Re: Aborto...ma dov'è la ragione?

Inviato da  Notturno il 3/11/2010 19:13:49
Citazione:

Makk ha scritto:
Citazione:
Notturno ha scritto:
Quindi Calvero, per quanto maschilista, è "genuinamente curioso", mentre io e Pispax siamo uomini di merda perché non condividiamo la tua "tesi".

Non ci hai la stoffa per le sintesi.
Calvero è in questo thread per capire e formarsi un'idea (aka "genuinamente curioso").
Tu no.
La "mia tesi" è che gente come te non è qui per capire. Ma per fare altro. Questo rende i tuoi/loro interventi disperatamenti disutili.


Ognuno decide il proprio motivo di scelta.

Se tu scegli di stare qui per capire, mi dispiace, ma hai fallito.

Poco male? E' vero.

In merito a Calvero, io non posso sapere perché lui sia qui.

Ma noto che in questa discussione ha assunto una posizione ben precisa: decidono le donne. Chi non può partorire si astenga (in verità ha usato altre espressioni, ma credo che il concetto fosse quello).

Io ritengo questa posizione priva di base logica, deteriore negli effetti e complessivamente infantile.

E ho anche motivato. Senz'altro ho motivato male, ho sbagliato ed ho detto un mucchio di cazzate, ma questo è quanto di meglio io sappia fare.

Dici che i miei interventi sono "disperatamente inutili"?

Pazienza.

Vorrò dire che in futuro leggerai quelli di Calvero e sorvolerai i miei.

Dura la vita, eh?

Citazione:

Il punto non è essere o meno "maschilisti". Si può essere maschilisti[*] e avere desiderio di dialogare. Nel qual caso l'essere dialoganti prevale sull'essere maschilisti.


No, makk. Non dici bene.

Il dialogo presuppone sempre la parità nelle posizioni di partenza. Altrimenti è insegnamento o confessione o comando o altre cose, tutto, ma non dialogo.

Rileggi le frasi di Calvero.

Tu ci vedi "parità" tra lui e la sua dolce metà?

Io no.

Ci vedo una certa benevolenza paterna.

Un (forte) uomo che coccola la sua (debole) compagna.

Questo può andar bene se si tratta di un divertissement della coppia.

Ma rispetto ed educazione, tra pari, non sono quelle manifestazioni lì.

Quelle frasi simboleggiano tutte un unico messaggio: "Io sono il più forte, ma scelgo di limitarmi".

D'altro canto è calvero stesso che lo dice: Questo per me significa portare i pantaloni. Essere consci che i pantaloni sono metafora di spalle larghe, affinché la donna sia tutelata nella sua delicatissima figura di madre.

A te questo immaginario di uomo forte e donna debole, cui l'uomo forte s'inchina per concessione, piace?

A me no.

Preferisco non guardare la mia compagna dall'alto.

Preferisco riconoscerle, senza inchini, la stessa mia forza.

Preferisco essere cosciente che deboli lo siamo entrambi, magari a turno, ma che ci sorreggiamo l'un l'altro.

Riconosco la delicatezza della figura materna che lei interpreta e le attribuisco la stessa criticità di quella paterna che, fra mille difficoltà, tento di interpretare io.

Mi aspetto che corra in mio aiuto con la stessa disponibilità con cui lo farei io per lei.

In buona sostanza, caro makk, non condivido quella visione cavalleresca dell'uomo in calzamaglia di ferro, erculeo ma benevolo, cui si contrappone la donna "delicata" e "debole" che non rifulge per alcun'altra virtù che non sia quella materna e/o familiare.

Allo stesso modo, però, mi ripugna l'idea di una donna che sia depositaria di misteri femminini insondabili e inconcepibili, da cui tragga una competenza specifica e assoluta nella gestione di gravidanza e aborto.

Io non pretendo di capire tutto quel che gli altri provano.

Non ci riuscirei mai abbastanza con nessuno: che sia uomo o donna.

Però questo non mi esime dal valutare le azioni altrui.

