Makk ha scritto:
Eh... io non ce l'ho mica le risposte...
Dicamo che più che "soluzioni" si tratta nell'ordine di: vedere le falle, immaginarsi come allargarle, sperando con questo di preparare il terreno a un cambiamento, e poi immaginare una possibile evoluzione di questo cambiamento.
Di sicuro ci sono minime speranze di "giocare una partita" nel senso che dici tu. Il banco è truccato da progetto: le teorizzazioni alternative alla democrazia sono abbastanza concordi sul fatto che il sistema nasce per consentire a un'oligarchia la presa di possesso permanente delle leve del potere.
Levargli di mano quelle leve non è realisticamente un obbiettivo a medio termine, figuriamoci a breve. Ma rendergli difficile il compito di tenere il timone è una possibilità, intanto.
sONO D'ACCORDO CON TE
Ora, a mio avviso intraprendere un percorso elettorale di "pulizia della democrazia" è - continuo con la metafora delle carte - come sedersi al tavolo verde con un baro e cercare di vincere secondo le regole.
Vero, ma se al tavolo invece di essere in 2 riusciamo a giocare in 10, le possibilita' che il baro vinca diminuiscono. Più siamo e maggiore è la probabilità di migliorare la situazione.
Si potrà pensare che, dopotutto, ci sono democrazie un po' meno laide della nostra, allora perché non portare la nostra almeno a quel livello?
Io penso che "un po' meno laida" dipende da fattori diversi, storici e geografici, e che l'esperienza di una data nazione non è esportabile. Inoltre, la "minore laidezza" è temporanea (dopotutto stiamo parlando di un paio di secoli di democrazia: uno sbadiglio della storia) e và battendo in ritirata. L'Europa stritolerà le differenze.
Le piccole socialdemocrazie nordiche faranno resistenza, ma anche se resistessero (l'Islanda è già caduta), si tratterebbe di una delle debolezze teoriche che vedo anche negli anarchici: piccolo è bello... finché dura. Un "sistema" è buono solo se funziona anche nelle congiunture perniciose, e un sistema che funziona solo a patto di avere bassa densità di popolazione e nessuna minaccia militare in agguato è un sistema difficilmente riproducibile, oltre che intrinsecamente fragile.
Anche quì concordo, non si puo' non tenere conto del contesto che ti circonda. Piacerebbe anche a me eliminare ogni forma di centralismo. Un piccolo territorio si organizza meglio di uno grande, ma se in questo momento non ce ne sono nel mondo, ci sara' un motivo! Eccetto i paradisi fiscali che come capirai hanno la loro funzione.
Il votare "tatticamente" (proposta di mc qua sopra) è un'opzione. Ma ci vuole pelo sullo stomaco. Non voto per farmi rappresentare ma per dare fastidio a Iddi. E chissene se mando sù un pappone, tanto lo sono tutti. Gli scombino le carte e intralcio un progetto in corso.
Ehm... in certe situazioni potrebbe anche essere un pensiero. Ma al momento l'unico progetto italiano è quello del bipolarismo bersalusconiano, e fargli casino su quell'aspetto significa "voto utile": non certo Grillo, è più razionale votare Di Pietro o Casini.
Ci vuol pelo alto così, e sapere da subito che rafforzarli significa che si metteranno d'accordo coi rispettivi cani più grandi, visto che hanno potere contrattuale e non rischiano inglobamenti. Ma il risultato sarebbe che questo bipolarismo è kaputt. (Peraltro è già in putrefazione di suo e quindi perché sporcarmi le mani?)
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