Maledetti Statali!

Inviato da  Calvero il 25/8/2010 18:32:10
.. ho vissuto la mia adolescenza in un paesello del Centro Italia, e al momento Topico di continuare gli studi o meno, di soldi non ce n'erano. Mio padre, disoccupato, racimolava soldi con le vendemmie o con i quadri che dipingeva in tempo reale, d'estate, sulla spiaggia. Ogni tanto arrivava una cassetta di verdura da amici e/o parenti, ogni tanto delle ore fatte ad assistere persone anziane, da parte di mia madre, arrivava qualche spicciolo.

Abbiamo rattoppato una casupola abbandonata a bordo campagna, con tanto di serpenti e gechi che ci giravano dentro e intorno (per la felicità di mamma) e il bagno, fuori. Come una volta. Un sorta di parallelepipedo sgangherato: proprio come quelli che si vedono nei film degli anni che furono... solo che eravamo nei primi anni "80

Non che sia stato un trauma scoprire che per me gli studi non potevano continuare, anzi .. La costrizione dietro un banco di scuola mi ha fatto scoprire presto, sin dalle elementari, l'odio verso l'apprendimento inculcato. Così, grazie alla mia pacatezza, ho passato tutte le classi ... per pietà e compassione da parte degli insegnanti più che altro: per quel bambino taciturno e sempre in disparte. Sono stato un miracolato! nelle stesse situazioni, la maggior parte dei ragazzi venivano bocciati metodicamente (almeno dalla terza elementare in sù). All'asilo ero, praticamente, non accettabile. Senza mamma non potevo stare. O mamma, o guerra ...e le suore non ne potevano più.

Mio padre, quando anni ancora prima, mi portava con lui sul Camion... nel girovagare per sudarsi la pagnotta (anni "70) una volta mi disse mentre bestemmiava per delle consegne che lo stavano facendo impazzire « Giulio! se ti vedo finire a fare l'operaio (mostrandomi la sua mano enorme; enorme veramente e non perché ero bimbo - mio padre era un armadio) ti prendo a schiaffi » ... le bestemmie che ci mise a coronare il suo sfogo commovente non le ripeto per ovvie ragioni...

Così cominciai diretto, come un fuso, a fare il meccanico assunto regolarmente.
9 ORE al giorno, pagate - sulla carta - 8... UN MILIONE E DUECENTO mila lire sulla Busta paga (che dovevo firmare con mutismo e rassegnazione alla consegna dell'impiegato che tutto sapeva) e, in contanti, mi venivano date soltanto LIRE 200.000#: ogni piccola protesta sarebbe stata sublimata da piccole torture psicologiche nell'officina; fino all'inevitabile licenziamento e - compreso nel "prezzo" - la certezza matematica che non saresti stato più assunto in altri posti. Ovviamente oltre che fare il meccanico, dovevi pulire i cessi e spalare fango e olio dove i camion venivano ingrassati e lavati a catinelle...

DUE anni e mezzo di umiliazioni su quello che, fondamentalmente, era un adolescente e che sgobbava veramente. Comprese, urla da parte del Padrone. Ho detto padrone e non Datore di lavoro, che a sua volta conosceva l'azienda dove mio padre sarebbe andato a lavorare; quindi ogni mio tentativo di rivalsa avrebbe messo sotto scacco anche mio padre. Che dopo ha continuato a fare l'autotrasportatore con paghe miserevoli e ore e ore al volante da pauraaaaaa.

Senza contare che al Nord ero un Terrone (dove ero nato) e lì, in Centro Italia, ero comunque un Polentone. Subito ho cominciato a comprendere l'inutile e patetica visione dell'ignobile parte di razza umana che difficilmente riesce a slegarsi dai ruoli in cui contestualmente vive, ci si arrotola, ci si svende, e propina e dispensa arroganti misure e giudizi a chi, in qualsiasi modo, sia diverso ... sia un altro.

Alchè ..imparato il mestiere, comunque decisi di prendermi le palle in mano e mandare a fanculo tutti. La liquidazione? (per dirne una...) Il PADRONE, quando mio padre andò a lamentarsi del fatto che avrei dovuto firmare di ritirarla senza ritirarla, disse: «vogliamo andare dagli avvocati?» e lo disse ..con la faccia di chi sa che con le persone in ginocchio, fare i gradassi è sempre un buon affare. E così fu. Il mondo, per me, si mostrava sempre più chiaro.

