Re: Chi siamo veramente, cosa siamo veramente?

Inviato da  invisibile il 12/12/2014 9:57:02
DISCLAMER
Per i razionalisti (ma anche per chiunque...).
Se dopo la lettura di questo post andate in tilt, la redazione declina ogni responsabilità

Grazie al giochino mentale (quello che terrorizza mc), sappiamo che delle certezze, delle cose che "diamo per assodato", che consideriamo reali ed oggettive, in realtà sono pure credenze, perché nessuno è in grado di dimostrare cosa ha pensato, nonostante abbia la certezza di averlo fatto (non può nemmeno dimostrarlo a se stesso).

Ci sono altre nostre convinzioni e certezze che in realtà sono delle credenze. Ci sono degli "aspetti nascosti" a chi non ha indagato in profondità su se stesso, riscontrabili nella vita di tutti i giorni, che mostrano inequivocabilmente che moltissime "cose" sono basate sulle credenze e sulla fede e questo vale per tutti (si, anche per i razionalisti e per i relativisti).

Ogni azione avviene nel futuro. In realtà avviene sempre e solo nel presente (l'eterno presente), ma rispetto al soggetto in questione avviene nel futuro.

Mi spiego.
Io penso (progetto, decido, desidero etc.), nel presente, di andare a farmi la barba.
Rispetto al mio progetto nel presente, l'azione di farmi la barba avverrà sempre nel futuro.
Siccome nessuno conosce il futuro, anche solo il mio iniziare a FARE, iniziare a compiere l'atto (anche solo l'alzarmi dalla sedia per andare verso il bagno) è un atto di fede, perché io non posso sapere se ci riuscirò o meno, io non conosco il futuro.

Osservando con attenzione si scopre che facciamo moltissimi atti fede. Ho fede che io riesca ad alzarmi dalla sedia (non c'è nessuna garanzia oggettiva di questo), che riesca a camminare ed arrivare in bagno, che riesca a girare i rubinetti dell'acqua e che riesca ad avere la sensibilità nelle mani per sentire la temperatura dell'acqua, che riesca a regolare i rubinetti per la temperatura desiderata, che riesca a prendere e poi scuotere il barattolo della schiuma da barba....

Se si esamina con attenzione ogni atto, ci si rende conto dell'enormità delle azioni che si compiono in cui la fede nella riuscita di esse, è essenziale per poterle compiere, perché senza quella fede, ribadita inconsciamente in continuazione e ad ogni "passo" del compito prefissato, sarebbe impossibile fare alcunché, neanche tentare di alzarsi dalla sedia.
La verifica è facile farla da sé. Basta decidere di fare una cosa e ad ogni "passo" nella realizzazione di essa pensare "ce la faccio o non ce la faccio ad alzarmi dalla sedia?", magari rallentando l'azione quanto necessario, per poter osservare cosa succede in se stessi con calma. Diventa evidente che la fede è un "ingrediente" assolutamente indispensabile per fare qualsiasi cosa.

Un altro fenomeno che conferma quanto sopra, è che quando sbagliamo o non riusciamo a fare qualcosa che ci è abituale, qualcosa di ripetuto infinite volte, c'è sempre un sentimento di sorpresa, non ce lo aspettiamo mai proprio perché siamo talmente abituati ad usare la fede per compiere gli atti, che la non riuscita di qualcosa di abituale è qualcosa di sorprendente.
Spesso c'è anche un sentimento di rabbia o di irritazione. Questo perché ci si sente "traditi" (scegliete voi da chi o cosa): "ma come, io mi fidavo ciecamente (inconsciamente) e tu mi tradisci?" ... Non approfondisco ora questo aspetto perché porta da un altra parte, che riguarda il ruolo che ognuno di noi ha nel FARE.

Per chi sposa il paradigma razionalista e che quindi rifiuta intellettualmente ogni credo, questo significa che vive in costante e profonda contraddizione con se stesso, perché nella realtà compie in continuazione atti di fede, altrimenti non poterebbe fare praticamente nulla.
La prova è che da per scontata la riuscita di moltissime cose, perché nessuno sta a pensare "oddio... magari tra un istante divento paralitico" o "chissà se ce la faccio ad alzarmi dalla sedia" ad ogni passo del fare, tranne per chi è affetto da serie turbe mentali e/o emotive o per chi ha dei seri problemi fisici.

Questa profonda e continua contraddizione inconscia, crea un conflitto interiore molto serio che porta seri danni alla persona, perché la sua mente razionale dice una cosa mentre la realtà indica esattamente l'opposto, e vivere con questa costante contraddizione interiore, è possibile farlo solo con una costante negazione inconscia della realtà.

Questo tipo di negazioni, come sa chi ha anche solo una infarinatura di psicologia, crea un conflitto interiore che può arrivare anche ad essere molto serio.
Si tratta di una vera e propria patologia mentale, di cui soffrono moltissime persone senza esserne consapevoli, il che, come sa chi di psicologia conosce almeno le basi, non attenua minimamente i danni che tali patologie causano.

Qualcuno potrebbe affermare che quello che ci fa mettere in movimento per compiere gli atti non è la fede, ma la speranza.
Ma se si esamina la cosa con attenzione, appare evidente che non è così, perché la speranza è un sentimento che si manifesta per le "cose" in generale: io spero di riuscire a fare bene il lavoro di questa settimana, spero che il semaforo diventi verde presto, Calvero spera che Scarlett si innamori pazzamente di lui spero di riuscire a mettere a posto l'ufficio in un ora....
...nessuno spera di riuscire ad alzarsi dalla sedia, di riuscire a mettere un piede avanti l'altro, di arrivare in bagno etc. a meno di avere dei seri problemi mentali o fisici, che hanno già dimostrato essere un serio ostacolo a fare le cose. Magari succede se uno ha avuto un giramento di testa e si deve comunque alzare, ma non è un fenomeno costante.

Quindi si tratta di fede.
Innumerevoli atti di fede anche solo per fare le cose più semplici e quotidiane.
Un altra delle numerose cose che si "scoprono" quando si mette a posto la mente, magari iniziando proprio dall'imparare ad arrestare a volontà il flusso incontrollato dei pensieri, fenomeno che ci possiede ad un livello e ad una profondità tali, che ci fa vivere inconsapevolmente come veri e propri ciechi rispetto alla realtà dell'esistenza.

Meditate gente, meditate!

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