Re: Comando Gesuita - Priorato di Sion

Inviato da  Maksi il 4/6/2013 20:14:08
Il Gran Kahal

«A New York il Kahal possiede le proprie preture, decreta le leggi, pronuncia ufficialmente e le fa eseguire, e gli ebrei preferiscono la loro giustizia a quella dello Stato. (...) La Keillha novaiorchese è la maggiore e più potente organizzazione ebraica di tutto il mondo. A New York il centro vitale e potenziale del Giudaismo moderno. New York rappresenta per l’ebreo moderno ciò che per il cattolico rappresenta Roma. L’attuale Nuova York è una risposta viva, latente, alla domanda: è possibile che un gruppo di persone numericamente inferiore possa dettar legge a tutta una popolazione? Tutto a New York risponde affermativamente»

Henry Ford, "L'ebreo internazionale"



IL GRAN KAHAL: UN TERRIBILE SEGRETO


INTRODUZIONE

Studiando il problema ebraico, mi sono imbattuto ancora una volta in un segreto: quello del Kahal. Pochi autori ne hanno trattato e tutti rimandano all’opera fondamentale di un ebreo convertito, Jacob Brafmann, che è quasi del tutto introvabile. Dopo lunghe e faticose ricerche, sono riuscito a trovarne la traduzione (manoscritta) in lingua francese (esiste anche l’originale in russo, presso il British Museum, ed una versione in polacco ed una in tedesco). Jacob Brafmann, un russo di origine ebrea, si convertì al Cristianesimo a trentaquattro anni e fu nominato professore di ebraico presso il Seminario teologico governativo di Minsk. Nel 1870 pubblicò in lingua russa, a Vilnius, la sua opera Il Libro del Kahal. Gli ebrei acquistarono quasi tutte le copie e le distrussero. Tuttavia qualche esemplare si salvò e vi fu anche una traduzione francese dell’opera che apparve nel 1873, intitolata: Livre du Kahal. Matériaux pour étudier le Judaisme en Russie et son Influence sur les populations parmi lesquelles il existe. L’Encyclopaedia Judaica scrive al riguardo: «Brafmann attaccò l’organizzazione ebraica (Kahal) in vari periodici russi, descrivendola... come uno Stato nello Stato ed affermò che faceva parte di una cospirazione internazionale ebraica. Nel 1869, Brafmann... pubblicò il Libro del Kahal, una traduzione in russo delle minute della Kehillah di Minsk... Sebbene Brafmann fosse stato accusato di falso, in realtà il suo libro era una traduzione abbastanza accurata di documenti, ed è servito a molti studiosi come fonte storica per la conoscenza della vita interna dell’Ebraismo russo nel XIX secolo» (1). Il Libro del Kahal non è perciò un falso (anche se veridico) quale i Protocolli dei Savi di Sion, come ha affermato recentemente Norma Cohn (2), bensì “una fonte storica”, secondo il parere dell’autorevole Enciclopedia Giudaica! E come tale va studiato. Esiste poi un’altra opera molto seria, che è come la riproduzione del libro di Brafmann; si tratta dello studio di Kalixt de Wolski, De la Russie juive (3). Anche quest’opera conobbe la stessa sorte di quella del Brafmann; fortunatamente sono riuscito a procurarmene una copia. Infine il Vial, ispirandosi al libro di de Wolski, scrisse nel 1889 un’interessante opera che si intitola Le Juif sectaire ou la Tolérance talmudique, (4) che costituisce un eccellente riassunto della questione. Queste sono le tre fonti principali alle quali ho attinto; citerò nel corso dell’articolo altri studi su questo soggetto pubblicati successivamente. Nel presente articolo dunque, cercherò di gettare un po’ di luce sul mistero del Kahal, valendomi dell’opera del Brafmann e di altri libri o articoli (per la verità rari, ma seri) scritti su questo tema scottante e di grande importanza e attualità.


ESISTE ANCORA UN TRIBUNALE EBRAICO?