In cerca di una fantomatica giustizia, grazie alla mia forza di volontà, conobbi per undici anni pieni - cosa significa essere Statali: entrare nelle logiche della Magistratura, del mondo degli avvocati, nei consigli Comunali di comuni e Comuni ancora.... ai confini dell'Italia con Austria o la Slovenia, ..nelle città dell'entro terra, o nei paeselli. Nelle aule dei tribunali. O puntando realmente la pistola alla faccia di qualcuno, o espellendo extracomunitari con un semplice timbro. Senza pietà. Mettendo a rischio la vita, realmente, per quelli che non sono Statali. Per quelli che ti sputano, realmente, in faccia; Entrare nei meandri della burocrazia Giudiziaria, Militare e Civile. Arrestare persone e nel contempo aiutarne altre a essere tirate fuori dalle lamiere; correre nei burroni per raccogliere gli Albanesi o i poveracci che si fracassavano le ossa per entrare in Italia. Portarli al pronto soccorso con il loro sangue addosso, arrischiandoti ogni dubbio di coltellata o malattie probabilissime. Intervenire per una rapina e vedere la strada correre davanti a te come fosse il tunnel dell'al di là... ma anche, stare chiusi negli uffici a ragionare sugli ordini e le frustrazioni dei superiori che poi, a catena, discendevano dai politici.. ecc. ecc. Vedere la realtà delle vicende vissute in primissima persona, venire distorte, cambiate, mistificate, puntualmente, matematicamente, dai giornalisti. Rovinare la reputazione di colleghi e colleghi ancora, bravissime persone ..e... Mai potuto gestirmi autonomamente ferie, riposi e vita privata. Sono stato punito e trasferito per 3 anni in una zona altamente disagiata, dove l'inverno si sta in una caserma isolata a meno 15° di media invernale. Ma l'estate era una figata! ...e mi hanno levato ogni possibilità di avvicinarmi a casa: perché? ... perché avevo fatto conoscenza con una ragazza del luogo. Avevo 21 anni..

...e... anche qui, tutti prigionieri del contesto, della prigione mentale del proprio Status, anche qui, dove tutti, comunque non venivamo compresi, e soggiogati, ed era vero - si continuava idiotamente ad attaccare la classe avversa, gli Artigiani, i Commercianti: e allora basta, mi sono ripreso le palle in mano (e il cetriolo nel culo) e me ne sono andato..

.. ho fatto il magazziniere, il venditore, il Corriere espresso. L'Operaio. Per ANNI. L'operaio con con la O maiuscola. In una Acciaieria, con tanto di sindacati e maestranze. Qualcosa come 1000 operai effettivi e di indotto. A respirare merda. Che magari fosse stata merda. Magari. E anche qui ognuno nel suo contesto aveva le sue SANTISSIME ragioni: Ognuno rannicchiato nella sua rabbia, nei suoi soldi rubati, e quando intervenivo sulle menzogne che sapevo perfettamente essere tali, venivo osservato come un astronauta nel giardino di casa. Ma in ognuno di loro vedevo e riconoscevo tutti i rovesci della medaglia positivi insieme a quelli negativi. Avevano da lamentarsi come da stare bene. Come uomini: né più né meno di uno statale. Tutti invidiosi: appannati dal Dio denaro a menar odio ai colleghi e a mettersela in culo per una visibilità effimera quanto idiota. Mi dicevano - così non farai carriera! - .. << amico mio, se volevo fare carriera, non sarei venuto qui >> ...prigionieri dell'odio, dell'ingordigia. Tutti saccenti e i più saccenti non sapevano di che cazzo stavano parlando. E amanti, inconsciamente (e sempre di più) del PADRONE. [e Winston amò, ancora una volta il Grande Fratello] Il loro vero Dio insieme alle "migliorie" e agli specchietti delle allodole. Hanno venduto gli scioperi per premi produzione da favola, e hanno intascato soldi e soldi ... tutti, in tutte le classi che ho vissuto, hanno venduto la loro parte di culo (qualcuno anche l'anima): tutti si sono sudati la loro pagnotta, certo, e a nessuno è mai stato regalato qualcosa... ma tutti si vendevano l'anima.

E mentre capitava che, insieme ad un operaio, facevo una chiaccherata al Bar, lui riconosceva un suo vicino di casa. E allora, dopo che lo aveva salutato con un sorrisone, si rigira verso di me e mi dice «lo vedi quello? ..beh, lavora alle poste, maledetto!» ... « maledetti statali! » ed è salito sulla sua Audi Station Wagon da 40.000 euro.


Maledetti uomini

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