Re: La moneta: che cos'è, come nasce, a cosa serve?

Inviato da  Ashoka il 16/5/2006 20:53:01
E' innanzitutto importante capire il perché nasce la moneta.
Se non si comprende questo diventa poi difficile comprendere alcuni discorsi (es. signoraggio) ed individuare quelle che sono le cause di alcuni problemi (es. povertà)


Dove il libero scambio di beni e servizi è sconosciuto, la moneta non è desiderata. In una condizione della società per cui la divisione del lavoro è un affare puramente interno e la produzione ed il consumo vengono effettuate all'interno di una stessa comunità essa sarebbe tanto inutile quanto per un uomo isolato. Ma anche in un ordinamento economico basato sulla divisione del lavoro, la moneta sarebbe ancora non necessaria se i mezzi di produzione fossero socializzati., il controllo della produzione e la distribuzione dei prodotti finiti fossero nelle mani di un organismo centrale, e agli individui non fosse permesso di scambiare il consumo dei beni assegnati a loro con quelli assegnati ad altri.

Secondo Mises (Ludwig Von Mises, Teoria della moneta e del credito., pag 29 e seguenti), ma non è il solo , premessa necessaria perché esista una moneta è lo scambio di beni. Ma perché questi si possano scambiare è necessario che gli attori (chi scambia) ne abbiano proprietà

Il fenomeno della moneta presuppone un ordinamento economico in cui la produzione è basta sulla divisione del lavoro ed in cui la proprietà privata è riferita non soltanto ai beni di primo ordine (beni di consumo) ma anche ai beni di ordine maggiore (mezzi di produzione).


Chi decide cosa produrre? E come?

Quello che deve essere prodotto e come lo si deve produrre, è deciso in primo luogo dai possessori dei mezzi di produzione

Ma chi produce, necessariamente, non può produrre tutto ciò che gli serve (potrebbe farlo accontentandosi di un “minimo” (veramente minimo!)). Tenderà a produrre qualcosa in più e poi scambiarlo con altri (che avran prodotto cose diverse) in modo da soddisfare i proprio bisogni in modo soddisfacente. Ad es. un contadino produrrà più grano (se l'annata è buona!!) di quanto serve a lui in modo da ottenere in cambio dal vicino pastore del latte e del formaggio, dalla sarta dei vestiti, dal fabbro un aratro nuovo, dal falegname delle assi di legno per allargare il granaio, e così via.
Se alla fine di questi scambi, dopo aver messo da parte il grano per la semina dell'anno seguente, è avanzato ancora del grano, il contadino potrebbe pensare al futuro e cercare di “immagazzinare” il surplus mettendo nel granaio il grano in eccesso (che però necessariamente deperirà con il tempo), oppure effettuando ulteriori scambi e conservando i beni prodotti da altri.

Ma se la “via dello scambio” per il contadino è abbastanza semplice da immaginare, molto meno lo è quella del muratore/ingegnere che vuole “scambiare” la casa che ha appena costruito per soddisfare tutti i suoi bisogni (cibo, vestiti, etc.) e magari conservare qualcosa per il futuro anche lui. Si trova nella spiacevole situazione di non potersi procurare tutto ciò che desidera da un unico scambio ma nel dover provvedere, attraverso scambi successivi, ad ottenere ciò di cui ha bisogno.

Con il passare degli scambi si potranno notare alcune cose:

Alcuni beni vengono scambiati più spesso di altri; un po' perché non sono destinati al consumo immediato (come può essere una pagnotta), un po' perché si deteriorano meno di altri (es. una rosa), un po' perché vengono accettati, in uno scambio, sebbene non siano diretto oggetto di desiderio da parte di chi li riceve (io desidererei una vestito nuovo ma accetto la tua perla perché so che Silvio scambierà con me la perla per il vestito).
Col passare del tempo anche chi all'inizio era restio ad accettare questa merce “che passa di mano in mano” potrebbe venire attratto dall'idea di accettarla anche lui.

Dopo tutto se Santaruina ha il latte che desidero ma non vuole il mio pane, bensì dei calzini nuovi, non dovrò essere costretto a barattare il pane con Pausania che mi darà della birra, che darò a Florizel per una pastiera da dare a Shevek per i calzini.

Offrirò semplicemente il pane a Pausania per la “perla” e la darò a Santaruina per i calzini. La perla poi sarà oggetto di scambio e circolerà fino a realizzare tutti gli scambi richiesti.

Ecco così che la perla emerge come merce, mezzo di scambio privilegiato. Ecco la moneta.

Qualcuno si arricchisce? No. La perla c'era già; l'aveva pescata Bandit e la scambiava già da tempo per pane, pastiere e calzini vari.

Non ci sono abbastanza perle per favorire tutti gli scambi? Pazienza, emergerà qualche altro bene che sarà più adatto a favorirli.

Che differenza c'è tra questo modo di scambiare ed il baratto semplice?

Una, nessuna, ... (centomila)!

Una.. fondamentale: nello scambio indiretto “classico” io non “rivelo al mondo” di volere un paio di calzini. Infatti scambio ed ottengo, nel processo, una birra ed una pastiera, che non volevo in realtà.
Utilizzando la perla come mezzo di scambio invece mostro a tutti di volere i calzini ed allo stesso tempo mostro a tutti di voler scambiare il mio pane.
Chi ha bisogno di qualcosa quindi sa dove andare per procurarsela direttamente.

Nessuna... de facto gli scambi che si realizzano sono gli stessi... Shevek avrà la sua pastiera, Flo la sua birra e Pausania il suo pane....

Centomila.. scambiare beni poco trasportabili può essere difficile, così come mettere da parte delle pecore (Specie se non sei un pastore!) , scambiare i quattro quinti di una pecora con i mezza mucca può essere difficile!

Ashoka

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