Re: Invadiamo l'Iran entro Natale

Inviato da  redna il 19/11/2011 10:38:49
Citazione:
IL fatto che tutti, Germania in primis, non accettino (per ora) di invadere l'Iran non vuol dire che non lo supportino, intanto infatti sono TUTTI daccordo su NUOVE SANZIONI a danni dell'Iran


tieni presente che in questo caso supporto significa spese militari e in questo momento nella UE non ci sono trippe per gatti.

Citazione:
Non ce n'e' ASSOLUTAMENTE NESSUN biosgno, la guerra in Palestina non ha bisongo di essere dimenticata dai media perche' semplicemente non vi ci ha mai trovato posto.


ti sbagli. Sui media la guerra di palestina ha trovato posto.
Non ha trovato posto nella testa degli occidentali (non oso dire cuore....)
Questo è la cosa peggiore.

Ho già scritto che continuare a gridare al lupo al lupo è di per se un fallimento, quando il lupo arriva veramente nessuno crede più.

Ma l'Iran non pare sia in difficoltà e fa le sue considerazioni:



«Israele è troppo debole, non ci attaccherà mai»

Seyed Mohammad Ali Hossaini, ambasciatore iraniano in Italia: «Non stiamo preparando armi atomiche»

ROMA - «Gli israeliani non potranno mai colpire i siti nucleari iraniani come hanno fatto in passato bombardando in Iraq e più di recente in Siria. Sono troppo deboli, non possono agire da soli e gli americani sembrano riluttanti a compiere azioni simili. E comunque la nostra risposta sarebbe devastante. Non a caso (il presidente israeliano, ndr.) Shimon Peres, che in un primo tempo aveva alzato il tono delle minacce, negli ultimi giorni in un’intervista alla Cnn ha poi moderato i suoi toni».

Così in una lunga conversazione-intervista nel suo ufficio l’ambasciatore iraniano a Roma, Seyed Mohammad Ali Hossaini, spiega al Corriere della Sera le posizioni del suo Paese rispetto ai grandi temi regionali del momento: la questione dell’atomica tornata bollente dopo il nuovo rapporto della “International Atomic Energy Agency” (IAEA) sulla «possibile dimensione militare del programma nucleare iraniano», le tensioni con Israele, le rivolte in Siria (decennale fedele alleato di Teheran) nel contesto della primavera araba.
La Iaea ha dichiarato in modo mai così chiaro di ritenere credibile l’eventualità che l’Iran stia preparando l’atomica. Come rispondete? Come potete rassicurare il mondo?
«L’Iran ha sempre mirato ad un uso pacifico e civile dell’energia nucleare, lo abbiamo dichiarato sin dall’inizio del nostro programma. Le nostre massime autorità hanno sempre detto di ritenere la produzione, immagazzinamento e utilizzo delle armi nucleari come un fatto esecrabile, addirittura "haram", che per la religione islamica è un’azione proibita, assolutamente condannabile, vietata. Questo principio è anche contenuto in una fatwa, un precetto religioso, emesso dall’ayatollah Ali Khamenei, che è la più alta autorità religiosae politica della Repubblica Islamica dell’Iran. E lo abbiamo subito diffuso in tutto il mondo. L’importanza di questa fatwa è tale che, se anche domani la comunità internazionale concedesse la luce verde all’atomica iraniana, il nostro governo non potrebbe costruirla».

Eppure la Iaea parla della possibilità dell’atomica come non più remota.
«I nostri rapporti con la Iaea sono sempre stati cristallini. Abbiamo sempre premesso le loro ispezioni anche senza preavviso. Per venti volte le loro relazioni avevano ribadito di non vedere alcuna deviazione nel nostro programma. Negli ultimi quattro anno la collaborazione è stata molto stretta. C’era l’intesa che presto il nostro programma nucleare sarebbe tornato ad un binario normale. Ora purtroppo le pressioni americane e israeliane hanno prodotto presunti studi che vorrebbero penalizzarci. Dico presunti poiché in effetti non mostrano prove concrete e infatti i documenti della Iaea sono infarciti di dubitativi, di "è possibile" e "forse", senza presentare alcun fatto concreto. Tutto ciò è fazioso, pretestuoso. Ecco perché il nostro parlamento ha deciso ultimamente di modificare il rapporto di collaborazione con l’agenzia internazionale”.

L’Iran non accetterà più di cooperare con la Iaea?
«Il modo di collaboraresarà rivisto».


E come mai state segretamente spostando alcuni equipaggiamenti dalla base nucleare di Fordow? Perché tanta segretezza se non c’è nulla da nascondere?
«Gli spostamenti degli equipaggiamenti da Fordow sono stati notificati alla Iaea. Non ci sono basi nucleari segrete».

E l’eventualità di un attacco israeliano?
«Il regime sionista di Israele è molto debole. Potrebbero forse iniziare un blitz contro l’Iran, ma poi non saprebbero come portarlo a termine da soli. Ma gli Stati Uniti non sembrano starci, hanno già abbastanza problemi interni, in Iraq e Afghanistan. Israele nel passato ha attaccato impunito Iraq e Siria. Ma con l’Iran sarebbe diverso, la nostra risposta sarebbe devastante».

Israele teme un eventuale attacco iraniano. Nei vostri progetti c’è la distruzione di Israele?
«Non saremo noi ad attaccare. Lo Stato sionista imploderà da solo, come è successo per Unione Sovietica e l’Africa del sud dell’Apartheid. Non è un Paese legittimo, da sempre calpesta i diritti dei palestinesi. E 60 anni di proposte di pace sono tutte sempre fallite».

Vede una possibilità di dialogo tra i due Paesi?
«Non la vedo».


La Lega Araba spinge ora per le dimissioni del presidente siriano Bashar Assad, tradizionale alleato dell’Iran. Cosa ne pensate? «Per noi Assad resta un partner credibile. Non ci devono essere interferenze interne alla Siria, dove le opposizioni hanno subito utilizzato le armi contro le forze governative. La Lega Araba avrebbe potuto prendere decisioni migliori».

Dunque criticate la scelta della Lega Araba sulla Siria?
«Noi crediamo che la Lega Araba lavori per la pace. Pensiamo possa lavorare per il dialogo interno, che resta condizione fondamentale per risolvere la crisi».


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