Re: La moneta: che cos'è, come nasce, a cosa serve?

Inviato da  Ashoka il 14/5/2006 21:54:47
Continuazione del brano di Bastiat


B: Va bene inizia e spiegami, per prima cosa, come un errore su cosa sia la moneta, sempre che errore ci sia, è da indicarsi come la radice di tutti gli errori in politica economica?

F. Beh, ora, è possibile che tu mi assicuri coscientemente di non aver mai confuso la moneta con la ricchezza?

B. Beh non lo so, dopo tutto, che conseguenze può avere una tale confusione?

F. Nulla di molto importante. Un piccolo errore nella testa che non avrebbe avuto conseguenze sulle tue azioni; perché puoi vedere che, rispetto al lavoro e al libero scambio, benché ci siano tante opinioni quante teste ci sono, agiamo più o meno tutti alla stessa maniera.

B. Un po' come tutti camminiamo per terra, anche se non siamo tutti d'accordo riguardo la teoria della gravitazione e dell'equilibrio.

[..]

F. Allo stesso modo un uomo morirebbe di fame, avendo deciso che la vera ricchezza è la moneta, se portasse fino alle estreme conseguenze la sua idea. Questa è la ragione per cui questa teoria è falsa, perché non vi è teoria vera che non risulti dai fatti stessi, come sempre verificatosi, ed in ogni luogo.

B. Posso capire che, in pratica, e sotto l'influenza dell'interesse personale, i cattivi risultati dovuti ad azioni erronee tendono a correggere gli errori. Ma se tu dici che questa cosa di cui hai parlato ha un così misero effetto, perché ti disturba così tanto?

F. Perché, quando un uomo, invece di agire per sé, decide per altri, l'interesse personale, quella sentinella sempre vigile e sensibile, non è più presente per avvertire “Fermati! Il colpevole è un altro.” E' Peter che viene inganno, e John che soffre; il falso sistema adottato da un legislatore diventa la regola d'azione per l'intera popolazione. E osserva la differenza. Quando hai del denaro, ed hai molta fame, quale che sia la tua teoria sulla moneta, che cosa fai?

B. Vado dal panettiere e compro del pane.

F. Non esisti ad usare il tuo denaro?

B. L'unico uso del denaro è comprare ciò che uno vuole.

F. E se il panettiere ha sete, che cosa farà?

B. Andrà dall'oste e comprerà del vino con il denaro che gli ho dato io.

F. Ma come? Non ha paura di andare in rovina lui stesso?

B. La vera rovina sarebbe essere senza cibo e senza nulla da bere

F. E tutti al mondo, se liberi, agirebbero nella medesima maniera?

B. Senza dubbio. Morirebbero di fame per non dar via un pence?

F. Certamente no, cosa che io considero agir in modo saggio, ed il mio unico desiderio è che la teoria non sia altro che un'immagine veritiera di ciò che viene praticato universalmente. Ma supponiamo che tu sia il legislatore, il Re assoluto di un vasto impero, dove non ci sono miniere d'oro.

B. Non è una fantasia spiacevole

F. E supponiamo, inoltre, che tu sia convinto sino all'osso di questa cosa: che la ricchezza consiste solamente ed esclusivamente di moneta; a quale conclusione verresti?

B. Concluderei che non v'è altro modo per me di arricchire il mio popolo, o per loro di arricchirsi da soli, se non portar via denaro dalle altre nazioni.

F. Che è come dire di impoverirle. La prima conclusione, quindi, alla quale arriverei è che una nazione può solo guadagnare laddove un'altra perde.

B. Questo assioma ha l'autorevolezza di Bacone e Montaigne

F. Non rende la cosa meno dolorosa in quanto implica che il progresso è impossibile. Due nazioni, non più di due uomini, non possono prosperare fianco a fianco.

B. Sembrerebbe che questo sia il risultato di questo principio

F. E poiché è ambizione degli uomini arricchire sé stessi, ne segue che tutti sono desiderosi, secondo la legge della Provvidenza, di rovinare il loro prossimo.

B. Questo non è il Cristianesimo, è politica economica.

F: Questa dottrina è detestabile. Ma, continuando, ho fatto di te il re assoluto. Non ti basta ragionare, tu devi agire. Non c'è limite al tuo potere. Come metteresti in pratica la tua dottrina: La ricchezza è la moneta?

B. Il mio sforzo sarebbe di aumentare, incessantemente, la quantità di moneta del mio popolo.

F. Ma non ci sono miniere nel tuo regno. Come ne vieni a capo? Cosa faresti?

B. Non dovrei far nulla. Dovrei semplicemente proibire, con la pena di morte, che un singolo dollaro abbandoni il paese.

F. E se accadesse che il tuo popolo fosse affamato oltre che ricco?

B. Non importa. E' il sistema che stiamo discutendo. Lasciar loro esportare dollari sarebbe come lasciarli impoverire.

F. Quindi, per tua stessa confessione, tu li obbligheresti ad agire secondo un principio completamente opposto a quello in base a cui tu stesso avresti agito nelle stesse circostanze. Perchè?

B. Solo perché la mia fame tocca me, la fame di una nazione non tocca i legislatori.

F. Bene, ti posso dire che il tuo piano fallirebbe, che nessuna sovrintendenza sarebbe sufficientemente vigilante, quando il popolo ha fame, per prevenire che dollari escano dal paese per farci entrare del grano.

B. Se è così, questo piano, che sia erroneo o no, non avrebbe effetto; non farebbe né del bene né del male, e quindi non richiede ulteriori considerazioni.

F. Dimentichi di essere il legislatore. Un legislatore non si deve perdere d'animo per sciocchezze, quando sta facendo esperimenti sugli altri. Se non ha successo la prima misura, dovresti approntare altri mezzi per ottenere il tuoi scopo.

