Re: Elezioni Europee: M5S o partiti NO EURO?

Inviato da  anakyn il 14/5/2014 18:02:49
Citazione:

Sertes ha scritto:

C'è anche la questione del TTIP che Det.Conan spiegava, riguardo l'abbattimento delle tutele europee sul lavoro per far entrare investitori americani (e tanto altro), e c'è anche l'altro piano per vendere alle banche private quella quota di debito superiore al 60% del pil



Esatto, le ultime novità aberranti sono proprio TTIP e il Redemption Fund: il primo cerca di uniformare mercato USA e UE, naturalmente avendo un occhio di riguardo per gli interessi delle multinazionali piuttosto che dei consumatori/lavoratori (esempi: il criterio principe sarà quello "tariffario" - cioè i prezzi - a discapito di quelli ecologici, sociali ecc.; le multinazionali potranno conseguentemente fare causa ad interi Stati); il secondo vuol far sì che la quota di debito pubblico/PIL eccedente il 60% (cioè quella che innesca il Fiscal Compact, che già era un macello di suo) venga gestita da un fondo internazionale e sia "garantita" da beni reali - cioè patrimonio pubblico - che in caso di necessità possono essere presi e (s)venduti.

Il TTIP mira ad estendere anche alla UE il "non-welfare" USA, cioè a privatizzare interamente anche il nostro continente smantellando diritti sociali costruiti nei secoli e nel sangue dei nostri antenati; il Redemption Fund mira non solo a poter svendere più facilmente patrimonio pubblico, ma anche a porre ulteriori ostacoli alla sovranità monetaria anche in caso di uscita dall'Euro: infatti la quota di debito/PIL eccedente il 60% cesserebbe di essere proprietà degli Stati, dunque non si potrebbe più applicare la Lex Monetae, dunque quella fetta di debito NON potrebbe essere ridenominata nella nuova moneta nazionale bensì resterebbe denominata in €.

Insomma entrambe le "riforme", per quanto diverse, procedono lungo lo stesso binario, facendo gli interessi dei soliti noti.


Capisci anche tu che di fronte a questo turbinio di attacchi frontali alla nostra sovranità, prima ancora che al nostro benessere, personalmente ritengo che la questione "interesse 1% - interesse 0" vada messa almeno per il momento in secondo piano.



Citazione:

Sertes ha scritto:

Adesso lo tengono basso perchè subentra l'altro trucco, quello che illustrava Tremonti in tv prima che Sant'oro gli togliesse la parola: la BCE stampa denaro ma lo stato non può accedervi. La BCE e lo presta alle banche all'1%, siccome queste hanno denaro fresco esse comprano il debito pubblico degli stati al 6% oppure lo prestano alle famiglie e imprese al 10%.



Già, questo è il famoso effetto del "Quantitative Easing" di Draghi: la liquidità prodotta NON E' entrata nell'economia reale, bensì rimasta nel solo circuito interbancario, proprio perchè a quel punto le banche invece di riversarlo nel circuito dei prestiti possono tranquillamente investirlo in titoli di stato (cioè finanza) ed assicurarsi comunque un buon margine senza alcun rischio.


E qui però entra a bomba proprio l'aspetto che enfatizzavo prima: le necessità prioritaria, e contestuale a qualsiasi discorso sulla moneta o sulla proprietà pubblica della Banca Centrale, di ripristinare il Glass-Steagall Act, e cioè la netta separazione fra banche d'investimento e banche commerciali, dove mentre le prime possono speculare in finanza (e fare anche disastri, purchè confinati all'ambito finanziario), la seconde hanno la specifica funzione di erogare prestiti a famiglie ed imprese, e dunque supportare l'economia reale.

Da quando il Glass-Steagall è stato abolito ogni banca può svolgere entrambe le funzioni, e siccome a partire da anni '80 e '90 la finanza si è gonfiata a dismisura promettendo (senza mantenere) rendimenti sempre più elevati (e creando bolle speculative), le banche hanno cominciato ad investire sempre di più in finanza trascurando l'economia reale, fino a creare il mostro attuale: un mondo finanziario ormai del tutto tossico e sommerso di titoli derivati (zero appigli con prodotti/servizi reali), un'economia reale che al contrario soffre di anemia prolungata.

Da qui l'esigenza di ricostituire delle banche che abbiano come unica funzione quella di procurare credito all'economia, lasciando che la finanza se ne vada affanculo per conto suo.

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