Visto che si sta parlando di Dio, vorrei porvi una questione su cui sto riflettendo da un po':
la concezione di Dio in senso panteista, della serie: "Dio è tutto, e tutto è Dio", "Dio è in ogni cosa": è vera, falsa o... ingannevole?
Se "Dio è tutto", allora Dio non è solo "Amore", ma tante altre cose, anche molto negative.
<< Molte volte leggo che Dio è Uno, “ E’ ’’ volendo intendere che esiste in “modo” non spaziale e non temporale, quindi è ovunque e non ha tempo.
Accettare l’idea del Creatore e del Creato ci porta inevitabilmente nella “dimensione duale”, primo passo nella separazione, nella frammentazione, perché da una parte esiste colui che ha creato e dall’altra l’oggetto della sua creazione. Creare vuol dire generare qualcosa che prima non c’era, cosa che è in controsenso con il pensiero del Dio Unità., Dio Totalità.
Questo porta a pensare che: -Tutto quello che è esistito o poteva esistere - Tutto quello che è o potrebbe essere - Tutto quello che sarà o potrà essere, tutto questo potenzialmente già esiste, ma in modo a-spaziale e a-temporale, ovvero senza forma.
Per visualizzare questo concetto, immagino un “campo infinito” composto da “pixel di informazione” che prendono “forma” solo osservati da un “sub-campo finito” che li raccogli e li riflette.
L’atto (per così dire) creativo è ammissibile solo dal punto di vista di chi, “individualmente”, osserva la “Creazione”, che gli appare tale perchè la percepisce con la sua (apparente) individualità. L’individualità può esistere solo all’interno di un “campo” spaziale e temporale e di conseguenza duale e percepisce una realtà qualitativamente proporzionale alla sua consapevolezza.
L’individualità sperimenta l’illusione della separazione, esperienza impossibile se si è “Uno”.
Con l’individualità si può sperimentare la dualità con tutte le sue sfaccettature >>
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