B. Quale fine?

F. Devi avere una cattiva memoria. Era quello di aumentare, in mezzo alla tua popolazione, la quantità di moneta, che si presume sia la vera ricchezza.

[..]

F. Pensaci bene. Per prima cosa ti faccio osservare che il tuo primo piano risolveva il problema soltanto in forma negativa. Prevenire che i dollari escano dal paese serve a prevenire che la ricchezza diminuisca, ma non serve ad incrementarla.

B. Ah! Ora inizio a vedere.. il grano che lasciamo entrare.. mi è venuta un'idea brillante.. il ragionamento alla base ingegnoso, il mezzo infallibile. Ora ci sono arrivato

F. Ora dovrei chiederti... a cosa?

B. Come a cosa? Al modo di aumentare la quantità di moneta.

F. Come faresti dunque?

B. Non è evidente che se il il gruzzolo di monete deve costantemente aumentare, la prima condizione è che non si prelevi nulla.

F. Certamente

B. E la seconda, che vengano fatte continuamente aggiunte.

F. Ovvio

F. Quindi il problema sarà risolto, sia in modo negativo che positivo, se da una parte faccio in modo di prevenire che lo straniero prelevi moneta, mentre dall'altra parte lo obbligo a versarne.

F. Molto bene...

B: E' una cosa nuova? Devo brevettarla...

F. Non hai bisogno di farlo, sei stato preceduto. Ma ti devi prender cura di una cosa.

B. Che cosa?

F. Ho fatto di te il re assoluto. Capisco che stai per impedire ai tuoi sudditi di comprare all'estero. Sarebbe sufficiente se tu impedissi loro dall'entrare nel paese. Trenta o quarantamila funzionari doganali dovrebbero essere sufficienti per sbrigare il lavoro

B. Sarebbe costoso. Ma cosa importa? Tanto la moneta che ricevono non esce dal paese.

F. Vero. E questo è il fattore vincente del sistema. Ma per assicurare le esportazioni, come procederesti?

B. Le incoraggerei con sussidi, ottenuto per mezzo di qualche buona tassa sul mio popolo.

F. In questo caso, gli esportatori, costretti dalla competizione tra loro, abbasserebbero i loro prezzi in proporzione, e questo sarebbe come fare un regalo agli stranieri del valore dei sussidi o delle tasse.

B. Però la moneta non uscirebbe dal paese.

F. Ovviamente. Questo è chiaro. Ma se il tuo sistema ha dei benefici, anche i governi degli altri paesi lo adotterebbero. Questo farebbe loro stilare piani simili al tuo. Avrebbero i loro funzionari alle dogane, e rifiuterebbero i tuoi prodotti, in modo che sia per loro, che per te la quantità di moneta non possa essere diminuita.

B. Armerei un esercito e forzerei i loro confini.

F. Loro avrebbero il loro esercito per forzare i tuoi.

B. Costruirei navi, farei conquiste, acquisirei colonie, e creerei consumatori per la mia gente, che siano obbligati a mangiare il nostro grano e bere il nostro vino.

F. Gli altri governi farebbero lo stesso. Disputerebbero le tue conquiste, le tue colonie, ed i tuoi consumatori; vi sarebbe quindi guerra su tutti i fronti e sarebbe tutto un tumulto.

B. Aumenterei le tasse, ed i funzionari doganali, ed il mio esercito e la mia marina.

F. E lo stesso gli altri.

B. raddoppierei i miei sforzi

F. E gli altri raddoppierebbero i loro. Nel frattempo non abbiamo prove che tu riesca nel tuo intento di aumentare di molto le esportazioni.

B. E' tristemente vero. Al massimo gli sforzi commerciali potrebbero neutralizzarsi l'un l'altro.

F. E lo stesso per quelli militari. E dimmi non sono forse questi funzionari doganali, soldati, navi da guerra, queste tasse oppressive, questa continua battaglia per un risultato impossibile, questo stato permanente di guerra aperta o segreta contro il mondo intero; non sono la logica ed inevitabile conseguenza del fatto che il legislatore ha adottato un'idea, che tu ammetti che non sarebbe presa da nessun uomo che comandi sé stesso, che “la ricchezza è il denaro e aumentare il denaro è come aumentare la ricchezza?”

B. Te lo assicuro. E quindi o l'assioma è vero e quindi il legislatore deve agire come ho descritto, benché la conseguenza sia una guerra universale o è falso, ed in questo caso gli uomini, distruggendosi a vicenda, non fanno altro che rovinarsi tra di loro.

F. E ricorda che prima che tu divenissi re, lo stesso assioma ti aveva condotto con un processo logico alla seguente massima “Se uno guadagna un altro deve perdere. Il profitto di uno è la perdita dell'altro”. Massima la quale implica un inevitabile antagonismo tra tutti gli uomini.
B. Si verissimo. Che io sia un filosofo o un legislatore, che io ragioni o agisca sulla base del principio che il denaro è ricchezza, arriverò sempre ad una conclusione o un risultato: guerra universale. E' stato un bene che tu abbia indicato le conseguenze prima di iniziare una discussione su questa materia, altrimenti, non avrei mai avuto il coraggio di seguirti sino alla fine di questa dissertazione di economia la quale, per dirti la verità, non è che sia di mio gusto.

F. Cosa vuoi dire? Io stavo semplicemente pensando a questo quando mi hai sentito imprecare contro la moneta! Mi stavo lamentando che i miei compaesani non avevano il coraggio di studiare questo, che è così importante e che dovrebbero conoscere.

B: E le cui conseguenze sono così terribili...

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