Re: L'Elitismo, a.k.a. la teoria del mondo reale

Inviato da  Paxtibi il 25/7/2007 12:11:00
Se, allora, la diseguaglianza naturale di abilità e di interesse fra gli uomini deve rendere le elite inevitabili, l'unico percorso ragionevole è abbandonare la chimera di uguaglianza e accettare la necessità universale dei capi e dei seguaci. Il compito del libertario, la persona dedicata all'idea della società libera, non è di opporsi alle elite che, come l'esigenza della libertà, fluiscono direttamente dalla natura dell'uomo. L'obiettivo del libertario è piuttosto di stabilire una società libera, una società in cui ogni uomo è libero trovare il suo livello migliore. In tale società libera, ognuno sarà "uguale" soltanto nella libertà, mentre vario e diseguale sotto tutti gli altri aspetti. In questa società le elite, come chiunque altro, saranno libere di alzarsi al loro livello migliore. Nella terminologia di Jefferson, scopriremo le "aristocrazie naturali" che raggiungeranno l'eccellenza e la leadership in ogni campo. Il punto è di permettere la crescita di queste aristocrazie naturali, ma non la legge delle "aristocrazie artificiali" – coloro che comandano per mezzo della coercizione. Gli aristocratici artificiali, gli oligarchi coercitivi, sono gli uomini che salgono al potere invadendo le libertà dei loro compagni uomini, negando loro la libertà. Al contrario, gli aristocratici naturali vivono in libertà ed armonia con il prossimo e crescono esercitando la loro individualità e le loro più alte abilità al servizio dei loro compagni, in un'organizzazione o producendo efficientemente per i consumatori. Infatti, gli oligarchi coercitivi giungono invariabilmente al potere sopprimendo le elite naturali, e con loro altri uomini; i due generi di leadership sono antitetici.

(Murray N. Rothbard)

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=46&topic_id=3672&post_id=96887