Sviluppo sostenibile equo

Inviato da  Al2012 il 11/7/2007 18:16:50
In questo Topic vorrei affrontare il discorso dello sviluppo della nostra comunità umano, governato da leggi sempre più libertarie, che metto al centro della attenzione il “Mercato”, a discapito della dignità dell’essere umano.

Per il “Mercato” l’essere umano è trasformato in “Consumatore” e come tale è adulato, corteggiato; la pubblicità sempre più incalzante, riempie ogni spazio della nostra esistenza, non ci da tregua, usa qualsiasi mezzo per indurci a desiderare quello che non abbiamo, a indebitarci per poterlo acquistare, riempiendo la nostra esistenza di oggetti per la maggior parte superflui, che una volta posseduti perdono il loro fascino perché desiderio indotto che una volta soddisfatto lascia dentro di noi un vuoto, un vuoto esistenziale voluto, che solo desiderando un’altra cosa pensiamo di poter riempire, iniziando nuovamente il ciclo vizioso del consumo.

Tutto il sistema si appoggia sul consumo, se si ferma il consumo il grande castello di carte della nostra progredita società industriale cade a terra, l’economia va in crisi, le fabbriche chiudo, non c’è via di uscita.
Quindi per un sistema del genere il singolo individuo è degno di esistere solo se è in grado di consumare, se ha il potere di acquistare o di indebitarsi per farlo, altrimenti diventa un peso, una nullità e viene emarginato perché non può partecipare alla trottola del consumo.

Il nuovo capitalismo globale, la New Economy delle multinazionali con i loro organismi quali la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, l’ Organizzazione Mondiale per il Commercio stanno muovendo passi da gigante nella direzione sbagliata, producono svariate conseguenze negative che si intrecciano tra loro, producono l’aumento delle disuguaglianze sociali con l’esclusione e lo sfruttamento dei più deboli, il dissesto della democrazia, un rapido e ampio deterioramento della ambiente naturale per il reperimento delle materie prime necessarie al mantenimento di una produzione in continuo aumento.

La cosi detta società del “benessere” in realtà fa crescere da un lato l’alienazione del consumo e dall’altro la povertà, procedendo in una inarrestabile corsa che non guarda in faccia a niente, niente può fermare la corsa verso la ricerca del maggior profitto, le multinazionali continuano a spostare la produzione nelle nazioni dove la mano opera costa meno, dove le leggi sociali schiacciano la dignità umana, facendo circolare le merci e le materie prime per produrle in un vortice di trasporti, trasformando la vita dell’uomo e l’ambiente in cui vive in un prodotto commerciale.

Questi pensieri che ho qui accennato sono scaturiti dalla lettura di un libro, che ho appena terminato di leggere, scritto da Francesco Gesualdi, fondatore e coordinatore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo

Centro
http://www.cnms.it/

Libro

Sobrietà: Dallo spreco di pochi ai diritti per tutti.
Di Francesco Gesualdi
http://www.cnms.it:8080/cnms/pubblicazioni/sobrieta

Di seguito un estratto della locandina pubblicitaria del libro:

<<Se produciamo di meno, e quindi guadagniamo di meno, chi fornirà allo stato i soldi per garantirci istruzione, sanità, viabilità, trasporti pubblici?
In conclusione, è possibile vivere bene con meno?
E' possibile coniugare sobrietà con piena occupazione e garanzia dei bisogni fondamentali per tutti? E' possibile passare dall'economia della crescita all'economia del limite, facendo vivere tutti in maniera sicura?

Questo libro dimostra che è possibile purchè si sappiano mettere in atto quattro rivoluzioni:

la rivoluzione degli stili di vita,

la rivoluzione della produzione e della tecnologia,

la rivoluzione del lavoro,

la rivoluzione dell'economia pubblica.

Il libro è composto da otto capitoli.

Il primo, intitolato Squilibri scandalosi, dà una panoramica degli squilibri esistenti a livello mondiale nella distribuzione della ricchezza, nei consumi e nella produzione di rifiuti.

Il secondo, intitolato Ricchezza ladra, dà una breve descrizione dei meccanismi attraverso i quali il Nord continua ad arricchirsi alle spalle del Sud, mettendo l’accento sul ruolo di rapina delle multinazionali petrolifere e sullo sfruttamento del lavoro nell’epoca della globalizzazione.

Il terzo capitolo, intitolato Obbligatorio dimagrire, si concentra sull’esaurimento delle risorse e sui dissesti ambientali.

Il quarto capitolo, intitolato La sobrietà come stile di vita, descrive come si può passare, in concreto, da uno stile di vita consumistica ad uno stile sobrio.

Il quinto capitolo, intitolato Reinventare la produzione, si sofferma sui cambiamenti da introdurre in ambito produttivo ed in particolare sul ruolo dell’energia rinnovabile, sulla centralità dell’economia locale, sulla necessità di passare dalla vendita di beni alla vendita di servizi per responsabilizzare le imprese sui rifiuti.

Il sesto capitolo, intitolato L’economia del bene comune, difende l’economia pubblica come garante dei diritti di tutti e prospetta la tassazione del tempo, in alternativa alla tassazione dei redditi, come formula per costruire una forte economia pubblica in un contesto di rallentamento economico.

Il settimo capitolo, intitolato Lavorare su tre gambe, dimostra come è possibile garantire la piena occupazione, pur producendo di meno, a patto di rinforzare l’economia pubblica e di valorizzare il fai da te tramite i canali di economia alternativa come le Banche del tempo.

L’ottavo capitolo, intitolato Da qui a là, indica cosa possiamo fare in concreto, sul piano personale e collettivo, per spingere il sistema verso un’economia sobria e solidale.

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