Parola d'ordine: limitare la libertà su Internet

Inviato da  Sertes il 3/5/2013 10:25:46
Ora che il ventennale inciucio dei due finti oppositori è rivelato alle masse, la Casta è in guerra aperta con il M5S e cercherà di delegittimarlo in ogni modo e maniera.

Per natura cerco sempre di vedere lo scenario peggiore (false flag in Italia per reprimere il dissenso) così poi se non accade c'è grande sollievo.

Ma in ogni caso uno dei fronti in cui il potere sembra voler combattere è quello della libertà di opinione su internet, su cui il M5S è molto forte e tutti i partiti della Casta sono invece molto deboli (basti vedere gli attuali commenti sulle pagine pubbliche del PD)

Iniziamo quindi con:

Boldrini: "Io, minacciata di morte ogni giorno.
Non ho paura ma basta all'anarchia del web"




ROMA - Laura Boldrini, seduta alla sua scrivania di Presidente della Camera dei deputati, legge attentamente i messaggi che la sua giovane assistente Giovanna Pirrotta le porge. Sono minacce di morte, di stupro, di sodomia, di tortura. Accanto al testo spesso ci sono immagini. Fotomontaggi: il suo volto sorridente sul corpo di una donna violentata da un uomo di colore, il suo viso sul corpo di una donna sgozzata, il sangue che riempie un catino a terra. Centinaia di pagine stampate, migliaia di messaggi. A ciascuna minaccia corrisponde un nome e un cognome, un profilo Facebook, l'indirizzo di una pagina Internet. Le minacce - tutte a sfondo sessuale, promesse di morte violenta - si sono moltiplicate nel giro di due settimane con il tipico effetto valanga che la Rete produce: al principio erano una decina, qualche sito le ha riprese e rilanciate, i siti più grandi le hanno richiamate dai siti più piccoli con la tecnica consueta: dichiarare in premessa l'intenzione di denunciare l'aggressione col risultato, in effetti, di divulgarla ad un pubblico sempre più ampio. In principio, quasi all'indomani della sua nomina, aveva preso a circolare una foto che a questo punto della vicenda pare addirittura innocente: una donna nuda, in spiagga, indicata come Laura Boldrini e affiancata da commenti machisti. Poi le prime minacce, altre e altre ancora sempre più gravi fino ad arrivare alle ultime, pochi giorni fa: una donna sgozzata, uno stupro. Siti di destra, razzisti e xenofobi, pagine Facebook, di seguito l'effetto macchia d'olio, incontrollabile.

Incontrollabile! Ma lol, ogni accesso su internet è tracciato, si può risalire ad ogni IP e ad ogni macchina e quindi sostanzialmente ad ogni utente... l'articolo ci vuole far intendere che se la Presidente della Camera riceve minacce via internet non ci sono strumenti per colpire il responsabile... e quindi la colpa viene diffusa all'intero popolo del web... le famose colpe collettive così care ai regimi di tutto il mondo.

Non posso denunciarli tutti individualmente: è un'arma spuntata, la giustizia cammina lentamente al cospetto della Rete, quando arriva la minaccia è già altrove, moltiplicata per mille. E poi non è una questione che riguarda solo me. Ci sono due temi di cui dobbiamo parlare a viso aperto. Il primo è che quando una donna riveste incarichi pubblici si scatena contro di lei l'aggressione sessista: che sia apparentemente innocua, semplice gossip, o violenta, assume sempre la forma di minaccia sessuale, usa un lessico che parla di umiliazioni e di sottomissioni. E questa davvero è una questione grande, diffusa, collettiva. Non bisogna più aver paura di dire che è una cultura sotterranea in qualche forma condivisa. Io dico: un'emergenza, in Italia. Perché le donne muoiono per mano degli uomini ogni giorno, ed è in fondo considerata sempre una fatalità, un incidente, un raptus. Se questo accade è anche - non solo, ma anche - perché chi poteva farlo non ha mai sollevato con vigore il tema al livello più alto, quello istituzionale. Dunque facciamolo, finalmente"

Ecco che il vittimismo sale ad un livello più alto, più conosciuto, quello della violenza verso le donne. Un po' di emozione ingiustificata non guasta mai, in propaganda. Ma rimane il fatto: non si possono colpire tutti individualmente, ergo colpiremo il gruppo di cui chi sbaglia fa parte, anche se non ne è per niente rappresentativo.

