Citazioni Scorrette

Inviato da  sick-boy il 16/10/2007 0:03:55
Bell'articolo di Blondet, bisogna ammettere.

STATI UNITI - «Nel 1932 Huey Long disse una cosa interessante. Suonava così: 'Il fascismo verrà in America, ma sotto un nome diverso: quasi certamente, si chiamerà antifascismo'. L'attore Sean Penn all'anchorman della CNN Larry King, durante una recente apparizione nel 'Larry King Live' ».
Huey Long fu un governatore della Louisiana, democratico, inizialmente sostenitore di Roosevelt, che durante la grande depressione seguita al '29 si battè per un radicale programma di redistribuzione sociale, per alleviare la povertà dilagante.
Critico feroce della Federal Reserve privata e dei poteri forti, fautore del dirigismo in economia e finanza, fu accusato di mire dittatoriali.
La sua popolarità era immensa.
Fondò un suo partito, «America First» (Prima l'America), che aveva fin troppo buone possibilità di rompere il bipartitismo perfetto - perfetto per l'establishment.
L'8 settembre 1935 Huey Long, nei locali del Senato di Baton Rouge, capitale della Louisiana, cadde sotto le revolverate del rituale «solitary assassin»: l'Oswald del momento si chiamava Carl Austin Weiss, un dottore ebreo di 28 anni.
Il quale fu fulminato sul posto, crivellato di colpi dai poliziotti presenti, e così azzittito subito.
Long spirò due giorni dopo, a 42 anni.
Le sue ultime parole furono: «Dio, non farmi morire, ho ancora tanto da fare».
Il pastore che celebrò il suo funerale, Gerald L.K. Smith, co-fondatore di «America First», dichiarò anni dopo che l'assassinio di Huey Long era stato decretato «dalla banda Roosevelt col sostegno dell'apparato ebraico di New York».
E' significativo che Sean Penn, di padre ebreo e madre cattolica, abbia citato la frase di Long - una «non-persona» nel dibattito pubblico - e con evidente allusione al fascismo «antifascista» (o anti «islamo-fascista») dell'amministrazione Bush.

Ancor più significativa la faccia di Larry King (vero nome Lawrence H. Zeiger).
Appena s'è ripreso ha gridato: «Consigli per gli acquisti!».
«Come ebreo, so bene che non è vero che la mia gente controlli i media.
Ma a vedere le recensioni apparse sui giornali a 'The Israeli Lobby' di Walt e Mearsheimer - favorevoli e contrarie, ma in genere contrarie - mi colpisce quante di queste sono scritte da ebrei. Michael Lerner, David Renmick, Richard Cohen, Jeffrey Goldberg, Leslie Gelb, Samuel Freedman. Mi manca la voce di qualche gentile. Qualche 'goy' riesce a piazzare una sua opinione sul libro?».
Philip Weiss, noto giornalista investigativo (New York Observer, The Nation, The American Conservative) nel suo blog «Mondoweiss».
«E' ridicolo. Come se nel '38 avessero dato il Nobel per la pace a Goebbels, a metà con il Kaiser Wilhelm Institute per i suoi studi sulle minacce alla razza posti da ebrei, slavi e zingari».
Alexander Cockburn sul Nobel ad Al Gore.
Cockburn, nato scozzese, è un noto giornalista di estrema sinistra.
Dirige la rivista Counterpunch.
E' stato accusato di antisemitismo.
«Al Gore è dotato di una sorta di 'preveggenza' per i fenomeni di domani»: Davis Guggenheim, regista e vero autore del film ecologista del neo-Nobel, «An inconvenient Truth».
«Al Gore, un rivoluzionario molto conveniente»: titolo di Le Monde, 13 ottobre 2007.
«Il Nobel dato all'ex vice-presidente Al Gore è un messaggio inviato dall'alta borghesia europea alle politiche dell'amministrazione Bush e degli Stati Uniti. Di rado si è avuto un così aperto intervento nelle questioni interne americane da parte dei poteri forti europei».
Patrick Martin sul sito marxista Wolds Socialist Website, 13 ottobre.




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