Re: Le banche islamiche

Inviato da  Mande il 7/4/2008 22:55:38
Pikebishop
Citazione:

In pratica l'accordo sembra essere molto piu' onesto ed etico. I mutui ricordano gli affitti a riscatto con cui molta gente nei tempi belli ha potuto comprare un'abitazione da vari enti statali, i finanziamenti alle imprese sembrano essere partecipazioni non solo degli utili, ma anche dei rischi.

Gli unici prestiti che le banche islamiche fanno alle aziende nei mercati occidentali sono prestiti azionari.
Il corano infatti non vieta di percepire un utile dal proprio prestito (investimento) ma vieta l'interesse.
Un prestito azionario tiene ovviamente conto dell'utile o perdita di esercizio dell'azienda.

Qualora qualcuno decidesse contestare queste affermazioni occorre ricordare perché un investimento azionario è un prestito all'azienda.

Una azienda si può finanziare in due modi:

Un prestito alla persona giuridica (azienda) da parte dei soci noto come capitale sociale che può essere suddiviso in azioni.
Come ogni debito dell'azienda finisce al passivo dello stato patrimoniale.
In cambio del prestito i creditori ricevono gli utili o perdite dell'azienda e non gli interessi.
Gli utili di una azienda sono anche essi al passivo perché sono un debito della persona giuridica verso i soci o gli azionisti.

Un prestito ad interessi finanzia una azienda e finisce al passivo tra i debiti.
In cambio del prestito i creditori ricevono capitale+interessi alla scadenza.

Le banche islamiche dunque prestano denaro alle aziende dei nostri mercati solo attraverso l'acquisto di azioni che non prevedendo interessi è conforme alle norme coraniche.

Non solo le banche islamiche prestano soldi alle aziende comprando azioni.
Un caso famoso e recente italiano è il concordato fiat.

http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=art&artId=652190&chId=30
Citazione:

L'incontro al vertice tra Fiat e le banche del convertendo da 3 miliardi si terrà martedì ( oggi tutto lo staff del Sanpaolo è impegnato in un convegno a Napoli).
.....
Se un'ipotesi del genere dovesse concretizzarsi, ciò significherebbe per Fiat comunque l'aumento del patrimonio e l'abbattimento dei debiti, a fronte di un ingresso in forze, ma temporaneo, delle banche nel capitale. Se la conversione avvenisse oggi, le banche tutte insieme disporrebbero di una quota compresa tra il 26% e il 28% del capitale ordinario, Ifil scenderebbe dall'attuale 30% a circa il 22 per cento.

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=46&topic_id=4275&post_id=115670