Re: Chi siamo veramente, cosa siamo veramente?

Inviato da  alroc il 11/6/2013 18:34:53
Citazione:

incredulo ha scritto:
Quanto siamo lontani nella nostra visione del mondo, alla percezione reale della nostra natura, da ciò che siamo?

Quanto è profondo l'inganno, che viene sistematicamente effettuato nelle nostre coscienze, attraverso i sistemi culturali a cui facciamo riferimento?

Quanto di ciò che consideriamo vero ci condiziona il comportamento e le scelte quotidiane?

Più si scava nella menzogna, più ci si trova davanti ad enigmi e doppi sensi, depistaggi, false informazioni, buoni che diventano cattivi e viceversa.

Il mito del labirinto, la struttura della nostra mente.

Recentemente, sul forum, è stato rispolverato un personaggio controverso, quel Cesco Ciapanna che, in anni in cui questi temi erano limitati a pochi coraggiosi ricercatori, (non esisteva internet e le informazioni le dovevi andare a cercare da solo su libri difficilmente repribili e le conclusioni erano assolutamente originali e di difficile verifica), si è distinto per il coraggio di andare oltre l'ordinario pubblicando anche libri proibiti e sviscerando questioni originali.

Il testo più significativo di questo personaggio, quello di più facile lettura e comprensione è, secondo me, "Il furto della magia", una conclusione dello stesso Ciapanna sulla struttura reale nella quale siamo immersi.

Una specie di Matrix, una gabbia speciale creata dai detentori della conoscenza, quella Sophia originaria che comprende il funzionamento del mondo e se ne vuole appropriare per dominarlo.

Leggerlo, secondo me, apre scenari straordinari sul mondo in cui siamo immersi, una pillola rosso-blu, dopo la quale il mondo non sarà più lo stesso.



Riprendo il post introduttivo di Incredulo per proporre un'ipotesi di da cui partire: il paradigma olografico.

Matrix, olgramma sono termini ormai rientrati nel lessico di chi conduce un certo tipo di ricerca.

Se ne deduce che alla base di un nuovo tipo di consapevolezza entrerebbe anche il concetto di virtuale. Ebbene, la domanda che mi pongo è questa: se il codice attraverso il quale si manifesta ai nostri occhi la realtà fosse proprio il linguaggio?

Mi spiego meglio, immaginiamo un sistema chiuso in cui esistiamo come pensiero e coscienza di sè che si autodefinisce attraverso le "parole" che usa giornalmente: televisione, telefono, denaro, cibo, etc.

Tutti questi termini da soli, appena pronunciati, ci rimandano a una serie di collegamenti spontanei.

Es. televisione= pubblicità (da cui derivano altre associazioni di idee e impulsi come: compro, desidero, denaro, stipendio, disoccupazione, etc.);

telegiornale= notizie ( per cui associamo anche: politica, guerra, elezioni, cronaca, ma anche curiosità, indagine, partecipazione, luogocomune, etc.)

Se ogni termine che noi ascoltiamo "crea" tutta una serie di altri ambiti concettuali, potremmo dire che l'ologramma è il sistema macchina che è prodotto da termini ricorrenti.
Nel senso che i nostri pensieri e convizioni costituirebbero il motore virtuale in cui siamo immersi. Le nostre menti produrrebbero il sistema in cui viviamo.

Il codice 92 potrebbe essere un sistema decodificato dai "ladri della magia" per costruire, giorno dopo giorno, la nostra convizione di chi siamo. Una convinzione che sarebbe chiaramente ingannevole, perché il codice 92 riuscirebbe a manipolare la matrix e piegarla alla loro "idea" di realtà, un'idea ovviamente triste e prevaricatrice.

Scoprire il codice 92, e molti atri codici inseriti nel nostro "verbo", sarebbe il primo passo per contrastare questo modello distruttivo della realtà...

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