Re: Chi siamo veramente, cosa siamo veramente?

Inviato da  polaris il 24/7/2013 10:50:03
alroc:
Citazione:
Mi spiegheresti in che modo le ipnosi di gente ignara sulle abductions, che però descriverebbero in modo dettegliato tutta la faccenda, confermerebbe che l'ipnosi non è uno strumento valido?

Forse mi sono spiegato male. Ci riprovo.

Gli incontri con strani "esseri" ci sono sempre stati e io non voglio negare nulla; riconosco che c'è effettivamente qualcosa di anomalo in atto. In passato erano chiamati elfi, gnomi, troll ecc...

Nella raccolta di favole "Le Mille e una notte" un giovanotto va a trovare la donna amata a bordo di un oggetto volante (non un tappeto! non fatevi fregare dagli stereotipi!) simile ad una scatola (viene descritto in modo molto vago) fingendosi Maometto (!). Durante l'ottocento alcune persone riportarono incontri con bizzarri inventori che viaggiavano su macchine volanti. Venne avvistato perfino Robur il Conquistatore, un personaggio creato dalla prolifica fantasia di Jules Verne.

Uno dei problemi con queste figure è proprio la loro strana capacità di modificarsi secondo le mode umane.

Negli anni cinquanta Adamski disse di essere stato contattato dai venusiani. Noi però sappiamo che Venere non è un pianeta adatto allo sviluppo della vita; non solo è sterile ma addirittura tossico. Dagli anni cinquanta in poi cominciarono a manifestarsi prepotentemente moltissime razze aliene, decisamente troppe a mio modesto parere.

Il dottor McCall (psichiatra con lunga esperienza nel campo dell'ipnosi) scelse alcuni volontari per questo sperimento. I volontari erano persone assolutamente ordinarie, non avevano mai accusato strani disturbi e vennero selezionati proprio perché conoscevano poco o nulla di ufologia e di extraterrestri. Il dr. McCall le sottopose a ipnosi regressiva e "scoprì" che erano state rapite dagli alieni. Gli ipnotizzati descrissero l'esperienza in modo "perfetto", con tutti i crismi della classica abduction, tutti i tipici comportamenti degli alieni e tutti gli strani esami a cui vengono sottoposte di solito le vittime di rapimento. Questo significa che chiunque può essere un rapito, ma che l'esperienza ha probabilmente luogo nella mente del soggetto e non è dovuta a nulla di oggettivo.

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