Re: Chi siamo veramente, cosa siamo veramente?

Inviato da  alroc il 5/8/2013 11:58:11
@Calvero,

complimenti per il tuo intervento, mi è piaciuto molto ed ho trovato dei punti in comune con quanto ho capito nella mia ricerca. Riporto questo passaggio per argomentare su alcuni punti.


Citazione:
E' LA sovrastruttura, quella che crea tutte le altre sovrastrutture. Questo è un'azzardo mica da poco. Che l'ego sia un problema, te la firmo subito. Appoggio la mozione. Ma l'ego è natura e non può essere dissimulato in una chiave di lettura che vuole vederci votati ad una ipotetica liberazione dal male in nome di ... quale logica e sensatezza?? ... è qui che non ci siamo. La Natura non può permettere qualcosa che si ritorca contro sé stessa. Letteralmente è impossibile; non c'è nulla che possa formularsi in natura in un essere senziente in modo tale che diventi una sua nemesi intrinseca ... non puoi creare quel che non hai. Nulla si crea, nulla si distrugge.


In effetti in natura vige un principio di equilibrio per cui la forma di vita che tende a dominare sulle altre, in un primo momento potrà apparentemente vincere, ma il suo accrescimento esponenziale verrà (una volta superata una curva di crescita) arrestato da altri fattori naturali, es.: predatori/predati; carnivori/erbivori.

La popolazione umana ha un certo numero di "predatori" che spingono e sgomitano per accrescersi, per dominare, per rubare la magia. Il principio base di questa creazione ha in effetti un modello malfunzionante, una nemesi illogica. Questi predatori sono irrazionali, spingono il mondo su scopi autodistruttivi e questo non ha senso. Credo che "l'errore" del creatore sia questo: il principio di autoconservazione che si spinge illogicamente fino al tracollo.

Un principio di conservazione talmente coerente da rischiare il tracollo della specie stessa non è un modello "serio" di creazione e su questo concordo pienamente con Calvero.

L'ego è un modello distorto, vuole sopravvivere, ma allo stesso tempo vuole anche accrescersi a dismisura, in maniera illogica fino ad arrivare all'annullamento del suo strumento che è il corpo.

Faccio un esempio banale di bellezza femminile. L'ego delle donne belle è molto grande, accresciuto sin dall'infanzia dalle tipiche frasi: "Come sei bella!"
Ebbene, questo "trattamento" continuo e reiterato fa sì che la donna cresca nell'illusione di poter mentenere il proprio aspetto perfetto per sempre. Quando però la natura implacabile le farà scorgere i primi cedimenti fisici, quell'ego, fino ad allora enorme, comincerà a scontrarsi con le leggi naturali. La soluzione aberrante sarà il rifugio nella chirurgia estetica, fino ad arrivare a manipolazioni dell'aspetto tali da rasentare il ridicolo. I volti un tempo belli, diverranno delle maschere grottesche e senza espressione, tutte omologate in un modello ideale di bellezza artificiale. In quei casi, l'iniziale bellezza diventerà un triste epilogo carnevalesco.

E allora mi chiedo, chi mai è questo ego che spinge il suo veicolo (il corpo) ad autodistruggersi?

Non è forse una nemesi, un ospite cieco che segue un'unica legge, quella del suo accrescimento fino ad arrivare alla distruzione?

Credo che l'unico modo per superare questo modello autodistruttivo sia l'uso dell'intelligenza che ognuno di noi ha, il coraggio di guardarsi dentro e di comprendere fino a che punto abbiamo permesso alla nostra nemesi di divorarci.

Sono in pochi a riuscirci, ma il loro esempio può essere d'aiuto.

Ci vuole autodisciplina e senso della realtà, ci vuole il coraggio di guardarsi dentro per arrivare al punto di poter dire: "Ho vinto contro le mie insicurezze!"

Riguardo la divinità che non è visibile, c'è da dire che in effetti è il più grande traguardo.

Sicuramente schiacciare sotto i piedi l'ego è il primo passo, ma non basta.

Concordo con Invisibile quando dice che l'armonia si può propagare. Succede anche a me sistematicamente e mi stupisco ogni volta.

Per me la divinità è uno stato d'animo. Non possoi spiegarla in modo logico quindi quello che scriverò da ora in poi sarà un pallido tentativo di descriverla.

Sono vicina al mare, mi sdraio, fa caldo ma un venticello profumato dalle scogliere mi accarezza. Tutto dentro di me è calmo, non ho desideri, niente pensieri, sono con ogni cosa, guardo le stelle, ce n'è una sopra di me, mi fisso a guardarla, perdo il senso di ciò che sono, mi tuffo in uno stato di esplorazione del cielo, ma il cielo è come il mare, nuoto in quella condizione. Sono talmente espansa da non avvertire me stessa. Dura quelche minuto, poi rientro in me. Non sto male per essere tornata "me stessa", sono lo stesso serena, torno a muovermi a "fare", mi alzo, raggiungo gli altri.

Non so se sia divino tutto questo, ma è uno stato che a tratti (anche duraturi) mi permette di non lasciarmi "predare" da chi cerca di rubare la magia.

Non immagino niente, è la realtà che mi "entra" dentro con la sua palpabile presenza.

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