Ogni popolo, religione e società ha le sue leggi ed i suoi tribunali. Il popolo ebraico non fa eccezione; nel Vecchio Testamento era governato dal Sinedrio. Dopo la distruzione di Gerusalemme e la dispersione, privo com’era di un’organizzazione statuale, ha mantenuto, in forma segreta, dei tribunali eredi dell’antico Sinedrio? Vedremo come secondo varie fonti si possa rispondere affermativamente. Citerò innanzitutto alcuni noti e seri autori quali Monsignor Jouin, Léon de Poncins, Hugo Wast (pseudonimo di G. Martinez Zuviria) ed Henry Ford. L’esistenza del Kahal verrà poi confermata dagli autori ebrei Simon Schwarzfuchs e Israel Shahk.


MONSIGNOR JOUIN

Nella celeberrima e prestigiosa Revue Internationale des Societés Secrètes (5) si può leggere un interessante articolo sul Kahal, che apre vasti orizzonti e spinge ad andare alle fonti. In tale articolo si apprende che per gli ebrei il Talmùd è la legge, ma per quanto riguarda la sua applicazione, occorre che esista un potere esecutivo e giudiziario, e questo appartiene ad un gruppo ristretto di magistrati. Il collegio sovrano di tali giudici è il Kahal, che significa: assemblea, riunione, comunità. Il Kahal è perciò l’assemblea dei rappresentanti d’Israele. Tale istituzione risale ai tempi più antichi, per esempio ai tempi di Mosè (6). Malgrado la Dispersione (130 d. C.) il Kahal non perse né influenza né autorità, tuttavia non funzionò più alla luce del giorno ma restò confinato all’ombra dei ghetti e delle sinagoghe. Oggi come ieri, il Kahal è il regolatore della vita ebraica. «Rappresenta il governo di una nazione senza territorio [almeno fino al 1948 n.d.a.], ma nondimeno reale e attivo. È uno Stato che si sovrappone, e spesso si oppone, agli Stati nei quali vivono gli ebrei» (7). Suo fine è mantenere intatto e isolato il popolo ebraico disperso nel mondo, affinché da un lato non sia discriminato e dall’altro non perda la sua identità con l’assimilazione; fino al giorno in cui il popolo d’Israele avrà il dominio assoluto sul mondo intero. Come scriveva nel 1925 l’Albrecht, tale giorno secondo i cabalisti dovrebbe iniziare con il 1966! (Un anno dopo Nostra Aetate).


LÉON DE PONCINS E IL KAHAL

Il celebre autore francese scrive: «Non vi è dubbio che gli ebrei abbiano un’organizzazione disciplinatissima; è quasi impossibile a un non ebreo di penetrarne i dettagli segreti, ma le sue manifestazioni esteriori mostrano un’autorità e un potere occulto innegabile» (8). L’autore parla anche «dell’esistenza della direzione centrale di un potere considerevole » (9), che è il Kahal.


HUGO WAST E IL KAHAL

Gustavo Martinez Zuviria, Direttore della Biblioteca Nazionale dell’Argentina, nonché Ministro della Giustizia e della Pubblica Istruzione, ha scritto nel 1954 un interessante libro sul Kahal (10). In tale libro scrive: «Pochi problemi sono difficili da risolvere, come quello del governo interno del popolo ebreo. Non vi è mistero più tenacemente tenuto segreto... Il governo del popolo ebraico è una vera società segreta. E come in tutte le società segrete vi sono iniziati che... non giungono mai ai primi ranghi... Così nel Giudaismo vi sono dei circoncisi in totale buona fede che ignorano la costituzione ed anche l’esistenza stessa del Kahal, vale a dire dell’autorità che governa nell’ombra il popolo ebreo» (11). Essere ebreo non significa tanto professare la religione giudaica post-templare o postbiblica, ma soprattutto far parte del popolo ebraico (12); l’ebreo appartiene perciò ad una nazione diversa da quella da cui è accolto e nella quale vive e prospera. Il Kahal è un “Tribunale misterioso, una sorta di Carboneria” (13). I Tribunali regionali sono chiamati Kehillah. Il Kahal è il Tribunale supremo che sovraintende a tutte le Kehillah. Il gran Kahal, secondo il nostro autore, risiederebbe a New York “vero Vaticano ebraico” (14). Il Kahal è l’espressione concreta del Talmùd, vale a dire: il tribunale che giudica se le pratiche talmudiche sono osservate o meno. È il “magistero vivente” della Sinagoga post-biblica poiché applica la dottrina talmudica ai casi concreti. Assieme al Kahal, che comanda e giudica, e subordinato a lui, vi è il Bet-Din, vero tribunale segreto: esso avoca a sé ogni causa e detiene il potere esecutivo, conformemente al Talmùd, cioè esegue le sentenze emesse dal Kahal. Quindi il Talmùd è il potere legislativo, il Kahal è il potere giudiziario, e il Bet-din quello esecutivo. I tre poteri agiscono nel seno della Sinagoga post-templare che si serve di questi due Tribunali per governare il popolo ebreo, sparso sulla terra o raccolto nello Stato d’Israele a partire dal 1948.


