Re: banche, derivati, e porcherie varie.

Inviato da  a_mensa il 20/6/2010 18:26:42
12° puntata

Dopo aver visto come funziona il “sistema bancario” , vedremo come esso interagisce con la società in cui è immerso, ed è forse più proprio dire come la sfrutta.
Si, perché lo stato, che dovrebbe essere l’entità suprema di una nazione, e parlo dell’insieme che lo governa (governo, parlamento), è invece ormai dipendente da esso.
La popolazione che dovrebbe essere “sovrana”, e tramite i suoi rappresentanti, esercitare il massimo potere, è invece sotto continuo ricatto, proprio da parte di tale “sistema”.
Ed il mezzo mediante il quale il sistema bancario esercita tale potere è il “tasso di sconto”, ovvero tasso di interesse.
In teoria, i vari tassi, da cui dipendono in modo più o meno diretto tutti dal “prime rate”, hanno tutti una giustificazione abbastanza plausibile, ma è l’insieme nella realtà, che ha assunto, per le condizioni che si sono venute a creare, una forma di vero e proprio ricatto.
Ma bando ai commenti e passiamo alla descrizione.
Il tasso primario è quello fissato dalla banca centrale.
Esso è la seconda arma con la quale controlla la quantità di liquidità sul mercato, in quanto ad esso fanno riferimento tutti gli altri.
L’altra arma è il controllo della liquidità mediante la concessione o il ritiro dei prestiti nei confronti delle banche commerciali.
Di questi ultimi ho già parlato nella puntata precedente, e ricordo che da tale massa dipende, mediante il moltiplicatore applicato, la quantità totale dei prestiti che le banche possono concedere alla clientela, che, corrisponde anche al tetto massimo della liquidità, perché, se ricordate dissi che praticamente TUTTO il denaro nasce da un prestito, appunto i prestiti che le banche hanno in essere.
Ma tale ammontare non dipende solo dal tetto così definito, dipende anche dal fatto che la clientela li chieda i prestiti. Quindi, al massimo con tale mezzo, la banca centrale, può limitare tale massa, ma non la può aumentare, in quanto nessuno può imporre alla clientela di chiedere prestiti. Ed infatti la banca centrale può riempire le banche di liquidità, ma se nessuno la chiede resta nelle banche.
Ricordate il famoso “guinzaglio” con il quale si può trattenere ma non spingere ?
Quindi il tasso di interesse è l’unica arma con la quale la banca centrale può stimolare il mercato a chiedere prestiti, e quindi ad aumentare la massa monetaria.
Ha però un limite anch’esso, in quanto il limite inferiore, ch rappresenta il massimo possibile di stimolo, è lo zero. Non è pensabile un tasso negativo, che vorrebbe dire pagare il cliente affinché chieda prestiti.
Tra parentesi questa è la situazione attuale, con tassi praticamente a zero (FED e BoJ) e BCE con un misero 1%. E tutte le altre banche centrali lì vicino, ma con un pubblico che, costretto da crisi e disoccupazione, tende piuttosto a cercare di restituire i debiti, piuttosto che a farne altri.
Questa grosso modo la teoria.
In pratica le cose stanno un po’ diversamente.
Dal “prime rate” ovvero il tasso primario di sconto stabilito dalla banca centrale, deriva il tasso proposto nell’emissione dei titoli di stato.
Ho già scritto che il tasso effettivo viene poi stabilito nell’asta al ribasso con la quale tali titoli vengono assegnati, ma il “prime rate” è quello da cui si parte.
Faccio una parentesi per descrivere cosa significa “asta al ribasso”.
Faccio un esempio di una emissione di un miliardo di titoli a un anno, con tasso di riferimento 2%, e pagamento degli interessi alla scadenza (ovvero ogni titolo di valore 100, riceverà alla scadenza 102).
I partecipanti all’asta (finanziarie, fondi, banche e ho già detto come esse partecipino con i mezzi propri) fanno in busta chiusa delle offerte.
Per ipotesi una banca potrà chiedere 1000 titoli a 101, 2000 titoli a 100,5, 2000 titoli a 100, 2000 titoli a 99,5, ecc…. ovvero quantità a valore decrescente. È ovvio che un valore di acquisto minore di 100 rappresenta un interesse maggiore del 2%, mentre se è superiore, rappresenta un tasso inferiore (quelli richiesti a 101, in effetti sconteranno alla fine solo un 1% di interesse).
