Re: scusate la presunzione ma questa è la mia teoria

Inviato da  a_mensa il 29/11/2009 15:13:39
Sembra un’eresia.
Quanto vado ora ad illustrare ha il sapore dell’eresia, in quanto nella forma appare molto simile a quanto sinora è stato oggetto dei miei strali, ma nella sostanza, se avrete compreso quanto ho sinora cercato di esprimere, capirete che è molto diverso.
La prima affermazione è che quasi tutto il denaro in circolazione è frutto di un prestito.
Vorrei ricordare l’affermazione che feci in uno degli scritti precedenti, e cioè che se io do una mela in cambio di una pera, in effetti io scambio IL VALORE della mela con IL VALORE della prera, che in quel momento decidiamo che si equivalgano.
Essendo il valore un attributo immateriale, esso, in quel momento, viene associato alla mela da una parte ed alla pera dall’altra. Mela e pera sono quindi veicoli di ciò che in effetti si sta scambiando, che cioè è il valore.
Così abbiamo visto che le banche creano valore e lo imprestano col sistema delle riserve frazionate, e per farlo uscire dalla banca lo associano a del denaro (banconote o notazione).
Una volta uscito dalla banca, quel denaro comincerà a “trasportare” valore creato dal panettiere, dal fruttivendolo, dal sarto, ecc…. e rientrerà probabilmente in banca per trasportare il valore che compenserà il debito, e ne uscirà nuovamente come per trasportare il valore che verrà scambiato con l’operaio che imbiancherà la banca, o l’impiegato che ci lavorerà dentro, o la ditta che costruirà il bene che la banca acquisterà come “implemento del suo capitale di garanzia.
Spero, con quanto scritto nel mio primo, di aver fatto capire come il denaro sia come un autobus mentre i passeggeri sono il valore. Non occorrerà mai un autobus per ogni passeggero, ma lo stesso autobus, facendo corse diverse, trasporterà diversi passeggeri.
Pertanto per far uscire il valore dalla banca è necessario del denaro, ma una volta fuori, entrato in circolazione, permetterà molti altri scambi di valore, valori creati con il lavoro dalle persone.
È giusto anche affermare che il denaro è generato a credito.
Il generare denaro, metterlo in circolazione per facilitare gli scambi, è una delle ragioni di esistere del sistema bancario.
In cambio di tale servizio incassano, come compenso l’interesse sul denaro generato.
Attenzione che quando si definisce usurario il guadagno delle banche, non si fa altro che definire usurario un ricavato ottenuto in clima monopolistico.
Qualsiasi altro bene prodotto in ambiente di monopolio, difficilmente viene compensato con un valore deciso dal mercato. Potrà avere un prezzo politico, magari più basso del dovuto, oppure più alto del dovuto, mai comunque stabilito in base alla legge della domanda e dell’offerta.
E l’offerta di denaro, non fa eccezione. Se il “guadagno” del sistema bancario appare sproporzionato ai vantaggi che crea alla comunità, non è tanto con le banche che bisogna prendersela ma con il sistema che ha assegnato loro il monopolio di tale servizio.
Denaro quindi dato in prestito dal sistema bancario alla popolazione per facilitare sia gli scambi che l’accumulo di riserva di valore, e valore incassato dalle stesse come compenso per tale servizio.
In clima di monopolio.
Pertanto non confondere mai il valore con il denaro. Essi coincidono solo in alcune occasioni, ma non sempre. Il denaro è il veicolo più usato e più facile da usare per “trasportare” valore, ma non è il valore stesso. Riserva di valore è un appartamento, un’auto, una bicicletta ma anche una mela dato che ognuno di questi beni “trasporta” un valore, e per essi si è vero che il valore rappresentato non lo abbandonano mai, fino ad azzerarlo nel momento della loro distruzione o comunque nel momento in cui non sono più desiderati da alcuno.
Per le banconote, invece, pur essendo una forma di denaro, perdono il valore entrando in banca (depositate) e lo riacquistano nel momento in cui escono (prelievi).
Le annotazioni (quanto definito nel saldo del conto corrente) è invece valore puro, che non ha bisogno di alcun supporto, finché resta nella banca o si sposta per via elettronica, causando una sottrazione da un numero e una addizione su un altro.
Si potrà discutere ora se il servizio bancario è compensato (interessi riscossi) troppo o troppo poco, come si potrebbe discutere di qualsiasi compenso ottenuto in regime monopolistico.
Ma ora vorrei affrontare un altro tema spinoso, e sul quale tante discussioni hanno mosso l’aria senza dare una ragione a quanto accade.
