Re: il M5S è il partito di un pluriomicida

Inviato da  PCornelio il 15/7/2014 9:55:04
Un'osservazione del genere da parte di Forza Italia è triste e ridicola, d'accordo.



Non dimentichiamo però che sul fatto che Grillo sia a tutti gli effetti un pluriomicida abbiamo la certezza di una sentenza passata in giudicato.
Io non andrei tanto leggero su questa vicenda dolorosa, perché approfondendola e rimestando nei suoi risvolti emergono particolari inquietanti sulla personalità di Beppe Grillo.

I fatti, brevemente e a memoria: anni '80, Beppe Grillo, al termine di un pomeriggio invernale passato in compagnia di amici, propone una gita con il suo nuovo fuoristrada su uno dei percorsi del complesso alpino della cosidetta "via del sale", una serie di strade in quota che attraverso passi e canaloni collegano la Liguria alla Francia, utilizzati fin dall'epoca romana, rinomati fra i fuoristradisti e gli enduristi (come me).

Vi sono molte varianti sotto il termine "via del sale" e onestamente non penso di aver mai incrociato le ruote su quella percorsa da Beppe Grillo, certo c'è che chi ha visto il luogo dell'incidente parla di un tratto molto esposto, friabile e pericoloso nella bella stagione. Beppe Grillo ci va in pieno inverno, a 2000mt. di quota, con il terreno coperto di neve e ghiaccio.
Alcune fra le persone presenti deporranno dicendo di aver tentato inutilmente di dissuadere Grillo dal mettersi in marcia. Con lui sale una coppia con il figlio maggiore, la minore (che perderà tutta la famiglia) rimane dai nonni. Il fuoristrada procede, ignorando cartelli di avvertimento e sbarre abbassate. Raggiunge il punto dell'incidente, si ferma indeciso, innesta la trazione integrale, avanza. Le ruote perdono aderenza, l'auto comincia a scivolare a valle verso uno strapiombo di decine di metri. Beppe Grillo apre la portiera, si butta fuori, l'auto scivola di sotto. Tutti gli occupanti muoiono sul colpo. Grillo è indenne.
Va a processo, viene condannato in tutti i gradi di giudizio, in particolare gli vengono contestate le aggravanti di aver ignorato i segnali di pericolo e, sopratutto, di non aver fatto scendere dall'auto i suoi compagni prima di attraversare il tratto più pericoloso.

Oggi vi sono alcune associazioni di familiari di vittime della strada che premono per l'introduzione di reati assimilabili con l'omicidio volontario per chi provoca incidenti mortali. Forse è un po' eccessivo, ma liquidare la condanna di Grillo come un semplice incidente stradale è una leggerezza imperdonabile.
A ciò si aggiunga che negli anni Grillo ha sistematicamente rifiutato di fornire dettagli sulla vicenda e di approfondire il suo punto di vista. Non solo: ha anche rifiutato ogni contatto con l'unica superstite della famiglia che ha distrutto la quale, come immaginabile, insiste nel chiedere un chiarimento da parte di Grillo.

La domanda è: cosa si nasconde nell'animo di una persona che adotta un simile atteggiamento di fronte alla responsabilità di un evento tanto drammatico? Se fossi un sostenitore del M5S, la conoscenza di questi eventi mi farebbe suonare una decina di campanelli d'allarme, perché nei fatti Grillo ha trascinato con sé delle persone inermi su una strada pericolosa, le ha abbandonate al loro destino quando le cose si sono messe male e, chiusa che fu la vicenda, rifiutò di fornire spiegazioni ed ammissioni di colpa. Agli altri le conclusioni.

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