Re: Il Signoraggio e la truffa delle banche

Inviato da  Spectral84 il 27/1/2010 17:31:14
altro post, vi chiedo cosa ne pensate :

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Tratteremo in questo post due argomenti, la riserva frazionaria e l'inflazione (nell'area euro) e faremo un'analisi statistica dei dati per vedere se sono correlate.

Innanzitutto cos'è la riserva frazionaria.
E' un meccanismo per cui se la banca riceve un deposito di (es.) 100 euro, può prestarne una certa quota, es. 98 euro, purché ne mantenga come riserva una percentuale, in questo caso il 2%.
La % di riserva obbligatoria è stabilita dalla politica monetaria della bce, in particolare lo statuto BCE, art. 19
e REGOLAMENTO (CE) N. 1745/2003 impongono che le banche europee abbiano una riserva del 2%.

Quando A porta in banca 100 euro, e la banca ne presta poi a B 98, in "circolazione" ci sono più soldi.
Ma non sono soldi veri, ossia in realtà non sono stati stampati nuovi soldi, cosa che può fare solo la banca centrale.
Si veda infatti cosa sono la base monetaria M0, M1,M2,M3. In sostanza M0, ossia la base monetaria, sono i soldi di carta, emessi dalla BCE o dalle sue filiali (le banche nazionali, BCN).
M1,M2,M3,.. sono invece moneta anche detta "scritturale".
La banca quando presta (parte de)i soldi di A a B si fa comunque pagare degli interessi. Questo è considerato un tipo di signoraggio , detto "secondario". Ossia un guadagno derivante dalla creazione di DENARO SCRITTURALE.

Il valore di M3 dà quindi conto della moneta "scritturale" creata dalle banche private. In particolare questo è dato M3-M0.

Vediamo ora cos'è l' INFLAZIONE . Questa è "Il generale aumento continuo dei prezzi di beni e servizi in un dato periodo di tempo che genera una diminuzione del potere d'acquisto della moneta".
L'aumento dei prezzi è di solito calcolato da istituti statistici appositi, che usano dei panieri e delle tecniche specifiche. In Italia è l'ISTAT che si occupa di questo calcolo.
Il metodo di calcolo è piuttosto complesso, e per alcuni non è davvero indice dell'inflazione "percepita" dai cittadini, però non è questa la sede per discuterne.

E' opinione ampiamente diffusa e riconosciuta che c'è una relazione assolutamente stretta tra moneta circolante e inflazione, a tal punto che:
"Secondo la scuola austriaca il termine "inflazione" non significa aumento generalizzato dei prezzi, bensì aumento della massa monetaria in circolazione nel mercato. Per gli austriaci l'aumento dei prezzi è solo una delle conseguenze dell'inflazione monetaria.."
Ossia secondo la scuola austriaca è addirittura per definizione inflazione l'aumento della massa monetaria (attenzione, MASSA monetaria, non BASE monetaria) e l'aumento dei prezzi una sua conseguenza.
C'è da dire però, per la precisione, che l'aumento dei prezzi può avere anche altre cause, oltre all'aumento della massa monetaria circolante:
prezzo delle materie importate, costo dei fattori produttivi, costo dei servizi necessari a creare la merce, aumento della domanda, etc.
Appare infatti logico che se la massa monetaria circolante è (es.) 1000 e introduco il 10% in più, non tutti i beni aumenteranno del 10%. Alcuni magari aumenteranno del 30%, altri rimarranno invariati, ad esempio perché, per beni come il pane, una massaia che compra 1Kg di pane al giorno, non aumenta il proprio consumo di pane solo per il fatto di avere il 10% in più di soldi in tasca, però magari si concederà una focaccia in più ogni tanto etc. Insomma i singoli prezzi sono in qualche modo scorrelati dalla massa monetaria, è il "paniere" che può darne una misura complessiva.

