Re: Aborto...ma dov'è la ragione?

Inviato da  dr_julius il 27/10/2010 22:44:55
Scusate mi intrometto.


Penso che a nessuno sano di mente faccia piacere anche solo l'idea di abortire
Non credo che il procedimento abortivo sia, al giorno d'oggi, usato come un barbaro sostitutivo della contraccezione.

MA

esistono situazioni delicate e complesse, dove si può essere tentati di prendere questa difficile decisione. Credo che non sia mai una passeggiata.

INOLTRE

non nascondiamocelo, ci sono tante considerazioni sulla "visione della vita", sul "credo religioso", sul "contesto sociale" che permeano la vita della futura madre e che possono influenzare (in negativo o in positivo) una decisione così contrastata e delicata.

Come si può aiutare una donna, o una famiglia di fronte a problemi tanto complessi???


1. partendo dall'idea che sia giusto e doveroso lasciar scegliere agli interessati. Eventualmente supportandoli nel riflettere sul da farsi, se lo accettano o lo richiedono, poichè spesso le prospettive di trovare difficoltà molto grandi possono far perdere la lucidità;

2. proponendo comunque l'alternativa dell'abbandono del nascituro;

3. offrendo comunque un sostegno psicologico specializzato prima durante e dopo una decisione (sia nel senso dell'interruzione che in quello della continuazione della gravidanza).


Purtroppo quello che vedo in Italia è spesso il contrario:
- mancato finanziamento e funzionamento di molti consultori familiari.
- volontà ecclesiale di indurre a modificare la legge vigente. Atteggiamento sbagliato, poichè chi è cattolico seguirà sicuramente e comunque, anche nei casi più estremi, le indicazioni del Papa. Gli altri devono essere liberi di scegliere secondo le loro personali convinzioni.
- politiche che rendono difficili le adozioni.
- interessi economici che spingono a tornare all'aborto clandestino
- speculazioni politiche, di bassissimo spessore (per esempio: ricordatevi l'ultima campagna elettorale di Giuliano Ferrara)
- assenza di qualunque supporto psicologico, scarsa assistenza sociale.
- mancanza assoluta di politiche per la famiglia, che in alcuni casi sono una delle leve su cui poggiano, purtroppo e forse con superficialità, queste decisioni



A tutto questo si aggiunge il "rompicapo linguistico" per stabilire quando è che inizia esattamente la vita, se l'embrione di un giorno, 4 settimane, tre mesi, 45 giorni... sia o meno una persona etc etc ma sinceramente mi sembra fuorviante rispetto al problema in sè. A mio parere è un discorso sollevato spesso da chi non vuole riconoscere il nodo del problema, è un aspetto "tecnico-legale" di una questione ben più profonda dal tracciare un segno su quando e come sia lecito o clandestino abortire...


alla fine, non ho una soluzione, ma mi è tornato in mente una notizia su cui riflettere e ho rintracciato questo RITAGLIO DI GIORNALE:






PS.: spero che lo sforzo di sintesi non mi faccia sembrare troppo cinico.


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