Re: Chi siamo veramente, cosa siamo veramente?

Inviato da  alroc il 4/9/2013 16:59:55
Non sono d'accordo, Invisibile.
Tutti noi siamo giunti a certi traguardi passando dalla ricerca, qualunque essa sia. Non sto parlando di lauree, ma di impegno e lavoro in qualunque campo. Quando si dice che il lavoro nobilita l'uomo, secondo me si travisa il senso di questo detto. Lavorare in questo caso io lo intendo come impegno su qualcosa che si è scelto di approfondire, come volontà di agire secondo le proprie attitudini allo scopo di comprendere al meglio l'esperienza che si è fatta sul campo. In quel caso ci nobilitiamo, cioè miglioriamo noi stessi, evolviamo e i risultati raggiunti saranno permanenti. Ogni errore o vittoria insegna qualcosa, ma prima devi "sporcarti" le mani nell'impegno, nella "fatica" giornaliera della ricerca. Altrimenti giungerai a verità che non sono tue, verrai imboccato da una "spirito" (non il vero spirito) che ti manovrerà, che ti consiglierà di non studiare perchè lui può darti tutto quello che ti serve sapere, ma in quel caso non sarà mai un lavoro consapevole, sarà un assorbimento passivo.

Sul conseguire la consapevolezza è necessario che ci sia prima un lavoro attivo, poi si può lasciar fare allo spirito. Se dall'inizio lasci fare allo spirito, non hai gli strumenti per capire se ciò che ti propone è davvero la verità ed è solo con la consapevolezza acquisita con l'esperienza che si può capire se c'è l'inganno o meno.
Nel caso delle religioni per esempio, il dogma è qualcosa a cui devi credere per fede, ma non è un passaggio consapevole. E' solo una scorciatoia per giungere alla meta. Giungi lì dove è già tutto indicato, senza che ci sia una compartecipazione evolutiva. Un po' come fare un compito in classe conoscendone già i risultati. Quel compito è inutile perché la partecipazione all'evento è guidata e non vissuta.

Nell'essere autonoma in tutto quello che faccio, mi sento molto Yang e non potrei immaginare altre strade. Tu mi dirai che è una costruzione della mente o dell'ego, ma una buona dose di cautela è necessaria in certi passaggi esistenziali. Affidarsi senza prima aver studiato sul campo mi sembra davvero da incoscienti. E qui non si tratta di mente che distorce, ma di semplice buon senso.

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