Facciamo qualche considerazione preliminare.
Il quadro per cui se A deposita 100, la banca presta 98 a B, che a sua volta presta 96 (in realtà qualcosa in più, ossia 98-2%, ma facciamola semplice) ad altri, che poi ridepositano etc. è un quadro che consente, nella pura teoria, di "moltiplicare" il deposito iniziale di 100 per un certo fattore, che, fatti gli opportuni calcoli si trova essere pari a 1/(percentuale di riserva frazionaria)
Ossia se la % di riserva frazionaria è il 2%, 1 / 0.02= 50.
In sostanza con il 2% di riserva frazionaria il meccanismo di "moltiplicatore dei depositi" permette di raggiungere, NELLA PURA TEORIA, ad un valore di M3 pari a 50 volte la base monetaria M0.

A questo punto però, a qualcuno suonerà un campanellino nella testa. Cos'era l'inflazione?
"Il generale aumento continuo dei prezzi ".
Ma se M3 è limitata superiormente, e matematicamente ad un limite superiore pari a 50 M0, potrà la riserva generare inflazione " a lungo andare"?
No. Infatti, dopo un periodo di "fiammata inflattiva" dato dall'introduzione del concetto di "riserva frazionaria", che genera un'ondata di prestiti e crea M3 a partire da M2. Questo però è accaduto tanti anni fa, non sono neanche in grado di dirvi quando. Forse da quando esistono le banche private.
Insomma la "fiammata inflattiva" dovuta a questo fenomeno c'è stata innumerevoli anni orsono.
Ma poi cosa succede?
Succede che si crea un equilibrio tra:
richiesta di nuovi prestiti e restituzione dei prestiti precedenti.
Ossia accade ad un certo punto che le richieste di nuovi prestiti diminuiscano e quindi, per via delle restituzioni che man mano avvengano relative ai prestiti precedenti, M3 diminuisca.
Quando i nuovi prestiti invece aumentano, M3 aumenta.
Ovviamente non è un equilibrio stabile, ossia ci sono vari fattori che possono far pendere la bilancia verso nuovi prestiti in aumento o prestiti in diminuzione aumentando o diminuendo di fatto M3.
Quali sono questi fattori?
Innanzitutto il costo del denaro. Ossia quanto "costa" chiedere soldi in prestito, ossia gli interessi che si pagheranno. Più alti sono i tassi più si è ovviamente scoraggiati a chiedere un prestito, e si preferisce ad esempio risparmiare, per comprare in contanti, oppure per lo meno ridurre l'entità del prestito.
Il costo del denaro dipende dai tassi con cui le banche concedono prestiti, ed è correlato a quanto le banche pagano il denaro dalla banca centrale (il cosiddetto tasso "ufficiale").
Questo è un aspetto molto importante, infatti la BCE ha una forte influenza nell'incoraggiare/scoraggiare la richiesta di nuovi mutui, poiché "guida" i tassi.
C'è da dire che l'Euribor, indice usato per i mutui a tasso variabile, tende storicamente ad essere un precursore rispetto al tasso ufficiale. Quindi quando si prevede che il tasso ufficiale salirà, l'Euribor tende già a salire. Di solito è un po' tardivo nell'anticipare la discesa, tuttavia ad esempio, è da molto tempo che l'Euribor a 1 mese è inferiore al tasso ufficiale per ben 0.57%, ossia al momento è lo 0.43% mentre il tasso BCE è all' 1%. Evidentemente al momento c'è molta liquidità almeno dal punto di vista bancario.

Un altro fattore che influenza la richiesta di nuovi prestiti è la "fiducia dei consumatori", indice calcolato dall'ISAE, e che indica come i consumatori prevedono si evolverà la loro situazione economica nel periodo successivo. Se un consumatore prevede che la propria situazione economica peggiorerà, sarà certamente meno propenso a indebitarsi per aumentare le proprie spese. Anzi, cercherà di risparmiare. Contribuendo, in tal modo, alla diminuzione di M3, che a sua volta produce spesso deflazione, ossia diminuzione dei prezzi e quindi ad un inasprimento della crisi economica eventualmente in corso.
Viceversa, se un consumatore è "ottimista" sul proprio futuro economico, sarà più propenso a chiedere un prestito per comprare ad esempio, una nuova casa, una macchina, favorendo in tal modo l'aumento di M3 e innescando in questo caso un processo inflattivo.

Su questo fattore la BCE ovviamente non ha un influenza diretta. La fiducia del consumatore è infatti più correlata all'economia del paese in cui si trova e alle mosse che il governo intraprende e quanto beneficio hanno realmente sul paese.