NATURA E ORGANIZZAZIONE DEL KAHAL

Il segreto del Kahal

Il mistero circonda gli atti pratici del Kahal: essi debbono restare segreti; guai a chi osa rivelarli: si condanna all’anatema e spesso anche alla morte. Jacob Brafmann ebbe questa audacia, ma perse la vita. Secondo Hugo Wast, il segreto del Kahal sarebbe questo: per conquistare il mondo non è necessaria la spada, ma basta un libro: il Talmùd! (15). Mediante lo spirito talmudico il Giudaismo si propone di sopraffare il Cristianesimo, unico vero bastione che si oppone al dominio universale d’Israele. I sentimenti principali che animano lo spirito talmudico sarebbero quattro:

1°)Un’ambizione smisurata di dominare il mondo.

2°) Un’avidità insaziabile di possedere tutte le ricchezze dei non
ebrei.

3°) Il rancore contro il non ebreo, e specialmente contro il cristiano.

4°) L’odio a Gesù Cristo.

Ora, per soddisfare queste quattro passioni, occorre appropriarsi della ricchezza del mondo, mediante la quale si potrà tutto. Così mediante l’oro la Sinagoga s’impadronirà di ogni cosa, e renderà i non ebrei suoi schiavi. O almeno questo sarebbe il suo piano segreto (che arriverà alla sua quasi realizzazione col Regno dell’Anticristo) (16). Ma per poter giungere a ciò è necessario corrompere i cristiani, fomentando in essi l’amore dei piaceri, del lusso e di se stessi. Siccome l’unico padrone dell’oro che permette di avere piaceri, lusso e onor del mondo sarà (secondo il piano del Kahal) il Giudaismo, i nonebrei una volta corrotti potranno avere i piaceri a condizione di chiedere l’oro all’ebreo che solo lo possiede! «La forza degli ebrei consiste nel saper nascondere le proprie intenzioni. Il popolo ebraico vive ancora solo perché ha saputo mantenere un segreto durante venti secoli di persecuzioni» (17). Tale segreto è lo spirito talmudico di odio a Cristo e ai cristiani e di brama di dominio mondiale. La fede talmudica non è nell’aldilà; ma nel dominio in questo mondo; il suo “paradiso” è la terra.


