Disapprova maniere dei poliziotti su immigrati: arrestato.

Inviato da  florizel il 27/8/2008 23:51:37
"A Siracusa, un gruppo di nove eritrei, fuggito domenica pomeriggio dal Cpa del capoluogo siciliano, è finito in manette la sera stessa, dopo essersi nascosto sul treno delle 20,15 diretto a Napoli. Individuati dalla polizia e costretti a scendere dal convoglio, sono stati arrestati pochi attimi prima della partenza del treno."

"I migranti, tutti ragazzi tra i 21 e i 35 anni, avrebbero - secondo la ricostruzione della questura - opposto resistenza al fermo. Con loro è stato arrestato anche un ragazzo di 36 anni, Pasquale Pedace, che si trovava sullo stesso convoglio. Secondo la polizia si sarebbe avventato contro gli agenti in maniera violenta. Per tutti gli arrestati i capi d’imputazione sono resistenza a pubblico ufficiale e lesioni nei confronti di un agente.

Ben diversa è la ricostruzione di chi ha vissuto come testimone l’intera vicenda. «Dopo due settimane di vacanza - racconta Angela - con Pasquale e due amici stavamo tornando a Firenze con il Siracusa-Napoli.
Sentiamo uno sparo, proveniente dal sottopassaggio della stazione. All’improvviso, salgono quattro poliziotti. Si diffonde il panico. I migranti vengono trattati come bestie, fatti scendere e costretti a sdraiarsi, ammanettati, con la faccia a terra». Davanti a una scena del genere i ragazzi avrebbero reagito. «Pasquale si avvicina - continua Angela - e dice agli agenti "Non trattateli come bestie, sono esseri umani". I poliziotti gli gridano contro, chiedono i documenti e lo arrestano all’istante»."


"Preso, ammanettato e portato via anche il signor Pedace. Da quella sera nessuno sa dove sia finito nè che fine abbia fatto."

Al di là di eventuali riflessioni sull’immigrazione (che pure ci starebbero tutte), questa notizia dà la misura di cosa voglia dire, oggi, schierarsi.

Dall’aperto clima repressivo che si sta creando, anche in seguito al ruolo quasi politico che si sta dando ultimamente alle “forze dell’ordine” ed ai corpi armati dello stato (vedi anche questione discariche, inceneritori, TAV e base USA a Vicenza), si può cominciare a tirare una prima conclusione su chi siano le vittime di un’esaltazione e di una scelleratezza autorizzate; quella che passa per essere la “difesa” delle leggi di uno stato, si sta rivelando per essere, in realtà, una guerra fatta alle idee e alla difesa della vita di ognuno, innanzitutto.

Chi scrive conosce Antonio, una di quelle persone a cui non si è mai vista perdere la pazienza, che anche nelle situazioni più difficili ha sempre saputo mantenere la calma e gestire le cose in maniera diplomatica e serena, per se stesso e per i suoi interlocutori.
Non ci sono ragioni per non credere che anche in quella situazione i suoi toni siano stati pacati e misurati.
Eppure, ha avuto la "pessima idea" di manifestare apertamente il suo disappunto circa i metodi violenti usati dai poliziotti. Non è la prima volta che accadono fatti del genere, e non solo a lui.

Notiziucole mai riportate da alcun quotidiano o tg.
C’è in giro un’aria di sospetto e di repressione aprioristica che dovrebbe farci sobbalzare dalle sedie, se solo ci rendessimo conto che a dare fastidio è, più che mai, il nostro rifiuto dell’indifferenza.
E con esso la nostra capacità di discernimento.

Pasquale Pedace, 37 anni, iscritto all’ "Associazione antirazzista 3 febbraio" è finito in galera per aver chiesto un trattamento più umano nei confronti di 10 immigrati che avevano tentato una fuga dal CPT di Siracusa e che sarebbero stati "fermati, buttati a terra e picchiati" ... " a faccia in giù e con i piedi sulla schiena minacciati in continuazione". Pedace, secondo il suo legale, era in stazione per caso, di ritorno dalle vacanze, e sarebbe intervenuto solo verbalmente per invitare gli agenti ad un comportamento più rispettoso.

"Domani Antonio sarà processato per direttissima."

E queste, le ultime notizie:

"Pasquale Pedace dovrà infatti subire un processo la cui data è fissata per la fine di ottobre, verso il quale ci mobiliteremo per ottenere che decadano
pienamente le accuse contro di lui (resistenza e lesioni), che come
testimoni hanno già dichiarato alla stampa nazionale sono totalmente
infondate."


Intanto, vorrei approfittare di questo spazio per esprimere la piena solidarietà ad Antonio, e a tutti quelli che ancora OSANO schierarsi.

Riporto anche l’altra notizia relativa all’episodio di Termoli, “a cura” dei vigili urbani, stavolta:

"Cinque scatti fotografici."

"Un immigrato steso a terra e tre vigili. Uno lo tiene bloccato tra le gambe. Un altro per le braccia. Poi lo trascina. Nell’ultimo scatto lo straniero è chinato nel portabagagli dell’auto di servizio. E’ un fermo che ha fatto discutere quello di Abdul Joinal, immigrato trentaduenne del Bangladesh."

Sarebbe poi finita così:

"ambulante extracomunitario smentisce violenze dei Vigili".

Sull’epilogo, ci sarebbe molto da discutere.

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