E l’Ikea cancella la famiglia normale

Inviato da  nike il 29/4/2008 14:40:43
Con la destra al governo finalmente si tornerà ad avere nuovamente il senso giusto dei valori. Tutto ritornerà al suo posto, basta confusione e soprattutto basta con questa mania di leggere sempre gli stessi giornali, il Manifesto, la Repubblica, la Stampa, basta. Ecco infatti un ottimo articolo, più sotto, dal il Giornale: sicuro, questa ventata di destra rimetterà tutto a posto e anche io leggerò senza più fare smorfie non solo il Giornale, ma Libero, la Padania, il Foglio, l’Avvenire, ah, no, quello lo leggo già.

Ma forse potrei evitare….Si, credo che eviterò proprio, oggi e poi basta

il Giornale.it

E l’Ikea cancella la famiglia normale



di Luca Doninelli
domenica 27 aprile 2008


Alla bella stagione non bastano più la rondine sotto il tetto o le gèmmule d’oro sul fico e sul moro. Il suo arrivo ufficiale ha un nuovo araldo: il piccolo catalogo Ikea, quello con la collezione primavera-estate. È il catalogo delle promesse, una prima sbirciatina molto primaverile sul mondo che solo il nuovo, grande catalogo ci spalancherà, a tempo debito.

Io amo i cataloghi Ikea. Li sfoglio mentre bevo il primo caffè, oppure in bagno, e perfino nelle notti insonni mi tengono compagnia. Perché i cataloghi Ikea sono pieni di comunicazioni che non si riducono alle immagini dei vari mobili, ai prezzi e alle diverse combinazioni possibili. C’è qualcosa di più.
Negli anni Ottanta si diceva che non basta vendere un prodotto: col prodotto bisogna vendere anche un’idea, un sogno, un desiderio, insomma: un’immagine. Se vendi l’immagine, il prodotto si moltiplica. Se vendi una scatola di biscotti è un conto, se vendi un mulino bianco è un altro paio di maniche.

Ma l’Ikea va oltre, perché l’Ikea ci vende il modello di una società completa, in tutte le sue possibili versioni. Non è la società vera, più rugosa e contraddittoria: non lo è da noi e credo non lo sia nemmeno in Svezia. Ma è stata immaginata così tanto da diventare più vera del vero. Iperreale. È una società pensata da scrittori, poeti, rockstar, cineasti, artisti visivi, politici, sognatori, ideologi, architetti, e piano piano è diventata credenza, libreria, piano cottura, lampada, tavolino, cucchiaio, cornice per le fotografie, pianta grassa, piumone, sedia girevole.

È una società perfetta, ecco perché non esiste. Ma può esistere da un momento all’altro perché costa poco. Una visita all’Ikea comporta un pranzo economico e abbastanza gustoso a base di aringa e salmone e lo spettacolo più imprevedibile, perché lì la società illustrata dal catalogo si materializza in carne e ossa, il modello comincia a realizzarsi. Le diverse tipologie umane presentate con rigore tassonomico nel catalogo (del resto un buon catalogo deve sempre catalogare) acquistano corpo.
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“Ragazzo gay”- notare lavagna con firma a cuoricino…..



“singles per un appuntamento al buio” …..



“seconda moglie”…..
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Molto divertente, il commento di Stefano Morciano, su Giornalettismo.com.
Il diavolo sta nei dettagli, ma soprattutto cucina Ikea
Il viaggio di un giornalista disperato alla ricerca della “famiglia normale” perduta. Tra cucine scandinave, omosessuali e immigrati di seconda generazione.

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