Re: Hayek, Prezzi, produzione ed i ciclo economico

Inviato da  sick-boy il 28/6/2008 10:38:55
L’ANALISI

Nello studiare le cause delle fluttuazioni della produzione, Hayek elenca in primo luogo le dottrine che sono state grosso modo accettate fino ad allora. In particolare si preoccupa di confutare l’idea che l’esistenza di risorse non utilizzate sia una condizione necessaria per l’aumento di produzione e che essa possa essere usata come punto di partenza per l’analisi teorica. Il punto di partenza dovrebbe coincidere invece con il punto di arrivo della teoria economica generale, ovvero l’equilibrio, in cui non esistono risorse inutilizzate #.

E’ importante poi definire cosa si intende quando si parla , qui, di aumento della produzione: non i cambiamenti dei metodi dovuti alla conoscenza tecnica, ma “ l’ aumento di produzione reso possibile da una transizione verso metodi di produzione più capitalistici o, il che è lo stesso, da una organizzazione della produzione tale che, in ogni dato momento, le risorse disponibili vengono impiegate per soddisfare i bisogni di un futuro più distante di prima ” #. Cioè la transizione verso catene produttive più lunghe in cui tra l’ingresso delle materie prime e la fine del prodotto all’ultimo stadio intercorre un tempo maggiore. La ragione d’essere di ciò è che allungando il processo è possibile ottenere una quantità maggiore di beni di consumo a parità di mezzi originari di produzione. Questa definizione di aumento della produzione è necessaria per comprendere come possa accadere che sia temporaneamente impossibile utilizzare tutte le risorse disponibili, come si vedrà più avanti.
Nel linguaggio di Prices and Production la parola produzione definisce inoltre tutti i processi necessari per portare i beni nelle mani dei consumatori. Terra e lavoro sono i mezzi originari di produzione, mentre la dicitura fattori di produzione include anche il capitale. Il capitale a sua volta include tutti i fattori da cui è tratto il reddito sotto forma di salari, interessi e rendite. Con beni di produzione si intendono invece i beni esistenti che non sono beni di consumo. I prodotti intermedi sono invece i beni di produzione esclusi i mezzi originari di produzione.

A questo punto trovo utile dare una rappresentazione schematica del modello di produzione che ha in mente Hayek.



Gli impieghi successivi dei mezzi originari di produzione necessari alla produzione dei beni di consumo sono rappresentati dall’ipotenusa del triangolo rettangolo. Il valore di tali mezzi è rappresentato dalla proiezione sull’asse verticale dell’ipotenusa. Le linee verticali si hanno in corrispondenza della realizzazione di un prodotto intermedio, il cui valore è espresso dalla proiezione sull’asse verticale, il tempo necessario alla sua realizzazione dalla corrispondenza sull’asse orizzontale - che è appunto il tempo e si misura da sinistra a destra. In tal modo si può anche vedere quanto manca in termini di valore e tempo per la realizzazione del bene di consumo. Per semplicità il tempo è espresso in unità arbitrarie. Il cateto verticale del triangolo rappresenta il valore della produzione corrente dei beni di consumo, e l’area la totalità degli stadi successivi attraverso cui passano i mezzi originari prima di diventare beni di consumo. Appena cresce l’intervallo di tempo tra l’entrata nel sistema produttivo dei mezzi originari di produzione, e la loro uscita dall’ultimo stadio del processo, maturi per il consumo, la produzione diviene più capitalistica, e viceversa.
Il diagramma rappresenta anche il movimento della moneta, da destra verso sinistra, ovviamente contrario a quello dei beni. Gli scambi di moneta contro beni avvengono quando due stadi vicini del processo produttivo riguardano imprese diverse, mentre il passaggio dei beni è diretto nel caso di imprese integrate. In primo luogo si analizza il caso di stadi di produzione in cui ad ogni passaggio di beni vi è una contropartita monetaria. La proporzione di moneta spesa per i beni di consumo e quella spesa per i prodotti intermedi sarà uguale alla proporzione tra la domanda di beni di consumo e la domanda di prodotti intermedi.

Viste le difficoltà che si presentano nel trattare il caso continuo, Hayek ipotizza per semplicità che i mezzi originari di produzione siano applicati ad un tasso costante discreto per unità di tempo. Per fare un esempio si può ipotizzare che la produzione sia organizzata - per soddisfare un consumo pari a 40 - in cinque stadi, ognuno lungo 1 unità di tempo, alla fine di ognuno dei quali il valore dei prodotti intermedi sia maggiore di 8. Perciò al primo stadio avremo 8 dopo 1 unità di tempo, dopo 2 unità di tempo avremo prodotti intermedi per un valore di 16, dopo 3 unità il valore dei prodotti intermedi sarà 24, quindi 32 fino a raggiungere la quantità richiesta, 40, per il consumo. E’ possibile fare questa ipotesi semplificatrice senza perdere molto in generalità rispetto al caso continuo.