Non mi esime dal partecipare a una scelta come quella di abortire.

Perché?

Perché io sono uno dei due genitori, makk.

Uno di quei due esseri umani che cresceranno quel bambino.

Che occuperanno quasi tutte le loro forze e risorse per quel figlio.

E che lo faranno A VITA.

Nove mesi di condivisione di sangue, tessuti ed emozioni, di simbiosi quasi assoluta sono per me inconcepibili.

Ma io ho un ruolo. Ho una responsabilità. E ho dei doveri.

Negarlo è da miopi.

Oppure da persone che vivono il rapporto di coppia come "Io uomo forte. Tu dolce, debole e madre".


Citazione:

Oppure si può venire qui collo scopo di sfogare il proprio maschilismo, e quindi non essere nulla più che maschilisti, ovvero essere "il nulla", dal punto di vista dell'apporto a una discussione che per default impatta sull'essere donna. E' come essere daltonici e voler pontificare sulle nuances dei colori.


Il "nulla"?

Beh, può anche essere che io sia risultato incomprensibile e di questo mi dispiaccio.

Ma se rileggi scoprirai che uno dei problemi era stato posto proprio da Calvero, che, appunto, sosteneva che solo la donna potesse capire/decidere.

E non è stato l'unico.

Se ho rappresentato un punto di vista diverso, esponendone i motivi, come ho cercato di fare anche adesso con te, allora forse non c'era proprio il "nulla da leggere". Qualcosa c'era.

Magari non ti piaceva, magari non sei d'accordo sui contenuti. Ma qualcosa c'era e non l'hai visto.

Forse il problema non era il daltonismo. Era la cecità.

Citazione:

Quanto all'essere "omm'emmerda" o meno, ognuno si sente toccato come meglio crede (e merita):
ti senti mediocre e ti riconosci nella descrizione che ho fatto?
Sei un poveraccio terrorizzato perché questi nostri tempi tendono a sottrarre al maschietto il controllo sul grembo materno, come invece era in passato?
Allora sei libero di sentirti uomo di merda. Ma sono problemi tuoi.


Qui sei solo offensivo e disgustoso. Ma non è la prima volta, vero?

Citazione:

Citazione:
Capisco la tua posizione.

Ovviamente no. Nessuna sorpresa. Non sei qui per capire. Hai altri obbiettivi. E lo dimostri ad ogni intervento.


Tu dici?

Vedi, makk, io non so come funziona il tuo modo di capire le cose.

Forse per te "tentare di capire" significa accogliere passivamente gli "insegnamenti" degli altri.

Per me, invece, funziona così.

Io confronto le mie idee con quelle altrui.

Anche accesamente e con durezza, a volte.

Le valuto e decido se reggono.

Se non reggono, sono pronto a cambiarle.

Tu dici che io avrei altri obiettivi?

Non so perché tu lo dica, ma ho notato spesso questo atteggiamento qui.

C'è sempre qualcuno che attribuisce strani intenti agli altri.

Credo che si tratti di un problema di arroganza.

L'arroganza di aver capito tutto del tuo interlocutore.

L'arroganza di sapere quale sia il suo intento.

Dovresti fare qualcosa per questo aspetto del tuo carattere.

E' deteriore.

Citazione:

[*] questo non implica che Calvero sia o meno maschilista (secondo la mia opinione lo è, ma il suo esserlo, oltre a non essere particolarmente grave in sé, è Off-Topic).
Si è auto-tacciato di maschilismo per amor di discussione. Una roba del tipo "ok, lo sono, e adesso andiamo avanti".


Può essere.

Ma a me sembrava molto legato all'argomento.

Come ho tentato di spiegarti prima, una visione paternalistica e maschilista del rapporto di coppia induce spesso a riservare ai due sessi compiti separati. Della serie: "Me Tarzan. Tu Jane."

Io forte vado a caccia e porto i pantaloni.

Tu, donna debole, sta' a casa e pensa ai figli, ché io non ne capisco niente.

Questo va anche bene.

Ma nella giungla.

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