Ma ecco che compare un elemento che stona:

Sul tavolo della presidente le pagine in cui uomini con nome e cognome, dati a cui corrispondono persone reali, scrivono "ti devono linciare, puttana", "abiti a 30 chilometri da casa mia, giuro che vengo a trovarti", "ti ammanetto di chiudo in una stanza buia e ti uso come orinatoio, morirai affogata", "gli immigrati mettiteli nel letto, troia". Accanto alla foto della donna sgozzata: "Per i Boldrini in rete ecco l'Islam in azione".

Nome e cognome. Ma dai, incredibile, pensavo di aver letto sopra che non fosse possibile trovare e colpire i singoli, com'è giusto che sia.

La seconda questione è se possibile ancora più delicata, riguarda i reati commessi via web. Ogni volta che si interviene a cancellare un messaggio, ad oscurare un sito - dice Roberto Natale, portavoce della Presidente - c'è una reazione fortissima della rete che invoca la libertà e parla di censura. Valentina Loiero, responsabile comunicazione: "Al principio abbiamo individuato un sito, di cui è titolare Antonio Mattia, che aveva diffuso la foto di una nudista spacciandola per Laura ed aveva dato il via ai commenti sessisti. Abbiamo informato la polizia postale. La reazione dell'uomo alla visita delle forze dell'ordine è stata una denuncia di violazione della privacy a cui hanno fatto seguito in rete accuse di abuso di potere, subito riprese da esponenti politici della destra".

Boldrini: "Abbiamo due agenti della polizia postale, due, che lavorano alla Camera, distaccati qui a vigilare sulle moltissime violazioni di cui un luogo istituzionale come questo può essere oggetto. C'è stato il caso della parlamentare del Movimento Cinque Stelle di cui è stata violata la posta personale. C'è il caso di una deputata oggi ministra che non ha più potuto accedere ai suoi social network e teme che a suo nome si possano divulgare messaggi non suoi. Poi ci sono le minacce di morte nei miei confronti. Tutte donne, lo dico come dato di cronaca. So bene che la questione del controllo del web è delicatissima. Non per questo non dobbiamo porcela. Mi domando se sia giusto che una minaccia di morte che avviene in forma diretta, o attraverso una scritta sul muro sia considerata in modo diverso dalla stessa minaccia via web. Me lo domando, chiedo che si apra una discussione serena e seria. Se il web è vita reale, e lo è, se produce effetti reali, e li produce, allora non possiamo più considerare meno rilevante quel che accade in Rete rispetto a quel che succede per strada".


Perbacco, se il tema è proteggere le donne, chi si oppone alla censura su internet è un bruto di destra. Bravi, lo script è quello classico, ma dato che funziona perchè cambiarlo?

Tralascio la digressione sui siti di destra, un altro clichè, per il prossimo brano:

Dal 28 aprile, dopo la sparatoria davanti a palazzo Chigi, hanno iniziato a circolare centinaia di messaggi che dicono "Dovevano sparare a te", "la prossima sei tu", "cacati sotto, a morte i politici come te". La magistratura è avvertita, le denunce sono partite. "Ma è come svuotare il mare con un bicchiere. Credo che ci dobbiamo tutti fermare un momento e domandarci due cose: se vogliamo dare battaglia - una battaglia culturale - alle aggressioni alle donne a sfondo sessuale. Se vogliamo cominciare a pensare alla rete come ad un luogo reale, dove persone reali spendono parole reali, esattamente come altrove. Cominciare a pensarci, discuterne quanto si deve, poi prendere delle decisioni misurate, sensate, efficaci. Senza avere paura dei tabù che sono tanti, a destra come a sinistra. La paura paralizza. La politica deve essere coraggiosa, deve agire".

Ecco servito il movente del 28 aprile.

Portare la censura su internet sarà dura, ma ci stanno comunque provando.

Fonte: Repubblica

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