la posta in gioco: la riforma TV

Inviato da  padegre il 21/2/2008 14:02:51
- la posta in gioco: la riforma TV -
a cura di Paolo De Gregorio -21 febbraio 2008-

L’unica novità sul piatto, che potrebbe farmi cambiare idea sull’astensione, è quella gettata da Di Pietro che propone che due reti RAI e due Mediaset vengano messe sul mercato e che dunque nessun soggetto, né economico, né istituzionale, possa in Italia possedere più di una rete.
Posizione chiara e di elementare democrazia, che si contrappone alla linea ufficiale del PD, con la fumosa e incomprensibile legge Gentiloni che è un ennesimo gioco di prestigio della CASTA.
(Sondaggio tra i lettori riportato su Repubblica di oggi: 50,7% “giusto: basta perdere tempo, Di Pietro fa bene ad attaccare”, 49,3% sbagliato: sul riassetto del settore Tv Di Pietro deve muoversi in coordinamento con il PD” )
Se Di Pietro confermerà questo intento sull’assetto televisivo, propongo, a coloro che hanno deciso di non andare a votare di cambiare idea e votare Di Pietro.
La nostra democrazia è stata ferita dal fatto che l’uomo più ricco d’Italia e padrone assoluto del sistema mediatico, ha usato questo suo potere per sommarlo a quello politico, alterando e rendendo ridicola qualunque “par condicio”, trasformando una repubblica democratica in una dittatura mediatica e personale.
Fare questo passo con Di Pietro significa anche allontanare la possibilità di un inciucio Veltroni-Berlusconi se le elezioni finissero con un pareggio, perché se la lista di Pietro dovesse avere un forte incremento diventerebbe decisiva per una eventuale vittoria.
E’ un appello che faccio ai “grillini” che mi sembra non vogliono votare. Sarebbe un modo anche per contarci e pensare poi a comprarci una rete di queste 4 che dovrebbero andare sul mercato, con il metodo della “public company”, con una sottoscrizione popolare tramite telefono e dare a Beppe Grillo la presidenza del primo contropotere democratico della storia.
Non condivido il programma di Di Pietro, ma se ci offre una possibilità di scardinare il potere più forte dei nostri tempi (il monopolio mediatico), bisogna sfruttare questa occasione e comunque il personaggio non è il peggiore.
Un movimento antagonista, per la sostenibilità della economia, per la riconversione energetica dalle rinnovabili, per la fine del finanziamento ai partiti, per l’abolizione del Concordato, per la raccolta differenziata al 100% dei rifiuti, ha bisogno di informazione di peso nazionale e senza di questa ha poche prospettive.
Mettiamo al primo posto la questione del potere mediatico e comportiamoci di conseguenza.
Paolo De Gregorio

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