Re: Privatizzazione? no, grazie..

Inviato da  Paxtibi il 17/12/2005 18:38:12
Secondo il mio modo di vedere, certamente opinabile, è la competizione stessa a generare gli squilibri, e i monopoli sono ANCHE "frutto del libero mercato" (secondo la tua espressione).

Ciao, Franco8, precisiamo subito una cosa che risponde già implicitamente a molte delle tue domande: il mercato libero, ad oggi, non esiste, punto.
Tutti i mercati sono regolati da politiche decise da organismi statali o transnazionali.
Di conseguenza, la libera competizione è impedita da chi ha gli strumenti per farlo, che sono sempre gli stessi organismi.
Se la competizione fosse davvero libera, avremmo già automobili ad energia pulita. La competizione libera è ciò che ti assicurerebbe la possibilità di scegliere un prodotto migliore, costituendo così un continuo stimolo alla ricerca.

1) Un particolare: Mi pare, corretto, dire che il primo scopo del "privato" è il profitto. Non sarà l'unico, ma dire primo o unico ... non mi pare che cambia molto la faccenda.

È più esatto dire che è una conditio sine qua non: se non produci anche solo un minimo profitto, hai chiuso. Ma quale sia lo scopo di ciascun privato lo sa solo lui. Io, da pubblicitario, avrei voluto aprire un'agenzia per produrre pubblicità esteticamente più valida e moralmente più accettabile di quella che si vede in giro, che non è un brutto scopo, ma ho dovuto rinunciare per l'impossibilità di produrre un profitto anche minimo. Impossibilità, nota bene, dovuta non a mancanza di know how né di clienti, ma alla pressione fiscale insostenibile per chi come me è costretto a partire da zero, senza capitale, oltre all'assoluta illibertà del mercato della pubblicità. Devi sapere che, qui in Grecia, popolazione di circa dieci milioni, si trovano, come ovunque nel mondo, tutte le grandi multinazionali della pubblicità, le quali vivono delle commesse multimilionarie di stato, ufficialmente assegnate per concorso ma in realtà affidate ben prima in base ad una specie di manuale Cencelli. In questa maniera il grosso del "giro" di tutto il mercato circola sempre nelle stesse mani, ingrossando i profitti delle grandi agenzie che possono poi facilmente accaparrarsi i budget dei clienti medio piccoli abbassando i prezzi ad un livello impossibile per la piccola agenzia.
Spero che come esempio di come lo stato droghi il mercato possa bastare.

2) Per quel che dici tu, sebrerebbe che la corruzione sia prerogativa dello stato. Tu dici: "un mercato libero dallo stato, quindi libero dalla corruzione" ma non vedo il collegamento !?

Intendiamoci sulle parole: quando diciamo corrotto parlando di stato e mercato, è chiaro che parliamo dell'atto di corrompere un funzionario così da ottenere un vantaggio, così come ho scritto sopra. Ma se il funzionario, e lo stato, non ci sono, il privato "malvagio" chi potrebbe corrompere? Non c'è nessuno a decidere politiche e finanziamenti!
Non capisco cosa ti sfugga in questo semplice ragionamento, davvero.

3) Non è l'intervento statale che "droga il mercato". (Può succedere, ma l'origine dei monopoli non è certamente nell'intervento statale)

A questo ho già risposto credo abbondantemente.

4) Quanto al tuo discorso sulla "gestione delle risorse" delle strutture pubbliche... Non è che mi convinca tanto..

Eppure è così. Potresti provare a controllare il budget della sanità, dividerlo per gli ospedali, e confrontare questa spesa con le prestazioni fornite.

5) Anche riguardo alla "efficienza" a monte sarebbe da stabilire che cosa si intende....

Sì, certo, avevo risposto con un po' di ironia.
Comunque, per toglierti ogni dubbio sull'interdipendenza tra colossi monopolistici e organismo statale, ti consiglio una ricerca approfondita sulla storia di colossi quali Microsoft, Enron, Halliburton, Fiat, e la già citata Parmalat.
La partecipazione decisiva dello stato nella crescita fuori misura di questi monopolisti è lampante.

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