Torniamo quindi alla relazione tra riserva frazionaria (strettamente correlata a M3) e inflazione.
Poiché la riserva frazionaria c'è sempre, sarebbe lecito aspettarsi, in virtù di questo, una continua spinta inflattiva.
Nota - E' anche interessante notare che una moderata inflazione non è un fenomeno del tutto negativo, infatti ad esempio leggendo wiki
"Generalmente infatti, questo processo risulta vantaggioso per i soggetti in posizione debitoria, ed in particolare per le imprese (che frequentemente attingono capitali per finanziamenti) ed anche per lo Stato, che trae beneficio poiché lo stesso denaro avuto in prestito in precedenza, al momento di effettuare la restituzione ha un valore reale minore."
Ossia per chi deve restituire un mutuo a 20 anni (ad esempio), un moderato tasso di inflazione fa si che le sue rate, nel tempo, si riducano di valore, proprio a causa dell'inflazione. La casa comprata 10 anni prima per 100 mila euro potrebbe, ad esempio, dopo 10 anni costare il 40-50-60% in più, con vantaggio per chi ha contratto il mutuo, oltre al fatto che le rate sembrerebbero più "leggere".

Dicevo, perché allora, visto che la riserva frazionaria c'è sempre, la spinta inflattiva non è costante?
Perché la spinta potrebbe resistere solo se continuamente aumentassero i nuovi prestiti. Ma non appena i nuovi prestiti rimangono stazionari, M3 si stabilizza per poi man mano diminuire.
I prestiti precedenti infatti, soggetti a restituzione, "ancorano" la crescita di M3 facendo si appena i nuovi prestiti diminuiscono, le restituzioni relative ai prestiti contratti in precedenza riportino M3 a dei valori di nuovo equilibrio, per poi tornare ad aumentare quando ci sono le condizioni di fiducia e di tassi di interesse appropriati.
In questo però non mi sembra giusto addossare la colpa di questo fenomeno alla riserva frazionaria, che invece sembra essere uno strumento reattivo che permette all'economia di espandersi quando ci sono le condizioni, e rallentare gradualmente quando non ci sono più le condizioni per farlo. Ma tra le "condizioni" non è possibile includere la riserva frazionaria, che invece c'è sempre.
Qualcuno potrebbe pensare allora che l'economia inizia a rallentare quando M3 è arrivata in prossimità dei massimi livelli tecnicamente raggiungibili, ossia 50 M0.
Vediamo che nel febbraio 2007 il rapporto di M3 su M0 era di 10 a 0.8, ossia di 12.5, ben lontano da 50!!
Oppure, in tabella , si nota che la base monetaria M0 (quella piccola blu) negli anni è rimasta intorno a 0.8-1.2 miliardi di euro mentre l'offerta monetaria M3 è arrivata quasi a 9 miliardi di euro (sono numeri che servono ad avere una idea delle proporzioni). In sostanza se il rapporto M3/M0 non riesce ad aumentare, non è per colpa della riserva frazionaria, che permetterebbe molta più moneta in teoria. E' da cercare altrove la causa dell'inflazione e/o delle crisi economiche (che ne determinano la battuta di arresto).
Mi ero proposto all'inizio dell'articolo di calcolare un indice di correlazione tra due successioni numeriche, una data dal valore del paniere istat, ed una data dall'andamento di M3. Ho dovuto rinunciare perché non sono riuscito a trovarne le fonti. Lo farò senz'altro se qualcuno me le fornisce.
Sono però fiducioso di aver dimostrato che la riserva frazionaria non è causa di inflazione, ma è solo uno strumento che permette di creare rapidamente denaro quando le condizioni economiche lo consentono.
Questo non implica "inflazione", perché i prestiti dovranno essere prima o poi restituiti con il ritorno alla situazione iniziale di M3. Questo contrasta la definizione stessa di inflazione ossia "continuo aumento dei prezzi".
In tal senso, è necessario che la base monetaria aumenti, ossia che la BCE consapevolmente immetta a carattere definitivo nuova moneta, ed è l'unica che può farlo per legge.
Ma dato che il principale se non l'unico obiettivo della BCE è contrastare l'inflazione, sarebbe un paradosso.

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Ci sono molti punti in cui non sono convinto...

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