Il Kahal oggi

Sono rarissime le notizie sul Gran Kahal odierno: le più recenti risalgono al 1954, con Hugo Wast e al 1996 con Israel Shahak il quale spiega che avendo gli Ebrei in Occidente acquisita nel 1780 l’eguaglianza giuridica ed essendosi man mano emancipati, il potere giudiziario che la Comunità ebraica deteneva venne pian piano diminuendo (18), soprattutto in Occidente; mentre in Oriente l’emancipazione è stata assai debole e il Kahal ha mantenuta la sua forza. Tuttavia in Occidente vi sono state sacche di resistenza all’assimilazione, e con il movimento sionista e la fondazione del B’nai B’rith (1843), la corrente antiassimilazionista (e filo-Kahalista) ha ripreso il sopravvento. Perciò il Kahal ha mantenuto un certo potere anche dopo l’emancipazione degli ebrei e lo ha riacquistato completamente a partire dall’ascesa del Sionismo, e soprattutto dopo la seconda guerra mondiale con il mito dell’“Olocausto”. Sempre Shahak scrive: «A partire dal Basso Impero, le Comunità giudaiche possedevano dei poteri giuridici considerevoli sui loro membri... anche un potere coercitivo: la flagellazione, il carcere, la scomunica; tutte queste pene potevano essere inflitte, legalmente, dai tribunali rabbinici... anche la pena di morte» (19). E continua: «Molti ebrei oggi, hanno nostalgia del mondo ebraico precedente l’assimilazione, come fosse un paradiso perduto... Una parte importante del movimento sionista ha sempre voluto ristabilirlo, ed ha vinto» (20). Lo Stato d’Israele ed il Sionismo sembrano segnare il ritorno del potere assoluto del Kahal (21). Nel 1986 Simon Schwarzfuchs ha scritto un interessante libro (per la collezione “Presenza e memoria ebraica”) riguardo al Kahal nell’Europa medioevale (22). In esso sostiene che la Comunità ebraica del Medio Evo, chiamata Kahal, appare in Europa nel X secolo. «Essa è la continuazione della Comunità ebraica dell’antichità» (23). Le origini della Comunità ebraica in Europa sono molto antiche; ve ne era una a Roma anteriore al Cristianesimo. «Durante molti secoli, fino all’inizio del V secolo, i gruppi ebraici d’Europa rimasero in contatto con il Patriarca della Terra santa e continuarono a versargli un tributo» (24). Il Kahal regolava e dirigeva ogni cosa.


Il Kahal: sua natura

Il Kahal rappresenta la fonte della coesione che gli ebrei sono riusciti a mantenere per duemila anni, sebbene dispersi nel mondo, senza tempio né sacrificio. Ai grandi mali che ha dovuto affrontare nel corso delle sua storia, il popolo ebraico ha saputo opporre un grande rimedio: il Kahal. I giudei, dispersi nel mondo intero, dopo il deicidio, si sono costituiti come uno Stato in ogni Stato che li ha ospitati. Anche K. de Wolski è del parere che per mantenere la loro unità e coesione e non perdere la propria identità, i giudei obbediscono ad una sorta di governo occulto, sia giudiziario, il Kahal, che esecutivo, il Bet- Din. Si può parlare, dice l’autore, di una sorta di corporazione che rappresenta tutto Israele e che, pur essendo dispersa materialmente, è unita spiritualmente, sia quanto ai fini che quanto ai mezzi (25). La Chiesa cattolica è il principale nemico del Kahal, il quale si sforza pertanto di diminuirne l’influenza mettendo nelle intelligenze dei cristiani le idee di libero pensiero, di scetticismo, di scisma, e provocando così le dispute religiose, feconde di divisioni. Nel loro programma bisogna innanzi tutto cominciare a screditare i sacerdoti, provocando sospetti sulla loro devozione, sulla loro condotta privata, poi bisogna guadagnare la stima dei giovani, infiltrando le scuole di idee anticristiane.


La Moreine

La Moreine è la gerarchia delle cariche presso gli ebrei. Essa comincia subito dopo la distruzione del Regno d’Israele, ed ha per fine la preservazione e la conservazione della nazionalità perduta, fino al giorno in cui il Messia restituirà al popolo d’Israele la sua gloria e il suo paese [ciò non è avvenuto nel 1948, in quanto l’entità sionista è stata ricostituita da mano d’uomo e non dal Messia, che è già venuto duemila anni fa, n.d.a.]. Durante il lungo pellegrinaggio del popolo ebreo disperso nel mondo intero, la Moreine è restata sempre la stessa ma si è sviluppata ed ha acquistato una grande potenza, costituendosi a poco a poco in società segreta, per poter affrontare le difficoltà dell’esilio ed arrivando così quasi intatta fino ai nostri giorni.


I membri del Kahal o la Moreine

Il Kahal comprende due categorie di membri: i dignitari da una parte e i subalterni dall’altra. Kahal docente e discente.

