Re: SVILUPPO SOSTENIBILE EQUO.

Inviato da  Pausania il 12/7/2007 17:20:40
Al Citazione:
Tu pensi che il privato sia in grado di garantire i diritti di tutti ? Il privato è pronto a garantire i diritti solo se soddisfa la sua esigenza di profitto, chi ha i soldi paga è ha diritti, chi no fatti suoi.

I termini “privato”, “pubblico”, “libero mercato”, “socialismo”, “capitalismo” sono solo parole, flatus vocis. Non troverai due persone che li usino allo stesso modo e – contrariamente a quello che si penserebbe – sono semplicemente il frutto di una particolare visione politica. Per esempio: se pensi ad una quercia, pensi esattamente allo stesso oggetto cui penserebbe un qualsiasi altro abitante del pianeta. Ma se io chiedo a te che economia vige in Europa, sono convinto che tu la definiresti con le parole “capitalista” o “liberista”; se lo chiedi ad un americano (o a Paxtibi), avrà la tendenza a dirti che in Europa c'è un'economia di tipo “socialista”.

Questo per dire che non mi sentirai mai difendere il capitalismo o il socialismo, il libero mercato o il collettivismo, per il semplice motivo che sono parole prive di un corrispettivo univoco nella realtà. Invece se mi chiederai un giudizio sulle querce, sarò ben felice di dartelo.

Citazione:
non capisco cosa centra la schiavitù, mi dispiace, ma non sono così abile nella sintesi e mi è difficile spiegare in poche parole più di venti pagine, in cui si cercano idee alternative in grado di garantire dignità a tutti cercando di svicolarci dall’idea lavoro = denaro = diritto di vivere.

Semplicemente: di fronte ad un male, bisogna vedere a quale soluzione si ricorre. Se il medico, per rimediare ad un'emicrania, prescrive una decapitazione, capirai che non ci siamo. Se mi proponi la piena occupazione come soluzione, bisogna prima mettersi d'accordo a che condizioni tutti lavorano, perché se lavorare tutti significa lavorare gratis e forzatamente, capisci anche tu che non ci siamo.

Citazione:
si fa il confronto delle spese militari in rapporto alle spese per gli aiuti umanitari

A questo ti ha già risposto Pax. Sono decenni che stiamo inondando di denaro i Paesi poveri, e questi stanno diventando sempre più poveri. Non sono gli aiuti che mancano il problema, sono gli aiuti stessi, che stanno massacrando le Nazioni povere. Prova a chiedere a qualcuno di salvare l'Africa facendo togliere tutti gli ostacoli economici che la EU mette in atto per mantenere in vita articificialmente i produttori interni, affamando i produttori del Terzo Mondo. Perché parlare in generale va bene, ma poi quando è tempo di togliere veramente qualcosa a qualcuno, cominciano le rogne.

Lo Stato è un potere centrale sovrano, organizzato in possibili differenti modi, che detiene il monopolio della forza, e impone il rispetto di determinate norme nell'ambito di un territorio ben definito


Citazione:
La comunità al contrario è una entità più piccola che è cosciente delle esigenze e delle aspettative locali ed ha inoltre il pregio di rende più partecipe alla gestione del bene comune le popolazione.

Problema: tu ti riferisci alla comunità come fosse un persona in carne ed ossa. Errato, mille volte errato. La comunità è un insieme di individui appartenenti alla razza umana: non sono né formiche né api e quindi non hanno alcun “pensiero comune”, o coscienza di gruppo o volontà collettiva. Che l'uomo sia sociale e tenda a vivere in gruppi, è evidente. Ciò tuttavia non autorizza a pensare o teorizzare che la volontà del gruppo prevalga sui voleri del singolo, per il semplice motivo che questa volontà non esiste. Usciremmo quindi dalla socialità per passare all'arbitrio di qualcuno – pochi o molti che siano – che impone a qualcun altro cosa fare.

E questo è male. Quindi qualsiasi teoria che comporti l'arbitrio e l'annullamento della libertà del singolo in favore di un feticcio inesistente è male di per sé, a prescindere dagli intenti più o meno buoni.

Citazione:
Quindi non voglio difendere lo “stato centrale” che facilmente si trasforma in “stato padrone”, ma le entità locali.

Bene. Quello che volevo dire nel post precedente è che in queste teorizzazioni del mondo che verrà, equo e sostenibile, manca sempre il passaggio dalla condizione presente a quella in cui ci sono solo le comunità come base della società.

Detta in altre parole: manca sempre la parte in cui si abbatte lo Stato, ed essendo questa condizione preliminare per avere un mondo gestito in base al principio di “piccolo è bello”, non mi pare una questione da poco.

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