Re: Israele è un paradiso per pedofili

Inviato da  redna il 18/3/2010 22:15:17
Citazione:
aho...ripijateve.....


me ripijjo....


Preti pedofili: Benedetto XVI e Bertone sotto accusa. Nel 2001 ordinarono ai vescovi di tacere sugli abusi


Nel pieno delle polemiche per lo scandalo degli abusi sessuali commessi dai sacerdoti tedeschi e da quelli irlandesi, viene riesumata dal passato, esattamente dagli anni Novanta, una vicenda giudiziaria che lo riguarda direttamente il Papa, Benedetto XVI. Nessun giornale ne ha dato notizia, solo l’americano New York Times.
In quegli anni, Benedetto XVI era prefetto per la Dottrina della fede, a Roma, ma, a migliaia di chilometri di distanza, in un tribunale del Texas, venne accusato di “cospirazione contro la giustizia” (da noi sarebbe favoreggiamento), per aver coperto alcuni sacerdoti cattolici accusati di abusi sessuali su minori.
La posizione processuale di Ratzinger venne poi stralciata, quando fu eletto Papa, su richiesta del governo americano (il presidente era allora George Bush), in quanto, come Capo di Stato, godeva di tutte le protezioni e garanzie connesse con la carica.
La storia ha inizio a metà degli anni Novanta a Houston, in Texas, quando tre ragazzini denunciarono di essere stati violentati da un seminarista colombiano assegnato alla chiesa San Francesco di Sales. Il suo nome è Juan Carlos Patino Arango, all’epoca insegnava loro orientamento psicopedagogico.
All’inizio di quest’anno, 2010, il relativo processo è entrato nel vivo, con un clamoroso colpo di scena. L’avvocato delle giovani vittime, Daniel Shea (ex seminarista a sua volta) ha presentato alla Corte distrettuale di Harris County un documento, scoperto e pubblicato già nel 2003 dal quotidiano americano Worcester Telegram&Gazette. Si tratta di una lettera “strettamente confidenziale” inviata nel maggio 2001 da Ratzinger a tutti i vescovi cattolici, nella quale si affermava che la Chiesa non intendeva rendere pubbliche le proprie indagini sui preti pedofili per un periodo di 10 anni dal momento in cui le vittime avessero raggiunto l’età adulta.
Essa prevedeva inoltre che i resoconti delle indagini preliminari su ogni singolo caso di abuso dovevano essere inviati all’ufficio di cui Ratzinger era a capo. Il quale si riservava l’opzione di riferirne a speciali tribunali “privati”, al cui interno le cariche di giudice, pubblico ministero, notaio e rappresentante legale venivano ricoperte esclusivamente da ecclesiastici. «Situazioni di questo tipo sono coperte dal segreto pontificio», concludeva la lettera del futuro papa.
L’infrazione del segreto in qualsiasi momento del periodo dei dieci anni di giurisdizione della Chiesa veniva intesa come una grave azione, perseguibile anche attraverso la scomunica. Una tesi confermata anche dal cardinal Bertone, cofirmatario della lettera ratzingeriana, che affermò: «Secondo il mio punto di vista, la richiesta secondo cui un vescovo debba essere obbligato a denunciare agli organi di polizia gli atti di pedofilia commessi da un prete è completamente infondata».
L’ordine impartito da Ratzinger e Bertone, che risulta ancora valido, era quindi di impedire ai legittimi organi investigativi di far luce: «Se si impone di mantenere il riserbo prima per diciotto anni poi per altri dieci – sottolinea l’avvoca ex seminarista Shea – i responsabili la faranno franca».
Per questo gli avvocati hanno chiesto l’imputazione di Ratzinger per avere posto ostacolo al normale corso della giustizia. Si imputa all’ex prefetto, inoltre, di aver deliberatamente allungato i tempi di “secretazione” delle indagini, per guadagnare vantaggio sui termini di prescrizione in vigore negli Stati Uniti. Non a caso lo stesso processo di Houston è civile e non penale, proprio perché in svolgimento oltre dieci anni dopo i fatti.
Il Vaticano non commenta. L’unica strategia di difesa è stata la richiesta ufficiale di immunità diplomatica per Benedetto XVI, appunto in quanto capo non della Chiesa ma dello Stato Vaticano. Nessun accenno anche all’ipotesi di un minimo risarcimento morale, che potrebbe essere il ritiro delle disposizioni contestate, che di fatto hanno salvato da una condanna penale oltre 4mila sacerdoti solo in America . Ma il punto è che tutta la politica di Ratzinger al Sant’Uffizio è stata improntata alla copertura dei crimini.
Questi episodi però non sono affatto isolati. Basti ricordare l’insabbiamento del caso di padre Maciel, fondatore dei ‘Legionari di Cristo’, accusato da ben otto ex discepoli di abusi sessuali. Nel 1998 il dossier sulla scrivania di Ratzinger fu praticamente sepolto e al vescovo messicano Talavera Ramirez, che chiedeva conto di questo comportamento, il prefetto rispose che «si tratta di materia molto delicata, dato che padre Maciel ha fatto molto per la Chiesa e in più è molto amico del papa».
Meno clemenza il Sant’Uffizio ha dimostrato nel caso di don Franco Barbero, sacerdote piemontese animatore di una comunità di base, favorevole al matrimonio dei preti e persino alle unioni gay. Per lui, naturalmente, la cacciata dalla Chiesa è stata immediata e inappellabile, senza neanche un’audizione dell’imputato.

http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/preti-pedofili-benedetto-xvi-bertone-accusa-vescovi-abusi-289444/



Citazione:
....lassa perde a bira, ultimamente nun la diggerisco nemmeno!

lasso perde....me sa che ne 'a bira je mettono l'gggiemmme....Nun se trova più 'a bira bbona!!!

Citazione:
Comunque, ti volevo far notare che "quotavi" Zenit che rispondeva a me... sicura che stessi rispondendo a me?

ti rispondi a te? ....mmazza che je mettono dentro 'a bira?

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