1°) I dignitari costituiscono il Gran Consiglio e godono di un’autorità sovrana sopra la Comunità ebraica.

2°) I subalterni sono i segretari e gli scribi. Tra di essi è scelto il Persecutore segreto, che è l’esecutore delle sentenze del Kahal (26). Pare che egli s’impegni con giuramento a non risparmiare nessuno. Vi sono poi i fattori, che sono una sorta di informatori e di factotum.


“L’EBREO SETTARIO” NELLA SUA CONDOTTA PRATICA

Il Vial, nel suo prezioso libro, asserisce che il governo segreto degli ebrei si chiama Kahal ed è universale e assoluto. «Riunisce nelle sue mani il potere legislativo e quello esecutivo [il Bet-Din, ramo del Kahal, ha, propriamente parlando, il potere esecutivo n.d.a.]. Ha diritto di vita e di morte... Ha, ai suoi ordini... una magistratura per imporli, una polizia per sorvegliarne l’esecuzione, un budget per alimentare la sua polizia e i suoi funzionari, e una tassa per alimentare il suo budget... Le decisioni del Kahal non sono suscettibili di nessun controllo e non hanno bisogno di approvazione da parte di nessuno... Esso, vecchio ricordo dell’onnipotente Sinedrio, ...ha sempre funzionato, fin dalla dispersione d’Israele nel mondo, nella misura in cui glielo permetteva la cosiddetta “intolleranza medievale”» (27). Il suo codice è il Talmùd, che è veramente la Costituzione fondamentale del popolo ebraico, di cui riassume la suprema aspirazione: la conquista del mondo intero. Ma questa Costituzione deve essere, nella pratica, interpretata dal Kahal per mezzo delle sue leggi. Brafmann, nel suo Libro del Kahal riporta più di mille prescrizioni del Kahal, che rappresentano così il diritto d’Israele, il suo codice di giurisprudenza (28).


GLI AGENTI DEL KAHAL

Brafmann stesso nella sua opera ci dice che gli agenti del Kahal sono impiegati dagli ebrei, non solo nel commercio, ma in tutti i settori degli affari. Il fine principale di ogni agente è di prender nota, scrupolosamente, attraverso quali mezzi è arrivato a corrompere l’impiegato di polizia, in favore di un suo correligionario. Tutte queste notizie raccolte con cura, devono essere depositate presso il Kahal, che viene così in possesso dei mezzi d’azione sull’impiegato corrotto, qualora volesse intentare qualche azione contro l’Ebraismo, o prendere una decisione che non gli sia favorevole (29).


IL KASHER

La legge sulla cucina Kasher è di capitale importanza per mantenere separata la vita degli ebrei dal resto del mondo. Essa pertanto deve essere mantenuta intatta; tale compito appartiene al Kahal, interprete fedele del Talmùd.


LE CONFRATERNITE EBRAICHE

Ricorrendo ad un esempio si può dire che le confraternite sono le arterie della Società ebraica, mentre il Kahal ne è il cuore. Quale è il filo misterioso che incatena e lega tra loro tutti gli ebrei sparsi sulla faccia della terra, come una invisibile e potentissima corporazione? Le confraternite! Ciascuna di esse ha il suo capo e molto spesso la sua casa di preghiera (succursale della sinagoga principale); ogni confraternita è un Kahal secondario. La maggior parte dei membri appartiene all’élite tradizionale della Società ebraica, che forma così quasi una legione di combattenti che circondano e difendono lo stendardo del Talmùd, al servizio del Kahal.


LA CORTE DELLA SINAGOGA

Essa consiste in una superficie di terreno, situata nel quartiere abitato da ebrei, in cui devono trovarsi:

1°) Il Bet-Haknest (la sinagoga principale).

2°) Il Bet-Gamidrasch (la casa di preghiera e la scuola).

3°) Il Bet-Hamerhatz (i bagni a vapore).

4°) Il Bet-Hakahal (la camera del Kahal).

5°) Il Bet-Din (tribunale esecutivo).

6°) Lo Hek-Dech (rifugio per i poveri).

