Re: Il furto della memoria

Inviato da  benitoche il 26/1/2011 4:14:18
Citazione:

Personalmente l'analisi di Pino Aprile mi lascia confuso.

Credo sia assolutamente vera, ma qualcosa dentro di me si allarma sempre quando una analisi cosi' rivoluzionaria trova enorme spazio nell'informazione, per cui sospendo il giudizio e aspetto, gli avvenimenti futuri mi daranno piu' elementi per inquadrarlo meglio.

Un saluto


Dopo aver letto dei 18 bersaglieri e della donna ho dovuto aspettare un giorno prima di continuare l'articolo
Sono terrone e me ne vanto,ma temo il revisionismo risorgimentale
Come buttare paglia sul fuoco mi dico,poi penso:
la linea è tracciata bisognerà seguirla,il destino è la frammentazione dell'Italia in due o in tre parti

Vado in giro per la città. I pedoni odiano i ciclisti, gli automobilisti odiano i motociclisti, i ciclisti odiano gli automobilisti, eccetera.
Leggo il Corriere: nelle lettere tutti sono sicuri che l'altro imbrogli, "non ce la conta giusta", hanno dunque loro la verità in tasca; chiunque abbia a che fare con l'opposta parte politica viene odiato, ripeto, odiato; si augura la morte a chi non la pensa uguale. Si è sicuri, ripeto, sicuri, che l'altro sia in malafede, che ci sia sotto un complotto, che "quanto ti pagano per dire o fare questo".
L'ambiente è carico di animosità, faziosità, odio. La verità non è quello che è, è quello che diciamo noi.
Le amministrazioni di ogni tipo sembrano messe lì solo per contrastarci, per impedirci la vita: per odiarci

A 150 anni dall' Unità mi accorgo che alcune frasi storiche non sono del tutto compatibili coi bisogni reali di una nazione come la nostra. è vero che qualcuno disse che l' Italia era fatta, e bisognava fare gli Italiani, ma questo a mio avviso è stata una fregatura : ci siamo ritrovati cucito addosso uno stato che aveva ed ha tuttora i limiti funzionali di una monarchia feudale, con tanto di burocrazia, balzelli e privilegi di casta. Siamo ormai alla canna del gas, e qualche dubbio diventa legittimo sul fatto che l' Italia sia una creatura integra come auspicato dalla sua Costituzione.
Non si tratta di intentare processi alle intenzioni, ma alla scelta e alla manutenzione degli strumenti per perseguire tali nobili fini. In molte regioni si è sempre messo in atto una forma di federalismo autoctono e spontaneo, che altrove ( nei luoghi dove ciò non si è voluto in nome di una potenziale uguaglianza fra Italiani, o dove non si è saputo manovrare con sufficiente scaltrezza) ha portato a queste proposte di autonomia dei giorni nostri. Idealisticamente sono condannabili entrambe, ma la formula più anziana ha avuto il privilegio di essere assimilata al sistema di governo centrale, e gode di una certa immunità, nonche di molti privilegi.
La guerra civile è alle porte, e ormai è il tempo per contromisure di emergenza, una forma di quarantena fiscale che si spera renda possibile una gestione meritocratica delle risorse di tutti, e la conservazione di patrimoni di cultura locale che non trovarono la salvaguardia delle istituzioni.
Certo non sarà una scelta saggia sostituire i moduli del 740 con altri stampati in dialetto, ma le minoranze linguistiche, la nostra bella lingua nazionale, nonchè l' inglese già parlato su tutti i cinque Continenti, starebbero davvero bene gli uni a fianco agli altri.
Come starebbero bene linee di produzioni alternative nei colossi industriali che così spesso godono della cassa integrazione per gli intasamenti del mercato che essi stessi creano ( va tenuto anche presente che un libero imprenditore, se non lavora o non vende la merce -perlopiù prodotta a sue spese- va "di baracca" senza tanti ammortizzatori sociali !) ... e così via...
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Per paradosso, l'unica soluzione in certe occasioni sarebbe la presenza di difficoltà comuni enormi Per esempio, sotto un bombardamento, i fastidi per delle piccolezze ritroverebbero la loro giusta e modesta dimensione, anzi, nascerebbe una inaspettata solidarietà.

Servaj,Ginogost
PS
Il nonno di Albano secondo alcuni era un Brigante
Quìil covo dei briganti nel parco divertimenti di Cellino del fratello,Franco Carrisi

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