Re: banche, derivati, e porcherie varie.

Inviato da  a_mensa il 11/6/2010 7:10:28
Parte 4°

Riepilogo pertanto la scena perché avere il quadro completo credo sia importante:
dallo scoppio della bolla delle dot.com. gli S.U. si ritrovano con tassi praticamente a 0 e una montagna di soldi da investire.
Le banche sono quindi piene di liquidità ed enorme capacità di imprestare. Si rivolgono quindi sull’immobiliare , dove già operano Fannie & Freddie che tutti,anche all’estero credono abbiano la garanzia sovrana (anche il Giappone) le quali comperano i mutui (il credito, la gestione e la garanzia costituita dall’ipoteca), li impacchettano per data di scadenza, e li rivendono come obbligazioni loro.
Tutti sono convinti che tali obbligazioni abbiano il massimo di garanzia, ovvero quella del tesoro, ma non è così, esse sono private, inoltre pur gestendo miliardi di mutui hanno un LORO capitale estremamente esiguo ( ora non ricordo, ma forse non arrivava nemmeno al miliardo di dollari).
Il loro lavoro è comunque abbastanza trasparente , in quanto si sa quali mutui sono garantiti dalle obbligazioni.
La truffa invece inizia con la creazione da parte delle banche di società collegate, per fare quello stesso lavoro, che però non si limita ad un impaccamento trasparente, ma impacchettano e ridividono, si scambiano tali asset, che rimettono insieme e ridividono, rendendo impossibile alla fine capire quali mutui garantiscano l’onere del pagamento.
A questo punto le banche le “sganciano, rendendole indipendenti, ma così togliendo loro la garanzia della banca stessa.
Tali società invadono anche parte delle banche europee con questi derivati ch eoffrono discreti interessi, pur avendo delle lucenti triple A.
Anche le stesse banche acquistano tali derivati, per metterli nei loro captali di garanzia.
I prezzi delle case smettono di salire, i mutuatari si trovano con mutui il cui valore supera il valore della casa, e le cui rate non sono compatibili con le loro entrate. Iniziano i fallimenti e i sequestri, ma è difficile trasformare quelle case in denaro, pertanto i derivati cominciano a scendere di valore.
Le banche si trovano così sotto capitalizzate, i possessori dei derivati li vedono perdere valore giorno dopo giorno.
La banche che si sono messe questi derivati nel capitale di garanzia, perdono la capacità di imprestare denaro.
Il fatto della mancanza di trasparenza , trasforma quei derivati in titoli “tossici” che pur rendendo ancora qualcosa, minacciano sempre più di valere sempre meno.
Questo fatto,ovvero l’impossibilità di verificare chi e cosa ci fosse nel sottostante di tali titoli, ne blocca la commercializzazione e così ne viene anche bloccata la formazione del valore.
Più nessuno li vuole, più nessuno ne compera, tranne la FED e il tesoro che li acquistano al valore nominale, pur non valendolo più, tanto per non far fallire le banche, quelle grosse, perché invece quelle piccole , che si sono orientate più sul territorio e quindi sui mutui per edifici “commerciali” vengono semplicemente prese in custodia dalla FDIC.
Si bloccano anche i finanziamenti interbancari. Per il timore di imprestate a qualcuno che sta fallendo si azzerano tali movimenti compensativi.
Quindi chi entra in crisi in questa fase, sono Fannie & Freddie, negli USA, la Northen Rock, in Gran Bretagna, il settore edilizio negli USA che si ritrova con una montagna di abitazioni pignorate, un’altra montagna nuove, in via di completamento, e un po’ di “rumors” relativi a banche tedesche, olandesi e spagnole soprattutto, quelle che avevano acquistato e messo a “capitale di garanzia” quelle “salsicce avvelenate”.
Se c’è un’ultima osservazione da fare, è il fatto che tale crisi, è stata generata soprattutto dal fatto che negli USA, le banche si trovassero piene di liquidità, una liquidità eccessiva ma soprattutto che poteva esser usata per moltiplicarla ancora n volte, (col meccanismo dei depositi frazionati) e poche possibilità di impiego produttivo, avendo rallentato il flusso di capitali verso Cina e altri paesi emergenti.
Il fatto che tali capitali fossero serviti per produrre beni a basso costo (visto il basso costo della mano d’opera in tali paesi), che giungevano sui mercati USA e occidentali in genere, tenevano bassa l’inflazione, ma intanto corrodevano le capacità produttive, nel senso che, non riuscendo a produrre localmente a prezzi competitivi, le aziende che prima li producevano , chiudevano, ed il mercato del lavoro si spostava verso i servizi.
Quindi prezzi dei beni di largo consumo e diffusione tenuti bassi per tale motivo e disponibilità enorme di finanziamento gonfiarono la bolla immobiliare fino a farla scoppiare nella sua parte più debole.
Ma è anche da capire un altro fenomeno.
Si stava in questo modo, suddividendo il mercato della circolazione del denaro.
Un mercato in cui circolavano i dollari, dove si vendevano e compravano i beni di prima necessità, ed un altro mercato dove circolavano le migliaia di dollari, che includeva l’immobiliare, la borsa, il mercato dei derivati, ecc… due mercati con pochissimi transiti dall’uno all’altro, gestiti da persone diverse, nel senso che del primo facevano parte i poveracci, e nel secondo chi cominciava ad affacciarsi alla finanza, chi entrava e usciva dal mercato immobiliare, e considerava il primo , proprio solo per le necessità di base, (a volte anche delegato alla filippina o alla messicana) ma con l’attenzione e la dedizione soprattutto verso il secondo . insomma due mercati dove sembrava che i dollari valessero diversamente, visto che da una parte si trattavano a unità o al massimo a decine, e nell’altro almeno a migliaia.
Come ho detto, fino a questo punto, la crisi era soprattutto crisi USA, e solo parzialmente propagata in Europa e Giappone.
Ed è a questo punto che scoppia il vero bubbone, quello dei CDS.

continua

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=46&topic_id=5793&post_id=168626