Di tutti questi luoghi quello che c’interessa di più è la camera del Kahal, di cui abbiamo già parlato, e il Bet-Din: un Consiglio analogo all’antico Sinedrio, che si perpetua fino ai nostri giorni sotto la tutela del Kahal e che forma la sua sezione di giustizia esecutiva. «...la camera del Kahal... regola la vita pubblica e privata dei suoi correligionari dispoticamente e quasi senz’alcun controllo, non ammettendo ricorso a nessun’altra autorità. Essa... si estende ...alla vita religiosa, interiore e privata degli ebrei... Ma quando si tratta di pronunciare un giudizio in un processo tra due ebrei, o tra un ebreo e il Kahal, è il Bet-Din (il santo tribunale) che giudica. Il Bet-Din, benché chiamato il santo, è tuttavia sotto la protezione del Kahal, e forma soltanto la sezione giudiziaria di questa autorità suprema, alla quale ogni ebreo deve essere sottomesso ciecamente» (30).


LA SEDE DEL KAHAL SECONDO HENRY FORD

Dove si troverebbe la sede centrale del Kahal? Non si sa. Però in un articolo del Dearborn Independent, scritto negli anni venti (31) si legge che: «Il Kahal sta stabilendo i suoi tribunali nella città di New York... Gli ebrei si appellano al Kahal perché preferiscono la giustizia ebraica a quella dei Paesi che li ospitano». Henry Ford nel 1920 ha scritto: «L’organizzazione giudaica più importante... vive negli Stati Uniti d’America. (...) Esistono in America logge ebraiche... Ma... è necessario sapere che dentro e dietro esse funziona un centro dominante, con la sua amministrazione e il suo governo. Le sue disposizioni hanno forza legale... Due di queste organizzazioni, entrambe interessanti tanto per la loro segretezza come per la loro potenza, sono la Keillha novaiorchese e il Comitato giudeo-americano. (...) La Keillha rappresenta il più forte fattore politico della vita ufficiale di New York. La parola Keillha è identica alla parola Kahal e significa qualche cosa come comunità o riunione o amministrazione. Il Kahal rappresenta la forma genuinamente ebrea di governo e amministrazione del popolo disperso. Ciò significa che dopo la loro dispersione per il mondo, gli ebrei hanno creato dappertutto il loro governo proprio... A New York il Kahal possiede le proprie preture, decreta le leggi, pronuncia ufficialmente sentenze e le fa eseguire, e gli ebrei preferiscono la loro giustizia a quella dello Stato. (...) La Keillha novaiorchese è la maggiore e più potente organizzazione ebraica di tutto il mondo. A New York, ...alligna il centro vitale e potenziale del Giudaismo moderno. New York rappresenta per l’ebreo moderno ciò che per il cattolico rappresenta Roma... L’attuale Nuova York è una risposta viva, latente, alla domanda: è possibile che un gruppo di persone numericamente inferiore possa dettar legge a tutta una popolazione? Tutto a New York risponde affermativamente » (32). Tuttavia dopo il 1948, con la costituzione della Stato d’Israele, è doveroso porsi la domanda se la sede centrale del Gran Kahal non sia stata trasferita a Gerusalemme.


