Bush, un povero Anticristo

Inviato da  Santaruina il 27/9/2005 11:26:15
Blondet interpreta un passo di Guènon:

In qualche modo, «Dubya» Bush fa pena.
Intellettualmente quasi un subnormale, innalzato a quel posto da poteri forti, è un semplice patetico figurante: un vuoto che occupa una carica, che altri esercitano dietro di lui.

A governare sono Dick Cheney, il cinico vicepresidente, Donald Rumsfeld e i suoi neocon.
Lo fanno recitare, gli suggeriscono le frasi parola per parola; lo tratteranno come un burattino in privato, disprezzandolo apertamente.
Un povero Cristo.
O meglio, un povero anticristo.
Già.

Sarà bene rileggere quello che René Guénon scrisse dell'Anticristo: “questi…sia che lo si concepisca come un individuo o come una collettività, sintetizzerà in se stesso tutte le potenze della 'contro-iniziazione'.
E potrebbe essere a un tempo l' uno e l'altra, in quanto dovrà esistere una collettività che rappresenti l'esteriorizzazione della contro-iniziazione, e dovrà esistere altresì un personaggio che, posto a capo di quella collettività, ne sia come l' incarnazione, non fosse altro che a titolo di supporto di tutte le influenze malefiche […].»

«Sarà un 'impostore' (significato del termine «dajjal» con cui viene denominato in arabo), e il suo regno non sarà altro che la 'grande parodia' per eccellenza, l'imitazione caricaturale e 'satanica' della tradizione e della spiritualità vere; e tuttavia la sua costituzione sarà tale, da essergli veramente impossibile non svolgere tale funzione […]
Questo essere, se apparirà sotto forma di un personaggio determinato, sarà più un simbolo che un individuo […]; egli dovrà essere, per così dire, completamente 'falsato' da tutti i punti di vista…sicchè la sua individualità […] si può dire già quasi annichilita, tanto da realizzare la confusione nel 'caos' anziché la fusione nell' 'unità principiale' […]
Sarà paragonabile all'automatismo di 'cadaveri psichici', animati artificialmente e momentaneamente”(1).


Qui si adombra nell'Anticristo non una suprema intelligenza, ma un vuoto mostruoso, la mediocrità più totale e invincibile.
Non una volontà attiva, ma qualcuno che «viene vissuto» da forze a lui estranee. Forze straordinariamente «false», ossia - è lo stesso - «artificiali», che portano all'estremo, dice ancora Guénon, «quel carattere 'meccanico' che è presente in tutte le produzioni del mondo moderno».
Gli Stati Uniti non coincidono con tale descrizione?
E il povero subnormale, alcoolizzato «cristiano rinato» Bush?


Maurizio Blondet

Note
1) René Guénon, «Il regno della quantità e i segni dei tempi», Torino, 1969, pagine 324-326, capitolo «La grande parodia o la spiritualità a rovescio».

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