inflazione e deflazione

Inviato da  a_mensa il 15/7/2009 9:48:16
Vorrei sottoporre a voi, e a chiunque altro voglia cimentarsi, una questione che mi sta arrovellando da un po di tempo riguardo questa crisi.
Sapete ormai che, benché abbia letto diversi “sacri testi” io tendo a ragionare con la mia testa, per cui l’associarmi ad una scuola o ad un’altra è puramente arbitrario.
Bene, il punto inizia dalla definizione di inflazione. So che ne esistono diverse, ma quella che più si adatta al ragionamento che sto facendo è “diminuzione del valore del denaro rispetto al valore delle merci”. Ovviamente la definizione di deflazione è esattamente opposta e speculare.
Ambedue sono il risultato apparente ed evidente di un combinato di fenomeni o azioni che partecipano nel loro insieme a determinarlo.
Per chiarire questo concetto è sufficiente osservare quanto sta accadendo oggi, momento in cui le banche centrali continuano a cercare di immettere liquidità (cosa che normalmente causa inflazione) senza minimamente ottenere il risultato sperato, ma al massimo contrastando una deflazione potenziale, ma assolutamente non dimostrato che fosse in corso.
Inflazione e deflazione, insomma come il risultato di molteplici fattori, reali o addirittura psicologici, che le producono come risultato.
La mia domanda, a questo punto è la seguente:
è una mossa corretta, intelligente, e obiettivamente sensata, tendere a combattere l’una cercando di provocare l’altra ?.
se mi si permette una metafora medica, è come abbassare la temperatura per combattere una polmonite.
Che senso ha combattere un sintomo, un risultato ? certo che ha senso se esso sintomo può diventare causa essenziale di un male maggiore (la febbre che supera i 40° può essere essa stessa letale a prescindere dalle cause che l’ha generata), ma oggi, siamo in una situazione del genere ?
La mia bruttissima sensazione è che si stia combattendo il sintomo senza minimamente cercare di intaccarne le cause, perché tali cause sarebbero troppo difficoltose da aggredire, sia perché affondano in enormi interessi consolidati, sia perché il ritenerle “da correggere” implicherebbe il riconoscimento che non sono il meglio auspicabile, in parole povere che questo sistema è marcio alla radice.
Proviamo a pensare a tutti i proclami annunciati a gran voce e ai topolini che ne hanno generato, ridicoli.
In compenso sicuramente è stato addossato alla collettività il costo di tali fallimenti, tanto la collettività è stupida e soprattutto ha la memoria corta.
Pensate che io stia vaneggiando, oppure varrebbe la pena di definire meglio il tutto, almeno per averne traccia a futura memoria ?

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