Re: Aborto...ma dov'è la ragione?

Inviato da  benitoche il 2/11/2010 4:15:37
Citazione:

astro7 ha scritto:
L'interruzione di gravidanza non è un omicidio.
L'omicidio è un delitto penale, l’uccisione intenzionale di una persona umana. Il codice penale fa precisamente la differenza tra l’embrione e la persona umana invece di assimilarli l’uno all’altra. E’ di conseguenza disonesto qualificare come omicidio l’interruzione di gravidanza chiaramente definita sul piano legale nel quadro della soluzione dei termini. E' inoltre estremamente offensivo essere assimilati a omicida o complici in omicidio per tutte le donne coinvolte, per i loro partner e per i medici.


Continuo ad autocitarmi :

L'aborto volontario è inserito nella bioetica in maniera del tutto particolare.

Da una parte il moralista religioso ritiene, senza discussione, che l'aborto volontario sia un omicidio e quindi un'offesa al diritto alla vita di un essere umano tanto che la Chiesa cattolica applica la scomunica a tutti coloro che praticano l'aborto anche in una società in cui sia disciplinato da una legge. Dall'altra la cultura laica e radicale segue il principio della libertà della donna-madre o di entrambi i genitori di decidere responsabilmente il rifiuto della gravidanza per mezzo dell'aborto.

Tra questi due respingenti inconciliabili è chiamata ad inserirsi la legge con l'intento di tutelare sia il diritto alla vita sia il diritto alla libertà individuale di una scelta.

Di fatto, l'opposizione dei due diritti non è risolta neppure dalla legge poiché, sostenendo con la forza della legge soltanto il diritto alla vita, viene meno il diritto alla libertà e sostenendo con la forza della legge il diritto alla libertà si elimina il diritto alla vita. Senza inoltre tener conto delle "trappole" ideologiche tipiche della democrazia quando è intesa esclusivamente come un serbatoio di diritti da tutelare.

Una di queste "trappole" scatta, proprio nei confronti della legge abortista attraverso il diritto all'obiezione di coscienza del medico che dovrebbe eseguire l'aborto legale,(In Basilicata la percentuale di camici bianchi che non praticano aborti è vicina al 93%), con il risultato che o la legge è vanificata dal diritto all'obiezione o quest'ultimo deve essere necessariamente ed illecitamente censurato per non ostacolare un altro diritto secondo legge.

Questo accade perché i concetti di moralità, diritto e legge, mentre interagiscono in pratica con la libertà individuale, non consentono di comprenderne il reale valore per l'evoluzione dell'anima umana e quindi per l'azione cosciente e responsabile che ne costituisce l'essenza.

Ciò significa che l'atto morale è essenzialmente un atto individuale, che può essere anche un atto legale, ma che non s’identifica con lui né può essere sollecitato da una legge o dal riconoscimento di un diritto.

Sebbene la legge ed il diritto siano espressione di una ricerca ed una pratica della morale sociale, quindi della morale collettiva necessaria per la convivenza in una cosiddetta società civile, non significa che moralità, diritto e legge coincidano sempre in modo giusto e salutare nel rapporto tra l’individuo e la società.

Quest’affermazione è valida per qualsiasi evento della vita umana, benché esistano circostanze nelle quali quanto afferma il moralista o quanto afferma la legge sembrano cedere ad ulteriori responsabilità apparentemente oggettive.

È quanto si verifica con l'opportunità medica di procedere all'aborto quando siano evidenziabili, nel corso della gravidanza, alcune gravi malformazioni embrionali o fetali.

Sembra inevitabile che in questi casi la scienza medica assuma un ruolo particolarmente suggestivo nel proporre l'ovvietà dell'aborto, sebbene non sia per nulla sufficiente per risolvere il problema morale della madre, apparentemente costretta dagli eventi alla soppressione di una vita, sia pure per salvare la propria legittima incapacità ad accettare che venga alla luce un figlio con gravi anomalie.

Pertanto l'aborto volontario, sia per giustificata proposta medica o per libero arbitrio protetto da una legge, elude la possibilità di affrontare e risolvere la tensione morale che l’accompagna mediante un atto individuale realmente libero.

Secondo il giudizio che sottende la sua manifestazione, l'aborto può essere perciò definito, paradossalmente, ma a buon diritto, come un crimine od un legale diritto ad una maternità responsabile.

Tutto ciò richiede un ampliamento dei limiti conoscitivi di quanto si nasconde dietro l’apparenza del concepimento per favorire una scelta morale che riguarda quest’importante evento.

Citazione:
La decisione di interrompere una gravidanza non è un atto di aggressione a terzi. E’ l’impossibilità, nel presente e nelle circostanze date, di potersi assumere le responsabilità della maternità, per ragioni sulle quali è giusto si rifletta e ci si soffermi per bene.

La decisione di avere o no un bambino è una delle decisioni con le conseguenze più pesanti nell'insieme della vita di una donna. L'interdizione all'aborto significa una costrizione alla maternità.


Come sopra

Citazione:
E , che io sia d'accordo o meno, difenderò fino alla fine il diritto di scelta della donna.


Puoi fare ciò che la morale ti dice di fare,ma non puoi attaccare chi è contrario
Libertà per te ma anche per gli altri
Chi cerca tolleranza farebbe bene a darla prima,vedi Florizel

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