una maggiore velocità di circolazione della moneta. Manon è questo fenomeno sul quale punto l’attenzione, quanto alla sequenza necessaria per iniziare una nuova produzione.
Risparmio, formazione del capitale, prestito, investimento, produzione di ricchezza (nuovo bene), raccolta dell’utile, restituzione del prestito.
A meno di scoprire nuove miniere di metallo prezioso, la sequenza non può uscire da tale ambito.
In un sistema di “fiat money” la cosa è diversa, la richiesta di un prestito non ha come prerequisito un risparmio, quindi non ha come prerequisito una diminuzione della circolazione monetaria, anzi, nel momento in cui il prestito viene speso, la aumenta.
Ma soprattutto accelera il ciclo, non richiedendo l’attesa del risparmio.
Creazione di nuova moneta, prestito, investimento , produzione di ricchezza, raccolta dell’utile, restituzione del prestito.
Da notare, che il ciclo non è cambiato, ma nel suo svolgimento ha aumentato la quantità di moneta in circolazione, ed è stato un aumento temporaneo, che si è concluso con la restituzione.
Ed è qui che sta l’handycap di tale sistema.
Nella possibilità che la “restituzione” avvenga non con una raccolta di denaro già circolante, ma contraendo un nuovo debito per pagare il vecchio.
E dato che il nuovo debito, dovendo coprire sia il capitale che gli interessi, dovrà anche essere superiore al primo, porterà nel tempo ad una amplificazione della quantità di moneta circolante.
Non quindi un problema di “sistema” ma un problema legato all’uso improprio del sistema, che il sistema stesso ha consentito, pur non essendo quella la attuazione corretta.
Aver racchiuso in questi due “contenitori” diversi un fenomeno analogo applicato però in sistemi diversi, come lo definite ?
Possiamo ritenere matematicamente “quasi” sicuro che i fatti si svolgano in questa sequenza, pur avendo considerato e rispettato la libertà di ogni attore ?
È la certezza che cause ed effetti, nei due casi, saranno legati come descritto, che intendi come “presenza” ?.

Grazie.
andrea

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