Re: SVILUPPO SOSTENIBILE EQUO.

Inviato da  Al2012 il 12/7/2007 1:50:19
X Pausania.

Il sesto capitolo, intitolato L’economia del bene comune, difende l’economia pubblica come garante dei diritti di tutti e prospetta la tassazione del tempo, in alternativa alla tassazione dei redditi, come formula per costruire una forte economia pubblica in un contesto di rallentamento economico.
Ho capito bene? No, perché mi pare di sentire odore di stantio...

Hai capito male, non so se hai letto il libro, l’impressione che ho avuto io non è da intendersi come l’esaltazione del modello comunista statalisti, ma una alternativa ai due modelli, quello capitalistico e quello comunista, che a lato pratico si basano entrambi sul principio di una produzione sempre crescente.
Il problema è quello di riuscire a progettare un sistema alternativo in grado di soddisfare i bisogni di una convivenza in comune in grado di soddisfare le varie esigenze che vanno dalla viabilità, al trasporto pubblico, la cura del territorio, la nettezza, la sicurezza, il cibo, il vestiario, l’acqua, l’alloggio, l’energia, la sanità, l’istruzione, la comunicazione ecc.

Tu pensi che il privato sia in grado di garantire i diritti di tutti ?

Il privato è pronto a garantire i diritti solo se soddisfa la sua esigenza di profitto, chi ha i soldi paga è ha diritti, chi no fatti suoi.

La “tassazione del tempo” è una alternativa al continuo aumento della tassazione sui redditi, e l’aumento è dovuto dal fatto che i costi dei servizi restano immutati, quando non aumentano, mentre i redditi diminuisco nell’ottica di una economia in decrescita.

La “tassazione del tempo” vuol dire che il privato cittadino, invece di dare sempre più soldi, fornisce un po’ del suo tempo, in base alle sue capacità per le prestazioni della sfera pubblica. Come in una comunità solidale.

Il settimo capitolo, intitolato Lavorare su tre gambe, dimostra come è possibile garantire la piena occupazione, pur producendo di meno, a patto di rinforzare l’economia pubblica e di valorizzare il fai da te tramite i canali di economia alternativa come le Banche del tempo.

Certo, anche con la schiavitù si garantisce la piena occupazione...

Qui sono io che non capisco cosa centra la schiavitù, mi dispiace, ma non sono così abile nella sintesi e mi è difficile spiegare in poche parole più di venti pagine, in cui si cercano idee alternative in grado di garantire dignità a tutti cercando di svicolarci dall’idea lavoro = denaro = diritto di vivere.

<< Però in questi discorsi manca sempre la parte in cui al povero consumatore globalizzato viene spiegato quanti soldi vengono usati dagli Stati per ammazzare cristiani e musulmani; quanti soldi vengono usati per costruire armi e aerei, quanti soldi vengono usati per tenere in piedi dittatori più o meno grandi.>>

Da che cosa l’hai dedotto ? A quali discorsi ti riferisci ?

Perché non è vero, si fa il confronto delle spese militari in rapporto alle spese per gli aiuti umanitari, (in questo momento non trovo il punto preciso) si fa riferimento alle spese sostenute dalle multinazionali per armare e corrompere i governi. Si da una visione negativa delle grandi istituzioni mondiali tipo: la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, l’ Organizzazione Mondiale per il Commercio, ma non solo (questo passo l’ho trovato e lo cito, tanto per dare una idea):

<< L’aspetto più sconvolgente è che per eliminare la povertà basterebbe solo 1% del prodotto mondiale, mentre sarebbero sufficienti 40 miliardi di dollari, pari allo 0,1 % del reddito mondiale, per garantire a tutti l’accesso ai servizi sociali di base (Undp, Rapporto 1998 sullo sviluppo umano, Rosenberg & Sellier, Torino 1998). Una cifra veramente modesta se si pensa che nel 2002 le spese globali per la pubblicità hanno raggiunto i 446 miliardi di dollari e che in Europa se ne spendono 50 per sigarette e 11 per gelati. (World Wacht Institute, State of lhe World 2004, Edizione Ambiente, Milano 2004 e Undp 1998). Per non parlare dei 17 miliardi che, fra Europa e Stati Uniti, sono spesi per dare da mangiare a cani e gatti. (World Wacht Institute)>>

<<Peccato però che il meccanismo di "debito-consumo" sia esattamente quello che gli Stati mettono in atto per mantenere in piedi il potere delle banche (controllare i thread in home per credere), quindi non capisco come si possa chiedere di ricorrere allo Stato per la soluzione dei problemi creati dallo Stato stesso...>>

Questo dipende sempre da che cosa si intende con la parola “Stato”, da chi e con quali regole è governato il vivere comune.

Se devo essere sincero non capisco le tue critiche, su che cosa si basano, in ogni modo sono sempre pronto a ricevere, nuove idee e suggerimenti.

La critica fine a se stessa, senza motivazioni concrete, è sterile.

X Linucs

Dovendo limitarmi a discutere ed eventualmente criticare il pensiero, non ho niente da dire in merito al tuo “illuminate” pensiero.

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