Re: Ustica e Frecce Tricolori

Inviato da  virgilio il 4/7/2006 2:15:42
segnalo il capitolo 5 da pagina 704 a 784 in http://www.stragi80.it/documenti/gi/Titolo2a.PDF (La Sentenza-ordinanza e le conslusioni del G.I. Rosario Priore, L'istruttoria dal 27 luglio 90 al 31 dicembre 1997) che riguarda la base di Grosseto:

L'ho letto velocemente: in sostanza dice che tra gli altri aerei che potrebbero aver volato quella sera di venerdì 27 giugno 80 sul Tirreno con rotte in parte coincidenti o non lontane da quella del DC9 Itavia, sono tre f104 biposto partiti e rientrati a Grosseto con Nutarelli Ivo e Naldini Mario, due istruttori, su uno e Giannelli, allievo, da solo su un altro e sul terzo Bergamini Giovanni istruttore e Moretti allievo e due F111 di nazionalità statunitense che sarebbero atterrati in particolare situazione di emergenza sull’aeroporto di Grosseto (N.B.: pare che ad uno di essi mancasse un missile).


segnalo inoltre che da pag749 c'è il capitolo:

5.10. La morte di Nutarelli e Naldini e il cd. memoriale Naldini

di cui riporto qualche stralcio:

il Naldini lo[Crociani] aveva chiamato per telefono e gli aveva chiesto un appuntamento a Firenze; la sera andarono a cena in un ristorante a Piazzale Michelangelo. Qui il Naldini gli confidò: “Io sono stato testimone della strage di Ustica”. Gli confidò, inoltre, che la sera del disastro gli era stato ordinato di intercettare due aerei che si trovavano in una determinata rotta senza autorizzazione e che seguivano nella scia l’aereo civile autorizzato, che poi altro non era che il DC9 dell’Itavia che cadde quella stessa sera ad Ustica. Seguì i due aerei, ma arrivati all’altezza probabilmente di Gaeta, gli venne ordinato di rientrare. Al momento del rientro non poté usare l’apparato radio di bordo per le comunicazioni. Quella sera, concludeva queste sue dichiarazioni, furono abbattuti due velivoli, uno dei quali era quello civile.

(...) si parlò di Ustica ed il Naldini espresse la convinzione che la causa della caduta dell’aereo DC9 era da addebitarsi alla collocazione di una bomba a bordo dell’aereo, dando una matrice mafiosa alla strage; il Nutarelli invece troncò il discorso dicendo “Smettila, lo sanno tutti, lo sai benissimo che lo hanno buttato giù”. Nessuno dei due aveva fatto riferimento a che fossero stati in volo a pochi minuti prima del disastro.

Werner Reith, giornalista tedesco del quotidiano Tageszeitung, (...) sosteneva l’ipotesi del sabotaggio sulla base di più argomentazioni: (...); che dovesse escludersi il black-out da accelerazione, perchè il pilota aveva compiuto una serie di manovre razionali, fino all’incidente ed anche per evitare l’incidente; che le manovre di Nutarelli, il solista, fossero spiegabili con il difetto di funzionamento di strumenti, specie l’altimetro, o di altre apparecchiature come l’acceleratore o la cloche, o addirittura con disturbi all’esterno come schock elettronici.

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