Re: Disastro o cospirazione? Discussione sulla crisi economica in corso

Inviato da  ursog il 25/2/2009 13:05:06
prof.Francesco Petrino, docente di Diritto Bancario, Economia Etica e Sovranità Monetaria, Presidente dello SNARP e Direttore del Dipartimento di Economia Etica e Sovranità Monetaria dell’Istituto di Studi Superiori Post Universitari “UniGlobus Assisi”.
http://www.liberoreporter.it/NUKE/news.asp?id=3571#
Molti lettori ci hanno scritto chiedendoci cosa ne pensiamo della nazionalizzazione delle banche. Argomento complesso che richiede più di qualche riflessione. Pertanto ci siamo rivolti a uno dei massimi esperti del settore, il prof. Francesco Petrino che ci spiega...

"Personalmente sarei d’accordo per la nazionalizzazione delle banche, ma reputo che questa soluzione non potrà avere senso sino a quando la proprietà della moneta resterà nelle mani delle banche centrali, i cui azionisti non sono gli stati membri, ma le banche multinazionali che continueranno a beneficiare del signoraggio primario e secondario sul denaro.

Diverrebbe un'utile nazionalizzazione soltanto se lo Stato avrà la capacità di nazionalizzare in primo luogo la Banca d’Italia, sottraendo il suo pacchetto azionario integrale ai suoi azionisti privati.

Così procedendo la quota di circolante finanziario italiano pari a circa 115.000 miliardi di euro produrrà finalmente reddito per il paese e non per le banche.

Inoltre, con l’acquisizione delle azioni della Banca Centrale, lo Stato diverrebbe automaticamente proprietario di tutta la massa monetaria stampata dalla BCE per la Banca d’Italia, il cui incremento comporterà in futuro solo il rimborso dei costi di produzione, carta filigranata e stampa.

Lo Stato italiano, da proprietario della massa monetaria potrà altresì estinguere in un sol colpo il debito pubblico e ridurre ai minimi storici la pressione fiscale che diviene contenibile al massimo nel 10% del reddito.

Diversamente, nazionalizzare o finanziare le banche con iniezioni di liquidità tramite l’emissione di Tremonti bond, o. altre diavolerie di finanza creativa, equivarrà a rimpinguare i loro forzieri senza alcuna garanzia per la tutela delle imprese e dei cittadini oggi in acutissima crisi di liquidità per mera responsabilità delle banche, le quali hanno prima rastrellato con metodi da codice penale i risparmi degli italiani, per sperperarli con rischiose operazioni che invece un obbiettivo codice etico non avrebbe mai consentito ad alcun soggetto, e ancor più alle banche.

Pertanto, l’esortazione per tutti è: alla larga dalla nazionalizzazione senza che lo Stato abbia prima riacquisito la proprietà popolare della moneta, e ancor più, guardatevi bene dai Tremonti bond, poiché il ricavato di questi titoli senza precisi impegni della banche di reimpiego a sostegno delle attività produttive delle PMI costituirebbe una ennesima truffa in danno del popolo italiano. "

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