Re: cosa c'è che non và nelle teorie economiche

Inviato da  a_mensa il 15/5/2010 5:17:12
@ melisva1

Citazione:
La concezione universalistica dell'economia non ammette che i propblemi economici siano determinati da leggi matematiche o meccaniche, evitando così di cadere in alcuni errori teorici. Restando nell'ambito matematico, ci si limita la comprensione delle realtà economiche, perchè ci si sofferma solo sulle apparenze esteriori..... Se ci si ferma alle misure , si interdirà la capacità di penetrare il senso intimo dei fenomeni economici. Infatti le "misure" non spiegano le metamorfosi e i rivolgimenti di cui è piena la storia economica. (Anche attuale, vedi Grecia) Non possono spiegare la "libertà" l'arbitrarietà che l'esperienza ci rivela. Nella cosiddetta "scienza" economica interviene un fattore estraneo alla vera scienza e alle sue leggi: è la volontà umana.....che dirige questa "scienza" secondo gli indirizzi di chi ne detiene il controllo......ma nessuna volontà umana può influire sulle vere leggi naturali ad esempio sulla legge di gravità, e credo che nessuno voglia fare la prova. Un osservatore attento non tarda a presentire che al cuore dell'economia attuale esiste un ORDINE DI SCOPI E FINI, intuisce una " PRESENZA " irriducibile alla matematica


caccchio.... bellissimo "pezzo". da sottoscrivere e quotare.
è tuo o l'hai preso da qualche parte ?
in particolare

Citazione:
Un osservatore attento non tarda a presentire che al cuore dell'economia attuale esiste un ORDINE DI SCOPI E FINI, intuisce una " PRESENZA " irriducibile alla matematica


mi lascia un dubbio.
la statistica la consideri parte della matematica ?
se io osservo che ad una certa "causa", ad esempio dare ad una persona una certa disponibilità economica, segue sempre un "effetto" , ad esempio acquista dei beni o dei servizi, posso "statisticamente" dedurre che le due cose sono legate, almeno in una certa percentuale di casi ?
ovvero, posso pensare che gli individui , pur nella loro "libertà" di azione scelgano "quasi" sempre un certo modo di comportarsi ?
e quindi contare sul fatto che, a certe situazioni, i comportamenti liberi, producano gli stessi effetti ?
è forse l'osservazione di questa causalità nella sequenza degli eventi, che materializzi con quella "PRESENZA" ?
se io sostengo di non esser sicuramente in grado di seguire il percorso preciso di una goccia d'acqua, dalla sorgente al mare, ma in compenso mi sento in grado di seguire il flusso delle tante gocce che costituiscono prima il rigagnolo, poi il torrente, ecc..., e se poi penso anche che quella goccia si è mossa sicuramente all'interno del flusso, pensi che io sia molto in errore ?
pur accettando la "libertà" della goccia di muoversi come e dove vuole, ma potendone osservare i limiti entro cui questo movimento avviene, e cercando di tracciarne il percorso, pensi che per questo non ne ho rispettato la libertà ?
io penso che passare dal generale al particolare sia un errore, ovvero pensare che un generale sia composto da tanti particolari tutti uguali, ma osservare a quali "leggi" sottostà tale generale, e addirittura in base ad esse prevederne il percorso, non mi sembra un errore, soprattutto se si lascia e si accetta anche un margine di errore. Anzi, si calcola pure le probabilità che tale errore si manifesti.

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