Re: Disastro o cospirazione? Discussione sulla crisi economica in corso

Inviato da  a_mensa il 10/9/2009 8:31:59
l'11/1 scrivevo questa lettera ad alessandro, il blogger di "castelli di carte"

"Caro Alessandro
Leggo l’intervista a Paul Krugman apparsa su Repubblica, in cui dottamente dimostra come le misure preannunciate da Obama per rilanciare l’economia USA siano insufficienti.
Sono impressionato, non dai numeri, non dall’entità del disastro iniziato e in corso, ma dalla miopia che dimostrano i nostri governanti ed esperti.
Nessuno che si ponga la domanda “ok, facciamo ripartire l’economia ( e supponiamo che ci riescano), e poi ?.
È pensabile che una pur grande nazione possa continuare a consumare più di quanto produce ? è pensabile che da sola possa bruciare ¼ delle risorse fossili del pianeta ? è pensabile che qualcun altro, nel mondo, continui a finanziare la loro crescita ? chi ? sono tutte domande che nessuno pone A PRIORI, prima cioè di cercare di restaurare un insieme sistemico che ha prodotto questi paradossi economici, che se lasciati sopravvivere non farebbero altro che riprodurre un’altra crisi, ancora peggiore della attuale.
E non voglio neppure iniziare ad affrontare il problema finanziario, che producendo carta su carta ha montato l’illusione di una ricchezza inesistente.
Non è bastata una Enron e tutti i suoi seguiti, che un’altra entità, in India la Satyam ricrea la stessa storia, con società di certificazione che si tirano fuori, innocenti e irresponsabili di aver certificato per anni bilanci fasulli.
Pare che quando si parla di multinazionali, l’esperienza non insegni proprio mai nulla, che l’unico credo sia quello di bidonare il maggior numero di risparmiatori, che l’unica eccellenza sia la furbizia di aggirare regole e leggi, e approfittare della buona fede altrui.
Questo sistema che ingloba tutti questi fatti apparentemente assurdi, non viene proprio in mente a nessuno di metterlo in discussione ?
È proprio il miglior sistema possibile oppure è quello che riesce a mantenere nelle mani dei soliti pochi il potere sui molti ? e ci aspettiamo che siano proprio coloro che traggono vantaggio da tale sistema, a volerlo cambiare ?
È vero che per mettere in discussione i privilegi della nobiltà ci volle una rivoluzione francese, ma per mettere in discussione i privilegi della borghesia, cosa ci vuole ? un’altra rivoluzione ?



e il giorno dopo:




Caro Alessandro
Premetto che i 4 post precedenti sono proprio tutti miei, e sono solo, unico e indivisibile.
Premetto anche che sono perfettamente d’accordo con te che la finanza è una necessità per uno, (attenzione dico uno, non questo) sviluppo.
Quel che non afferro del tuo pensiero, è se ritieni QUESTO modello di sviluppo un modello perfetto, o perfettibile, o minato nella sua intimità.
E quando parlo di modello di sviluppo, alludo ad un modello in cui le scelte strategiche non vengano dettate dalla politica, ma dal capitale, un modello in cui sia molto più importante la produzione, e il suo indicatore ,elevato a dio supremo, il pil, della qualità della vita, dell‘uomo.
Uomo visto come macchina produttrice e macchina consumatrice, che non deve scegliere, ma soggiacere alla pubblicità, non deve avere sentimenti, coltivare amori e amicizie, ma braccia per fare compulsivamente o pensare in modo orientato, incanalato, inquadrato nel sistema della produzione.
Non sei, non esisti, se non possiedi, se non comperi. Non importa se e come usi, l’importante è che comperi, se poi per fare ciò ti indebiti anche, ti limiti così le scelte e ti rendi schiavo della macchina produttrice, tanto meglio, allora sei integrato, sei un membro attivo e fondante di tale sistema.
Secoli di filosofia passati a cercar di capire lo scopo di un’esistenza, sono confluiti nel pensiero unico del consumismo. Ah, finalmente abbiamo capito la finalità dell’uomo, non abbiamo più alcun dubbio: l’uomo è fatto per produrre e consumare. Questo ci ha assegnato come compito la natura.
Ecco, qualcun altro, oltre a me, che si fermi un attimo e cerchi di capire se è questa la società che vuole, se è questo il modello di sviluppo al quale desidera dare il suo apporto, dove lo trovo ?
Il fallimento palese dell’attuale modello, non sta insegnando proprio nulla?
Solo io vedo oggi (ieri lo vedeva bene un certo Karl) come il germe della prossima crisi, peggiore dell’ultima vissuta, ma migliore della successiva, stia proprio nel sistema, nell’insieme delle regole che ci siamo date assieme agli obiettivi che sempre più appaiono come miraggi irraggiungibili.
Corriamo dietro ad un benessere che non abbiamo definito, e pertanto non sappiamo ne come sarà ne se lo raggiungeremo mai, ci siamo ridotti a pensare che il possesso sia la panacea a ogni male, poi basta una influenza e ci rendiamo conto di come la vita sia legata a fili sottilissimi, ma non acquistabili, come addirittura la morte riusciamo ad allontanarla, ma in una condizione di non vita.
Fosse arrivato un extraterrestre, a prometterci un mezzo di diletto estremamente utile, ma che avrebbe richiesto un certo numero giornaliero di sacrifici umani, tutta l’umanità avrebbe gridato allo scandalo, al sacrilegio. Poi è venuta l’automobile.
Siamo di un’incoerenza micidiale, una capacità incredibile di drizzare e sostenere il filo d’erba ed un attimo dopo di abbattere un albero, di difendere un feto, e di uccidere uomini.
Mitizziamo delle parole a sostegno di tesi indifendibili, e ne prendo una attuale come esempio “terrorismo”. E per sconfiggere il terrorismo cosa usiamo ? bombe, missili. Perché bombardare non è terrorismo ? Ma c’è mai stato qualcuno di quei soloni sotto un bombardamento ? esiste qualcosa di più terrificante dello stare impotenti ad attendere che un ordigno dal cielo ci piombi in testa, ricordandoci che può accadere il solo guardare le esplosioni attorno a noi, al sentire quei sinistri sibili che li annunciano ma non ti permettono di capire dove e quando esploderanno ?
Dopo aver inventato il linguaggio, ne distruggiamo il significato a nostro uso, consumo, e utilità.
E non vado oltre, ma vorrei capire se è questa società, questo modello, questo insieme che tutto ciò contiene e rende coerente, se è tutto ciò, cio a cui vuoi dare un supporto aiutandolo a rinascere e ripartire gloriosamente verso nuove e più pregnanti esperienze ?
Se per far capire a questa massa di pecoroni addomesticati, che tutto ciò è abominevole, occorre ancor più sprofondare nell’indigenza e nell’insicurezza, allora io penso che è meglio che ora peggiori ancor più la situazione, piuttosto di vedere un rattoppo che rimetta il sistema in carreggiata, ma creando le premesse per una crisi peggiore.


ora la domanda :
se fosse anche vero che "la crisi" si sta concludendo, cosa è cambiato ?
quante probabilità ci sono di un prossimo replay ?

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