Re: Ma è il problema è veramente il "Mercato" ?

Inviato da  prealbe il 17/1/2008 17:41:24
Citazione:
Prealbe allora rispondi: il diritto alla vita deve esserci in una società? Perchè? PERCHE'? (come fai tu...).

Non te lo dico (come fai tu…).

Anzi, te lo dico, va!

L’esistenza in vita dei suoi membri mi pare un presupposto preliminare all’esistenza di una comunità; quindi, in linea di massima, mi pare opportuno che il diritto alla vita sia contemplato. Non incondizionatamente, comunque, come dicevo. In certi casi – straordinari, certamente - può darsi che esso risulti secondo ad altro nella scala di priorità di cui sopra.

Citazione:
stai qundi dicendo che nessuno ha il potere di stabilire delle priorità, e che esse siano definite implicitamente ed in maniera elastica dal corpus sociale? Perchè da parte tua un'affermazione del genere sarebbe una rivoluzione copernicana.



No, non sto dicendo che ”nessuno ha il potere di stabilire delle priorità”, e francamente non ho idea di come tu possa desumere una cosa del genere in base a quello che ho scritto. E, in questi giorni, l’argomento rivoluzione copernicana preferisco evitarlo, ché già ha destato abbastanza clamore.

Citazione:
Comunque ti prego di non confondere un diritto definito dalla società tramite i propri comportamenti, un diritto definito per legge - o per costituzione - e il concetto di assoluto con quello di necessario.

Nell'esempio della società primitiva che ho fatto (fermo restando che la tua argomentazione, sempre lì siamo , è un cane che si morde la coda; ah maschio!! nun sei Socrate ) il diritto alla proprietà non nasce nè come diritto scritto in qualche carta, nè come assoluto. E' una conseguenza del principio di non aggressione. Che, certamente, è indimostrabile che sia assoluto, ma d'altra parte è praticamente impossibile che vi sia una qualche forma di organizzazione senza che al suo interno sia esso riconosciuto.

Va bene. Ci sto. Ma in che misura? A quali condizioni? O incondizionatamente? Questo è il punto.

Un’altra cosa: non ti sto chiedendo dimostrazioni dell’assolutezza di alcunché. Non sono subnormale (che tu ci creda o no! ). È chiaro che ogni principio di questo genere non può che essere arbitrario. Quello che domando (i famosi “perché” che tanto ti piacciono ) vertono sugli effetti pratici - ai fini del buon andamento sociale - dell’applicazione dei principi proposti.

Citazione:
Infine, sulla parte dell'infiintà, stendo un velo, anche se palesemente sei tu che la fai fuori dal vaso quando dici che siccome l'uomo costruisce argini, recinti, dighe e quant'altro, allora cosa c'è di male se lo fa anche con l'uomo stesso. Ancora una volta, siamo all'indimostrabile.

Ancora una volta: me lo dici, per favore (per pietà), perché? Perché “la faccio fuori dal vaso”. (Non un perché metafisico, iperuranico, da “massimi sistemi”, ma un perché concreto, pragmatico, terra terra. Grazie. Grazie grazie grazie.)

Citazione:
Ma non è un caso se in filosofia si parla tanto di post-moderno e decostruttivismo. Solo che, ragionando così, non andiamo da nessuna parte; sono convinto che ci sia poco o niente dietro le parole perciò, o partiamo da presupposti comuni (come quelli sopraesposti) o non si va da nessuna parte a furia di perchè.

Benone. Per questo ti ribadisco che i “perché” metafisici non mi interessano affatto. Restiamo sul concreto.


Prealbe

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