Re: Sviluppo sostenibile equo

Inviato da  Al2012 il 13/7/2007 16:30:16
Tratto dal libro “SOBRIETA’ “

<< Una corretta politica di piazza.

Come tentativo di esercitare una pressione vasta e visibile, la vecchia strategia delle grandi manifestazioni di piazza continua a mantenere tutta la sua efficacia, ma devono essere iniziative pacifiche r gioiose.

Innanzitutto per una questione di coerenza politica.

Non possiamo reclamare una società equa e non violenta e nel contempo dimostrare di essere noi i primi a non crederci.

Come ci ha insegnato Gandhi, deve esserci coerenza fra mezzi e fini.

Fortunatamente, c’è una condanna unanime contro le azioni tipo “black bloc”, ma in alcuni settori c’è una certa indulgenza per chi si presenta per chi i presenta in piazza bardato di casco, scudo e bastone, dicendo di volersi difendere dalla polizia.

Chi si presenta così dà il segnale di essere pronto a trasformare la piazza in un campo di battaglia e automaticamente si presentano solo i “giustizieri della notte”.

Tutti gli altri, invece, che vorrebbero sfilare cantando e giocando se ne stanno a casa.

Scendere in piazza per scontrarsi con la polizia è infantilismo.

Non ha niente a che vedere con la politica.

La politica è per definizione lo spazio di tutti, dal bambino al nonno, e chiunque contribuisca a cercare un contesto che impedisca la partecipazione più generale è contro la politica.

Chi gioca allo scontro trasforma la politica in lotta privata.

Una prova di forza per mostrare chi è più duro, chi ha più muscoli, alla stregua degli adolescenti che si sfidano sulle dimensioni del proprio organo sessuale.

Sul piano della forza, inevitabilmente vince il potere e noi ne usciamo tre volte sconfitti.

Sconfitti sul piano dei valori perché abbiamo avallato la violenza.

Sconfitti sul piano politico perché abbiamo castrato la partecipazione.

Sconfitti sul piano dei contenuti perché ci siamo giocati ogni reputazione.

Dobbiamo sapere che ci muoviamo in un contesto ostile.

Il potere non vuole che le nostre idee attecchiscano, ma non ci attacca sul piano dei contenuti perché sa di perdere.

Nel corso del tempo ha imparato che il modo migliore per annientare gli avversari è di attaccarli sul piano dell’immagine, in modo da isolarli.

Ha anche imparato che l’operazione riesce particolarmente bene se può farli passare come diversi, socialmente pericolosi.

Perché dobbiamo essere così stupidi da fornire al potere la possibilità di distruggerci bollandoci come pericolosi e violenti? >>

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=46&topic_id=3656&post_id=96265