Re: Intervista a Raul Castro

Inviato da  Mnz86 il 19/8/2006 12:45:05
spero che non sia troppo difficile da capire (con tutto il rispetto parlando si intenda):

io fino a prova contraria vivo nel benessere italiano nè più nè meno di tutti voi: ho da mangiare e da soddisfare i miei bisogni primari, per ora (sanità, istruzione, comunicazione, affetti) etc.

il problema è un altro: preferireste vivere nel "democratico" Messico o nella "dittatoriale" Cuba? Questo è un parallelismo più serio.

io ti dico che, se fossi un morto di fame, baderei prima che alla presunta "democrazia" ad andare dove ho da mangiare, dove ho una sanità gratuita, dove mi posso costruire una vita e una famiglia non certo nel lusso ma in maniera comunque mediamente dignitosa. dove non potrò avere l'ampia possibilità di scelta tra Prodi e Berlusconi, ma almeno potrò avere qualcosa la sera nella scodella e dove mi potrò anche un pò divertire

Il Messico sarà anche una democrazia, secondo i nostri canoni, ma l'acqua è privata, la sanità anche (il Messico ha lo stesso sistema statunitense), la scuola indecente o privata (cioè vuol dire che è per ricchi), e la sussistenza, per quanto umile, non è garantita a nessuno. Puoi morire di fame per strada senza che lo stato, il governo che tu voti, alzi un dito.

A Cuba, ci dicono i dati ufficiali (delle agenzie internazionali, che al massimo dovrebbero sminuire e non esaltare Cuba), ci sono indici di mortalità infantile tra i più bassi, non ci sono morti per fame e c'è un sistema sanitario pubblico che è il migliore dell'America Latina. Sentivo qualche giorno fa l'arcivescovo di La Havana intervistato il quale ammetteva che, per quanto riguarda il "sociale", cuba è nonostante tutto all'avanguardia. nessun paese, escludendo il "primo mondo", può vantare questi risultati. e il bello è che non li vuole neanche ottenere

Quando c'è stata Katrina a Cuba sono state fatte sgomberare le zone a rischio e i cittadini sono stati messi in salvo nelle zone interne a spese dello stato, non ci sono state praticamente vittime. A New Orleans, nella culla della democrazia, vanno in giro ancora con l'acqua alle ginocchia: la Rice, quando è successo il casino, era a fare shopping.

Sono queste, a mio modo di vedere, le cose importanti. Poi possiamo parlare di tutti i fronzoli che volete, ma al morto di fame interessano più i nostri bei concetti astratti e moderni o di mettere qualcosa nello stomaco a sè e ai propri figli?

poi l'insoddisfazione c'è ovunque: se i cubani vogliono riavere i latifondi che Batista aveva regalato ai loro nonni possono continuare a fare tutto il casino che vogliono, a Miami, e a beneficiare del sostegno e degli incentivi che danno loro i repubblicani e il governo USA.

Se vogliono andare a fare i lavapiatti 14 ore al giorno per una manciata di dollari per poter vedere la FOX e godere dell'ampia scelta che offre Wal Mart, che ci vadano pure. troveranno milioni di messicani, cileni, ecuadoregni, portoricani, tutti ugualmente fuggiti dalle loro belle democrazie.

cazzo lasciamo che siano Bush e i suoi amici a mandare in corto il cervello di fronte a "democrazia", "libertà" e slogan simili, senza nemmeno vedere quanto le democrazie e le libertà siano sostanziali e, soprattutto, se pesino più o meno di mettere intanto qualcosa nello stomaco

per il resto, pace a te Paxtibi

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