Re: L'Elitismo, a.k.a. la teoria del mondo reale

Inviato da  BlSabbatH il 21/7/2007 13:18:28
Citazione:
le differenze esistono e sarebbe sciocco far finta di non vederle e credere che siamo, attualmente, tutti allo stesso livello di sviluppo.

concordo nella diversità intrinseca dei singoli, tuttavia penso sia d'obbligo una condizione di substrato comune di partenza: stesse possibilità di istruzione e sanità per un perfetto ricambio d'elite partendo da qualsiasi posizione, soprattutto dal basso. Ecco perchè credo nell' (a-prima-vista-inefficiente) essenziale welfare state.
Citazione:
viviamo in una società profondamente infelice e atomizzata, dove ciascuno persegue finti bisogni e illusioni di felicità attraverso il possesso e si è perso il senso della compartecipazione con gli altri che infine è il bisogno primario che inconsapevolmente perseguiamo e attualmente abbiamo limitato all'esclusivo rapporto con i familiari più steretti quando ci va bene

ahimè è un pò come in fahrenheit 451 di Bradbury o come nel nuovo mondo di Huxley.. l'elite ha imparato che la repressione in salsa staliniana è poco performante per la propria conservazione. Meglio seguire i precetti della dottrina imperiale romana, ovvero "panem et circenses". Fornire costantemente alla massa dominata puro oppio consumista a pioggia, propinando quotidianamente attraverso il manganello mediatico, la propaganda del bisogno infinito. Non ci sarà nessun motivo per desiderare altro, si lavora per produrre, si guadagna per comprare. L'arte non si osteggia più, semplicemente la si trasforma in prodotto.
I pochi recalcitranti non "tossicodipendenti" (e che ahimè, rifiutando l'oppio si autocostringono ad un esilio sulla montagna.. ) saranno soggetti a frustrazioni lancinanti, visto che non potranno parlare in pubblico di argomenti che non sfiorino almeno i temi più sentiti del popolo-prolet orwelliano: calcio-wrestling-uominiedonne-veline-maria defilippi-beautiful..
Tali frustrazioni (in parte lenite da luogocomune.net misericordioso ) faranno leva sicura per una inevitabile aggregazione dei non-ottenebrati verso la classe dominante.

Per i duri e puri rimane l'alternativa dell'autoesclusione perenne nel limbo masochista dell'anarchia, con tutto l'accumulo di bile che ne consegue

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