Re: questa crisi è diversa

Inviato da  a_mensa il 29/6/2009 14:48:50
due puntualizzazioni su due punti pesantemente contestati.
le crisi nel sistema capitalistico non sono una eccezione, ma una costante.
dal 1990 a oggi quante ce ne sono state ?
il fondo LTCH ... USA affrontato da greenspan che ha sconvolto il sistema anglosassone.
la crisi asiatica, crescita troppo veloce delle "tigri" non supportate dalla finanza internazionale.
new economy il boom delle dot.com
bolla edilizia... crisi attuale associata a quella del credito.
ne ho elencate 4 in meno di 20 anni, ovvero 1 ogni 5 anni, in media.
o mi volete dire che quelle non sono state crisi ?

altro punto.
premetto che non me ne frega niente di dirvi " vai a vedere a pagina tale del libro tale" se faccio un ragionamento cerco di esprimerlo, a prescindere da cosa abbiano detto tutti gli altri prima di me.
non è presunzione, perchè la maggior parte delle volte i miei ragionamenti seguono la traccia di quelli già esposti da qualcun altro, ma il momento, il contesto, lo sviluppo me lo fanno esprimere nell'insieme del mio ragionamento, che esprimo se lo ritengo originale. lo si potrà contestare, esserne d'accordo, non importa, io ci ho provato.
ed ora al contenuto.
costo di produzione e valore di mercato.
faccio un esempio limite.
compero colori, pennelli, tela. dipingo un quadro .
ho speso 30 euro ci lavoro 10 ore e lo vendo a 30.000 euro.
io li ci colgo due valori sommando le materie prime, il mio tempo di artista a 200 euro /ora farebbe 2030 euro. lo espongo, piace, diversi compratori se lo contendono e alla fine chi riesce ad aggiudicarselo lo paga 30.000.
i circa 28.000 di differenza cosa rappresentano ? quanto la legge della domanda e dell'offerta ha aggiunto al mio costo di produzione.
io lo avrei venduto anche per 3.000, ma il mercato me lo ha valutato 10 volte tanto.
nota che, se la critica si mette ad esaltarmi o a demolirmi, quel quadro può arrivare a 300.000, o esser rifilato alla discarica. quindi l'acquirente può a sua volta decuplicare il suo investimento oppure rimetterci il tutto, in funzione di un evento che non è sotto il suo controllo e responsabilità.
altro esempio.
compero un terreno, progetto e vi costruisco una casa, metti una villetta. in tutto spendo 250.000 euro provo a venderla domani e mi offrono 300.000 euro, la trattengo per due anni, il mercato ritorna in tensione e la vendo a 600.000. la casa è sempre la stessa, anzi è invecchiata di 2 anni, quindi cosa è cambiato ? non il costo di produzione che al massimo devo rivalutarlo in base all'inflazione. è cambiato il mercato il quale ha portato, per effetto dell'aumento della domanda e la diminuzione dell'offerta la componente speculativa da 50.000 a 350.000 euro. il costo di produzione, una volta prodotto il bene, innanzitutto è compatibile col costo di altre costruzioni simili, poi non cambia più (oltre la rivalutazione che ne compensa l'inflazione), mentre quello che fa cambiare il valore finale è la componente speculativa che in funzione delle tendenze del mercato, può essere positiva ma anche negativa.
una tendenza positiva, che grazie all'attrazione che può esercitare sulla platea del pubblico, può iniziare a far crescere tale componente in modo esponenziale, autoalimentandosi. le crisi invece sono rappresentate dall'azzeramento di tale componente.
non mi sembra di esprimere un concetto così strano no ??

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