In altre parole la produzione procede ad intervalli di tempo regolari per stadi omogenei, in questo modo:

8 16 24 32 40

tempo ------------------------>

[purtroppo non riesco a importare il mio disegnino. Qui ogni numero rappresenta uno stadio di produzione, nei termini del valore del bene intermedio all'uscita da quello stadio]

La quantità di moneta spesa per la produzione può essere superiore in un periodo alla quantità spesa per i beni di consumo nello stesso periodo. Hayek cita uno studio di M.W.Holtrop che calcolò che i pagamenti effettuati per i beni di consumo negli Stati Uniti ammontavano a circa un dodicesimo dei pagamenti effettuati per i beni di produzione. Ma questo fatto è stato speso trascurato o non visto del tutto, tanto che lo stesso Smith scriveva che il valore delle merci che circolano tra commercianti non può mai superare il valore delle merci che circolano tra commercianti e consumatori. Ciò che non è stato capito è che i beni possono essere scambiati molte volte contro moneta prima di arrivare ai consumatori, “ in media tante volte quanto l’ammontare speso per i beni di produzione è maggiore dell’ammontare speso per beni di consumo #”. Ed infatti nel nostro esempio, ipotizzando che i valori siano stati espressi in termini monetari, si ha una spesa per il consumo pari a 40 e una spesa per i prodotti intermedi pari a 8+16+24+32=80. La proporzione 40:80 rappresenta il rapporto tra la produzione di beni di consumo e la produzione di beni intermedi.

Un altro punto importante è che la struttura produttiva non rimane inalterata, né in termini di lunghezza, né in termini di grandezza. Essa rimane tale solo se gli imprenditori troveranno vantaggioso re-investire le stesse proporzioni dei propri ricavi nello stesso modo. Nelle parole di Hayek:

Il mantenimento del grado esistente dell’organizzazione capitalistica dipende, perciò, dai prezzi pagati ed ottenuti per il prodotto di ciascuno stadio di produzione, e questi prezzi, quindi, sono un fattore molto concreto e realmente importante nel determinare l’orientamento della produzione.


La transizione verso metodi di produzione più capitalistici avviene perciò quando si modifica la proporzione tra la domanda di beni consumo e beni di produzione in favore di quest’ultima, e viceversa. Essa può avvenire per effetto di una modifica volontaria nelle preferenze di consumo e risparmio, o per una modificazione della quantità di moneta. Nel caso di un aumento del risparmio volontario, che modifichi ad esempio la relazione precedente da 40:80 a 30:90 (ovvero 1:3), l’ammontare maggiore reso disponibile per la produzione viene impiegato per organizzarla in maniera tale da consentire di vendere la produzione di beni di consumo a 30. Ciò comporta che la durata media dei processi indiretti e degli stadi intermedi aumenti in proporzione all’aumentata domanda di beni di produzione. Alla fine della transizione la struttura ne risulterà modificata. Il prezzo unitario dei fattori produttivi, disponibili nella medesima quantità se si trascura l’aumento di capitale, cadrà nella stessa proporzione mentre il prezzo unitario dei beni di consumo, disponibili in maggiori quantità in seguito all’adozione di metodi di produzione più capitalistici, cadrà in misura possibilmente maggiore. Inoltre la quantità spesa negli ultimi stadi produzione è diminuita, mentre è cresciuta nei primi stadi. Una volta modificata la struttura di produzione essa, se le preferenze non si modificano nuovamente, rimane permanente. Una quantità invariata di moneta non crea in questa situazione alcuna difficoltà rispetto all’aumento della produzione dei beni di consumo, all’aumento della circolazione dei beni di produzione e del numero degli stadi.

La nuova struttura di produzione sarà pertanto:

4.3 8.6 12.9 17.1 21.4 25.7 30

Cosa succede quando la quantità di moneta non rimane invariata? Hayek esamina il caso di un aumento della moneta sotto forma di concessione di crediti ai produttori, supponendo che essi siano concessi per creare artificialmente il rapporto tra le preferenze per beni di consumo e risparmio analizzato in precedenza sotto forma di risparmio volontario. A tal fine la quantità aggiuntiva di moneta che deve essere concessa è pari a 40 (il rapporto diviene infatti 40:120, 1:3). La prima differenza rispetto alla situazione del risparmio volontario è che il valore dei beni intermedi è maggiore, poiché la produzione può essere rivenduta per 40. L’altra differenza, più importante è che nel caso del risparmio volontario non v’era ragione per un ripristino delle posizioni iniziali: esso avveniva perché un certo numero di individui aveva deciso di modificare la proporzione del proprio reddito destinata al risparmio, ottenendo alla fine della transizione una parte maggiore dell’accresciuto reddito reale #.
Nel caso dell’espansione del credito il risparmio non è effettuato volontariamente da coloro che trarranno profitti dai nuovi investimenti. E’ fatto invece dai consumatori nei termini in cui ottengono meno beni in cambio del loro reddito monetario, nonostante le loro preferenze di consumo non siano mutate. Se il loro reddito monetario aumentasse tenderebbero ad espandere il consumo secondo le loro preferenze iniziali, modificando nuovamente la struttura produttiva, ovvero accorciando i processi e aumentando le quantità di moneta scambiate negli ultimi stadi della produzione. Alla fine della transizione il valore monetario dei beni di consumo risulta aumentato, l’organizzazione della produzione meno capitalistica e “ parte del capitale nuovo investita in un’attrezzatura adatta solo ai processi più capitalistici andrà perduta #”. Tale transizione verso metodi di produzione meno capitalistici per Hayek assume necessariamente la forma della crisi economica. Questo restringimento della catena produttiva avviene anche come conseguenza di una accresciuta quantità di moneta disponibile per i consumatori, anche se gli effetti sono generalmente meno gravi.

Da ricordare che la proporzione di quantità di beni scambiati contro moneta ed il flusso totale dei beni non va confuso con la proporzione tra il volume dei pagamenti monetari ed il volume fisico dello scambio. Se una porzione costante del flusso totale dei beni vieni scambiata contro moneta, essa rimane invariata anche quando il volume degli scambi cresce relativamente alla quantità di moneta impiegata per i pagamenti ed i prezzi cadono.

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