CONCLUSIONE

«Dopo tutto ciò che è stato detto sulla vita intima e segreta degli ebrei, - scrive de Wolski - ...è facile spiegarsi le persecuzioni che, in ogni paese e in tutte le epoche, sono state dirette contro questo popolo incorreggibile, orgoglioso e fanatico» (33). La concessione dei diritti civili accordati al popolo ebraico, con la speranza di assimilarlo, è stata, come confessava Napoleone I, “un’illusione”; infatti questo popolo ha rifiutato ostinatamente il diritto comune, ed ha voluto continuare a vivere isolato, per non perdere la sua identità, aiutato in ciò dal Kahal! La causa di tale perseverante ostinazione è nel Giudaismo stesso, vale a dire in tutte quelle istituzioni prescritte dal Talmùd e protette dal Kahal e dal Bet-Din, che dureranno fino a quando Israele si convertirà a Gesù Cristo. I Paesi cristiani che danno ospitalità a questo popolo saranno sempre considerati da esso come “un lago aperto dove ogni ebreo può pescare liberamente” (come dice il Talmùd), vale a dire: sfruttare e spogliare il cristiano. Infatti lo spirito del Kahal è uno spirito esclusivo, geloso e fanatico. Il Kahal è preoccupato di mantenere lo spirito talmudico e nello stesso tempo protegge gli interessi temporali del popolo d’Israele: esso è l’anima e la coscienza di questo mondo a parte, e secondo gli autori esaminati, predominerebbe anche sul rabbinato. La forza d’Israele risiede nel Kahal; essa ha soggiogato il mondo intero, agendo nel segreto ed io spero con quest’articolo di aver fatto un po’ di luce, che possa illuminare i gojim e particolarmente i cristiani, sul pericolo che li minaccia. Se qualcuno dei lettori avesse notizie più recenti (ma serie e documentate) da fornirmi, sarò felice di poter approfondire il problema.


NOTE

1) Encyclopaedia Judaica, Jerusalem, 1971, vol. IV, coll. 1287-1288.
2) N. COHN, Histoire d’un mythe, Gallimard, Paris, 1967, pagg. 58-59.
3) KALIXT DE WOLSKI, De la Russie juive, Savine Editeur, Paris,
1887.
4) L. VIAL, Le Juif sectaire ou la Tolérance talmudique, Fleury, Paris,
1899.
5) E. JOUIN, R. I. S. S., 5ème, Le péril judéo-maconnique, deuxième
partie, Les actes de la Contre-Eglise I, Discipline de l’Imperialisme
Juif, IV, QAHAL, a cura di A. ALBRECHT, Paris, 1925, pagg. 89-122.
6) Giosuè, XXIII, 2- XXIV, 1
7) A. ALBRECHT, Op. cit., pag. 90.
8) L. DE PONCINS, Les Forces Secrètes de la Révolution, éd.
9) Ibid., pag. 255.
10) H. WAST, El Kahal, editorial Aldecoa, Burgos, 1954.
11) Ibid., pag. 24.
12) A. ELKANN-E. TOAFF, Essere ebreo, Bompiani, Milano, 1994, pag.
13.
13) H. Wast, op. cit., pag. 43.
14) Ibid., pag. 44.
15) Ibid., pag. 72.
16) Ivi.
17) Ibid., pag. 111.
18) I. SHAHAK, Histoire juive - Religion juive. Le poids de trois
millénaires, La Vielle Taupe, Paris, 1996, pag. 34. Traduzione italiana
già pubblicata dal Centro Librario Sodalitium, Verrua Savoia (Torino)
1997.
19) Ivi.
20) Ibid., pag., 42.
21) Ibid. , pag. 143.
22) S. SCHWARZFUCHS, Kahal. La communauté juive de l’Europe
médiévale, Maisonneuve et la rose, Paris, 1986
23) Ibid., pag. 11.
24) Ibid., pag. 17.
25) K. DE WOLSKI, La Russie juive, Savine éd., Paris 1887, pag. 2.
26) Cfr. J. BRAFMANN, Le livre du Kahal, scheda n° 148, citata da L.
VIAL, op cit., pag. 91.
27) L. VIAL, op cit., pagg. 79-80.
28) J. BRAFMANN, Le livre du Kahal, schede n° 134, 170, 146, 148,
149, 177, 57, 261, 239, 260, 284, 21, 33, 37, 4, 156, 159, 17, 280,
281, 282, 285.
29) L. VIAL., op. cit. pag. 116.
30) Ibid., pag. 172. Cfr. J. BRAFMANN, Le livre du Kahal, n° 24, 78,
120, 132, 146, 177, 203, 204, 239, 256.
31) Dearborn Independent del 26. 02. 1921.
32) H. FORD, L’ebreo internazionale, L’altra biblioteca ed., sine loco
et data, pagg. 225-231.
33) K. DEWOLSKI, op. cit., pag. 303.
Bossard, Paris, 1928, pag. 254.

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