Re: Anche le querce cominciano da piccole... alcune inesattezze

Inviato da  Redazione il 9/12/2006 7:50:47
Non sono chiaramente laureato in fisica o in ingegneria, e ricordo di aver passato le notti prima alla ricerca della formula giusta, e poi nel tentativo di usarla correttamente. Prima di pubblicarla l'avevo pure sottoposta per approvazione a due presunti esperti (come avrete visto in fondo alla pagina) e questo la dice lunga sul significato della parola "esperto."

Visto che Wolfgang ha dedicato così tanto tempo a mostrarmi gli errori, mi domando se abbia anche voglia di darmi una mano a raggiungere il mio obiettivo, che era quello di dimostrare - o almeno di mostrare con chiarezza - l'altissima improbabilità (a mio parere, impossibilità vera e propria) di una deviazione del genere.

Ecco perchè cercavo un parallelo con un peso da 45 Kg che cada su un ramo. Non mi importa molto da che altezza può cadere, nel senso che ovviamente il tempo di accelerazione conta, ma anche da qualche metro un peso da 45 kg è un peso da 45 kg. Se ti arriva in testa non ti domandi "cazzo, ma da che distanza era partito"? Fa male e basta.

In altre parole, capisco benissimo la differenza fra un discorso logico basato su percezioni empiriche, e un discorso rigorosamente scientifico, e cercavo proprio un supporto del secondo al primo.

I dati certi chi ci sono a disposizione sono il peso e la velocità di uscita del proiettile, il fatto (fondamentale) che fosse un camiciato, la distanza (approssimativa) del ramo di quercia, la distanza (approssimativa) del punto di impatto finale (marciapiede Tague), e l'angolo della deviazione (relativamente preciso) che ne deriva.

Sappiamo poco o nulla del malefico rametto, ovviamente, a parte il fatto che debba aver potuto deviare il proiettile senza spezzarsi. (Non dimentichiamo che siamo all'interno di una pura IPOTESI, e che nessuno - nemmeno fra i più accaniti difensori della Warren - ha mai osato proporla come soluzione certa).

A mio parere invece la si deve poter escludere anche matematicamente, poichè si poteva trattare al massimo di una frangia esterna dell'albero, che è venuta ad ingombrare la linea di tiro per un colpo di vento, proprio al momento dello sparo. (Oswald cioè non avrebbe tirato "fra i rami", ma PRIMA che Kennedy scomparisse sotto la quercia).

Si tratta quindi di una estremità flessibile, relativamente sottile e altamente elastica, e non di un qualunque grosso ramo "rigido", attaccato direttamente al tronco. Per me è quindi OVVIO che nell'impatto "si sposta il rametto e il proiettile non devia" (se non in misura minima), invece dell'inverso.

Vorrei quindi tradurre la "forza d'impatto" del proiettile da una parte (sono ignorante in materia, ma ho sempre usato le virgolette, proprio per quello) e la "capacità di opporvi resistenza senza piegarsi" del ramo dall'altra, in qualche cosa di relativamente preciso. In fondo,se il mio calcolo è sbagliato, dovrebbe anche essere possibile farlo giusto, no?

Grazie a chi ha voglia di provarci.

Massimo

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