Raccolte tutte le offerte si aprono le buste, e si prendono in considerazione solo tutte le più alte fino a rappresentare la quantità di titoli offerti, quindi si scarteranno le offerte inferiori.
Facendo il calcolo delle quantità di ogni valore per il valore stesso, si calcolerà quindi il prezzo medio, che darà così automaticamente il tasso di interesse medio. Se il valore medio, ad esempio è risultato 100,95 il tasso corrisposto alla fine dell’anno risulterà 102-100,95=1,05%.
È ovvio che più è alta la richiesta, minore sarà alla fine il tasso di interesse applicato, in quanto vi sarà una grossa quantità di “scarto”, mentre richieste, come a volte accade, inferiori all’offerta, porteranno il tasso medio in alto, fino al limite consigliare di ridurre l’offerta.
Ora vediamo cosa rappresenta tutto ciò per un tesoro, come quello italiano che ha la bellezza di 1800 miliardi di euro di debito continuamente da rifinanziare ( e per fortuna non viene a scadenza tutto insieme, ma è distribuito su scadenze a tre mesi, 6 mesi, 1, 2, 5, 10 anni e scadenze in vari giorni dell’anno.
Ma supponiamo che la media degli interessi su tali titoli sia del 2%, vorrà dire che ogni anno 36 miliardi di euro servono solo a pagare gli interessi di tale debito, invece di pagare scuole, giustizia, polizia, ecc… e al limite investimenti produttivi.
Ma supponiamo che il tasso venga portato dall’1 al 3%, per cui il tasso di riferimento nelle emissioni, anziché il 2% debba passare al 4,5% significa che mano a mano che i titoli scadono, e visto che lo stato non ha soldi per ripagarli quindi deve emettere nuovi titoli per ripagare i vecchi, tenderà sicuramente quando tutti i titoli avranno dovuto essere rinnovati ad avere un debito TUTTO al 4,5% che significherà 81 miliardi ogni anno solo di interessi. Se si pensa che si va in pappa solo per un aggravio di 25 miliardi di manovra (tra tagli e nuove entrate) provate cosa vorrebbe dire doverne sborsare 45 in più solo di interessi.
Appare quindi evidente anche un’altra cosa, ovvero come la durata dei titoli sia elemento di stabilità per cosa riguarda il finanziamento del debito pubblico, mentre titoli a breve, riflettano immediatamente sulle necessità dello stato, le variazioni di tale tasso. Se i titoli fossero ad esempio tutti a 3 mesi, vorrebbe dire che dopo 3 mesi l’ammontare degli interessi sarebbe tutto aggiornato, mentre se fossero tutti a 10 anni, l’aggiornamento avverrebbe solo dopo tale tempo.
Ma vi è un’altra considerazione estremamente importante da fare riguardo alle variazioni dei tassi.
Supponiamo che io oggi abbia acquistato un titolo che tra un anno mi darà 102€ a 100€. L’interesse che maturerà su tale capitale sarà ovviamente il 2%.
E supponiamo che domani i tassi salgano al 3%.
Il mio titolo varrà immediatamente 99€ per poter esser scambiato sul mercato dei titoli con quelli che invece renderanno 103€.
Ovvero un aumento in poco tempo dei tassi di interesse, provocherebbe una vendita a valanga dei vecchi titoli, con un loro immediato deprezzamento, cosa che , intasando il mercato che oltre una certa capacità di assorbimento dei titoli (finanziamento) non ha, quindi bloccando di fatto la ricezione di nuove emissioni.
Questa sarebbe la fine di molti stati, che non avendo risorse loro per pagare i titoli in scadenza dovrebbero dichiarare il default.
Inoltre, per ogni investitore, una tendenza al rialzo dei tassi, porterebbe prima di tutto a preferire titoli di breve durata, in modo da poter aggiornare il proprio portafoglio frequentemente e quindi continuamente aggiornandolo all’evolversi dei tassi, ma anche a soprassedere dall’acquisto, potendo probabilmente acquistare domani a prezzi inferiori ciò che non acquista oggi.
Ecco quindi come, solo con il tasso di interesse primario, visto la dimensione dei debiti sovrani, e vista la discrezionalità della banca centrale nello stabilire i tassi di riferimento, gli stati si trovino in continua soggezione (ricatto) nei confronti della banca centrale.

continua

ps. grazie alla segnalazione di Infettato ho corretto tutti i valori da migliaia a centinaia.
mi scuso dell'errore.

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