Ovvero perché il sistema bancario tende a governare la circolazione monetaria in ambiente di “contenuta inflazione” ?
Ricordo, perché espresso già in un mio precedente, che la quantità di denaro, necessaria ad un regime di scambi, senza tensioni, è una quantità tale per cui nessun acquisto deve venir rimandato o peggio soppresso in funzione della disponibilità di denaro.
Sotto tale quantità si avranno sia difficoltà negli scambi che tendenze deflazionistiche (proprio per i rinvii o le rinunce), mentre sopra tale quantità potranno aversi tendenze inflazionistiche quando la popolazione, in conseguenza del fatto di aver maggiore disponibilità di denaro si illudesse di avere a disposizione anche più valore.
Ma per attuare tale controllo il sistema bancario dispone di due mezzi essenziali, il tasso di sconto e la quantità di liquidità.
Riguardo al tasso di sconto, mi pare ovvio che un tasso alto ottenga due scopi:
a) favorire il risparmio, perché lo compensa maggiormente
b) disincentivare la richiesta di prestiti, perché più costosi (maggiori interessi richiesti)
riguardo invece alla liquidità è importante ricordare come il controllo operato dalla banca avvenga solo in una direzione, ovvero trattenendo le richieste di prestiti, ma che senza richieste nessuna banca potrà mai fare prestiti, quindi “spingere”. Come con un guinzaglio si può trattenere ma non spingere.
Ora spiego perché”contenuta inflazione”.
Chi ha una cultura meccanica o fisica sa che un servomeccanismo può operare solo con un fattore di correzione inferiore ad 1.
Scusate se ricorro a tale metafora ma è perché penso sia più comprensibile.
Il fattore di correzione è il rapporto tra quanto fornito dal servomeccanismo, a favore o contrario al fenomeno rispetto all’intensità del fenomeno stesso.
Innanzitutto è favorevole quando deve aiutare a far svolgere il fenomeno, contrario quando deve cercare di azzerarlo.
Faccio un esempio con un servofreno.
Se io voglio che sulle ganasce dei freni venga esercitata una forza di 1 kg, per ottenere una certa frenata, il servosterzo potrà al massimo fornire 0,99… ma mai 1 o addirittura più di 1.
Proprio perché deve aiutare, non sostituirsi ad esso.
Quindi è necessario che almeno una piccola parte di quell’uno richiesto, venda fornito a discrezione dell’autista.
Altrettanto quando il servomeccanismo agisce per contrasto, dato che comunque interviene DOPO lo stimolo, creerebbe una risposta superiore allo stimolo stesso che verrebbe interpretata in un tempo appena successivo, come uno stimolo di senso opposto di ampiezza uguale alla differenza tra lo stimolo creato e quello originario.
Ma tale differenza sarebbe interpretata come uno stimolo a sua volta, al quale verrebbe creata una reazione superiore ad esso, creando così una oscillazione tra un senso e l’altro, ma di ampiezza crescente.
Anche con un fattore uguale a uno entrerebbe in oscillazione ma di ampiezza costante.
Torniamo ora al sistema bancario.
Se il maggior intervento è dato dal controllo della quantità di liquidità, è necessario che però ci sia sempre una richiesta non evasa, perché proprio dosando tale quantità evasa posso controllare la quantità di liquidità in circolazione.
Quando si azzerasse la richiesta di denaro alle banche, esse non potrebbero più operare alcun controllo, proprio perché non possono forzare tale richiesta che nasce solo nel pubblico quando si crea un “sentiment” favorevole all’indebitamento.
Mentre i tassi di sconto agiscono come spinta o trattenitore all’indebitamento e al risparmio, ma solo entro un certo limite.
Non esiste, ad esempio che si possa scendere sotto lo zero.
Già zero interesse è un non senso, perché significherebbe che il servizio del debito non ha alcun valore, come non ha senso alzarli oltre un certo limite, senza causare movimenti sociali, dovuti alla difficoltà dei salariati e di coloro che hanno un reddito fisso, a seguire tali andamenti se troppo alti e veloci.
E infatti, proprio in questa crisi si è visto come le misure “standard” non abbiano avuto alcun effetto, proprio perché la liquidità non è stata richiesta da un pubblico spaventato e soprattutto il cui reddito è stato messo in discussione (vedi licenziamenti), e gli interessi portati praticamente a zero, non hanno influito sul “sentiment” come normalmente sarebbe accaduto in condizioni normali.

E con questo, mi riservo di fare ulteriori trattazioni, nel momento in cui mi accorgessi che degli argomenti di un certo rilievo non sono stati trattati, o come risposta ad eventuali dubbi o osservazioni.

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